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De Marchis Goffredo, Pannella Marco - 8 marzo 1993
Pannella: una truffa, un'arma in più agli sfascisti
CONTRO - Il leader radicale critica l'esecutivo ma anche l'opposizione del Pds

di Goffredo De Marchis

SOMMARIO: Marco Pannella critica il governo per l'annunciata presentazione di un decreto che, fra l'altro, depenalizzerebbe le violazioni alla legge sul finanziamento pubblico dei partiti. L'invito a Giuliano Amato perché ritiri il provvedimento.

(IL GIORNALE, 8 marzo 1993)

Ha già cambiato obiettivo. Sempre sparando sul governo, però. Sabato aveva parlato di "restaurazione" riferendosi alla depenalizzazione dei reati di Tangentopoli. Ancora oggi è arrabbiato per il "colpo di spugna" deciso dal governo: "Diamo armi in più a tutti gli sfascisti che ci sono in giro". Ma da ieri la sua attenzione è concentrata sulle nuove norme che regolano per decreto i metodi di finanziamento delle forze politiche". Il fiume in piena risponde al nome di Marco Pannella, ormai schierato a 360 gradi contro il governo Amato e le sue ultime scelte".

- Cosa c'è che non va nella nascita delle fondazioni che amministrano i soldi dei partiti e nel 4 per mille, cioè nell'abolizione del finanziamento pubblico?

PANNELLA - "Ma questa è una truffa. Cominciamo subito col dire che il finanziamento pubblico non sparisce da subito. E l'ha detto anche Conso. Il nuovo tipo di finanziamento poi è la continuazione del vecchio. Dà forza ai partiti della proporzionale. E il contributo "via Irpef" è in tutto e per tutto un contributo dello Stato". Le fondazioni sono creature socialiste-stataliste che vanno contro l'impegno civile dei cittadini. Vengono sottratte ai diritti degli iscritti le finanze del partito e il reale potere politico viene delegato alle fondazioni, casta di burocrati, affaristi e irresponsabili".

- Cosa dovrebbe fare il governo, ora che Scalfaro ha detto no al decreto?

PANNELLA - "Ritirare il provvedimento. Un governo che abbia il coraggio e la serietà di riconoscere di aver compiuto un errore, e di gran lunga preferibile a chi presume di non commetterne mai, o, se lo compie, cerchi di confermarlo".

- Adesso attacca l'esecutivo, ma nei giorni scorsi se l'era presa anche coi magistrati. Perché?

PANNELLA - "Aspetto che comincino a contestare ai partiti della partitocrazia il reato di associazione per delinquere. Dobbiamo stare attenti: con i provvedimenti di Amato queste forze politiche che hanno responsabilità associative gravissime, di stampo penale e mafioso, sarebbero rilanciati come parastato. E sarebbero più potenti di ieri".

- I giudici di Milano hanno usato parole severissime contro il decreto Conso.

PANNELLA - "Il comunicato Borrelli, io voglio chiamarlo così, è ancora più infelice, se questo è possibile, degli errori gravissimi che sta commettendo il governo. Questa esternazione si accompagna a un'omissione dolorosa e pervicace di rispetto delle norme del codice penale da parte della Procura di Milano se i giudici non si decidono a perseguire i reati associativi".

- La sua simpatia nei confronti del governo Amato subisce un altro duro colpo.

PANNELLA - "Sono contrario ai provvedimenti di venerdì in blocco. Ma voglio anche sottolineare l'atteggiamento del Partito democratico della sinistra. Hanno rinviato il loro no definitivo al testo del Senato fino a quando non hanno capito che il colpo di spugna sarebbe passato comunque. Fecero così anche quando fu approvata la vecchia legge sul finanziamento pubblico. Attesero cercando di capire come andava a finire e poi dissero no. Oggi sono contro il governo. Ma rimango l'opposizione dell'opposizione".

 
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