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Pannella Marco, Taradash Marco, Cicciomessere Roberto, Bonino Emma, Rapagna' Pio, Vito Elio - 8 marzo 1993
Mozione sulla "questione morale"
del Gruppo parlamentare federalista europeo

SOMMARIO: Ritenendo che la cosiddetta "questione morale" sia il prodotto della crisi della legalità (disfunzione del sistema giudiziario) e della politica (dilatazione della presenza dei partiti in ogni spazio della vita puibblica), la mozione impegna il governo a non ostacolare lo svolgimento dei referendum già convocati (sistema elettorale, finanziamento pubblico dei partiti, droga, ambiente, ministeri inutili,...), a non interferire con leggi retroattive sull'azione della magistratura, a modificare il sistema degli appalti, a commissariare la Rai, a unificare il comando delle forze dell'ordine anche attraverso la smilitarizzazione della guardia di finanza, a promuovere un confronto internazionale sulla politica proibizionista in materia di droga.

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Roma, 8 marzo 1993

La Camera,

considerato che:

a) la cosiddetta questione morale è in realtà il prodotto della duplice crisi della legalità e della politica nell'ultimo ventennio partitocratico;

b) la questione legale trae origine sia dalle disfunzioni del sistema giudiziario che da un produzione legislativa deformata dai suoi obiettivi consociativi e clientelari;

c) il progressivo venir meno della separazione fra parlamento e governo, fra partiti e parlamento, fra partiti e governo ha fatto saltare il sistema democratico di bilanciamento fra i poteri;

d) in questo modo - e a dispetto dell'apparente costante scontro ideologico fra le diverse istituzioni, che ha in realtà coperto furibonde dispute per il predominio nel controllo delle risorse - è stata garantita negli anni la sopravvivenza di poteri oligarchici nell'economia pubblica e privata, nella politica, nella pubblica amministrazione, nell'informazione, nella magistratura;

e) la questione politica, strettamente connessa alla crisi della legalità, si è venuta a determinare attraverso la progressiva, inarrestabile, dilatazione del potere e della presenza dei partiti in ogni spazio della vita pubblica del paese, al di fuori di ogni controllo democratico - nonostante e grazie alle finzioni assembleari - e sempre più spesso al di là delle stesse innumerevoli leggi di tutela della partitocrazia;

f) le strutture portanti del sistema partitocratico sono entrate in crisi di putrescenza a seguito di eventi quali la straordinaria partecipazione popolare alla raccolta delle firme sui referendum in materia di riforme elettorali, buongoverno e diritti civili, il crollo elettorale della partitocrazia nelle regioni del Nord, le prime inchieste significative della magistratura su decenni di rapine di denaro e risorse pubbliche (ambientali e civiche, oltre che economiche) perpetrate in una impunità apparentemente garantita da una sorta di silenzio-assenso dell'ordine giudiziario, operante pur in presenza del principio dell'obbligatorietà dell'azione penale;

impegna il Governo:

1. a interrompere qualsiasi iniziativa volta a impedire lo svolgimento dei referendum già convocati;

2. a mantenere un atteggiamento di assoluta neutralità in occasione dello svolgimento dei referendum stessi;

3. a garantire adeguata e imparziale informazione da parte del servizio pubblico radiotelevisivo su ciascuno dei temi oggetto di referendum;

4. a non interferire attraverso la produzione di nuove leggi ad hoc e di carattere retroattivo nell'azione della magistratura inquirente contro la corruzione, concussione e violazione delle leggi sul finanziamento dei partiti;

5. a procedere nel piano di privatizzazione del settore pubblico, evitando tuttavia di operare semplici trasferimenti interni al sistema delle partecipazioni statali e di rafforzare il sistema feudale della grande industria e grande finanza privata;

6. a modificare il sistema di affidamento dell'esecuzione di opere pubbliche e di fornitura di beni e servizi mediante appalti e concessioni, al fine di reintrodurre e concretamente applicare il principio della rigorosa tutela degli interessi generali nell'uso delle risorse pubbliche, in particolare riconducendo l'istituto della concessione alla sua originaria concezione, per cui la controprestazione a favore del concessionario consiste unicamente nel diritto a gestire l'opera, e vietando qualsiasi forma di anticipazione nel settore delle opere pubbliche;

7. a commissariare la RAI, in modo da consentire in un prossimo futuro la formazione di un sistema pubblico dell'informazione sottratto sia alle superstiti interferenze dei partiti che all'attuale pesante, inquinante, eredità di sprechi, lottizzazione e favoritismi;

8. a presentare un proposta di riforma complessiva dell'ordinamento giudiziario, in modo da garantire giustizia giusta e rapida per tutti i cittadini, sulla base di criteri quali: la separazione delle carriere fra magistrati della pubblica accusa e giudici; l'abolizione dell'obbligo dell'azione penale e la sottoposizione del PM a controllo democratico; effettiva e periodica selezione professionale dei magistrati; rilancio del carattere accusatorio del nuovo processo penale; effettivo gratuito patrocinio per i non abbienti;

9. a procedere alla unificazione del comando delle forze dell'ordine, anche attraverso la smilitarizzazione della guardia di finanza, per rafforzare la capacità di contrasto della criminalità organizzata ed economica;

10. a promuovere un confronto internazionale sulla politica proibizionista in materia di droga, causa prima della evoluzione mafiosa della criminalità mondiale e della crescita di sempre più influenti e violenti poteri criminali nella sfera economica, politica e sociale.

Marco Pannella, Marco Taradash, Roberto Cicciomessere, Emma Bonino, Pio Rapagnà, Elio Vito.

 
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