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Mole Daniele - 20 marzo 1993
Pannella cura San Patrignano
Mentre i giudici di Rimini estendono l'accusa di omicidio volontario anche agli altri 2 arrestati

di Daniele Mole

SOMMARIO: Nel momento in cui la comunità per il recupero di tossicodipendenti di San Patrignano è al centro delle polemiche per l'uccisione di un suo ospite, Marco Pannella »ha dimenticato le antiche polemiche, le accese discussioni, gli attacchi al fondatore di San Patrignano nella battaglia pro o contro la liberalizzazione della droga che tante volte li ha costretti a fronteggiarsi in duelli all'ultima e feroce battuta. In un momento così drammatico per la comunità Marco Pannella ha dimenticato tutto, ha voluto dimenticare ed è corso, in difesa dei nuovi amici .

(L'INDIPENDENTE, 20 marzo 1993)

SAN PATRIGNANO. "Ma questo è fuori". E giù tutti a ridere. E con questa risata se ne va anche un po'di angoscia per i ragazzi della comunità di San Patrignano. In cinquecento stanno partecipando, tutti seduti tra i vialetti e i giardini dei loro villini, alla trasmissione del Tg2 "Il coraggio di vivere", ieri pomeriggio interamente dedicata alle polemiche sorte in questa settimana sulla comunità di Vincenzo Muccioli. Davanti alle telecamere c'è don Benzi, il sacerdote riminese che nei giorni scorsi aveva denunciato dei casi di sparizione sospette all'interno di alcuni centri di recupero per tossicodipendenti.

"Confermo le mie accuse - dice don Benzi - anche se parlavo in generale e non di San Patrignano. I magistrati dovrebbero indagare anche su tutti i morti di overdose tra i fuoriusciti dalle comunità. Bisognerebbe capire se quel buco il drogato se l'è fatto da solo o no". A questo punto scoppia la risata: alcune delle accuse gravissime apparse sui giornali sembrano sgonfiarsi e allontanarsi rapidamente, come fa un palloncino.

A telecamere spente, sotto un tramonto rossastro, molti si avvicinano a Muccioli, e il clima è più sereno del giorno prima. Anche perché un "nemico storico di San Patrignano", come l'ha definito il conduttore di trasmissione, ha sotterrato l'ascia di guerra. Si tratta di Marco Pannella, anche lui ospite del programma. Ha dimenticato le antiche polemiche, le accese discussioni, gli attacchi al fondatore di San Patrignano nella battaglia pro o contro la liberalizzazione della droga che tante volte li ha costretti a fronteggiarsi in duelli all'ultima e feroce battuta. In un momento così drammatico per la comunità Marco Pannella ha dimenticato tutto, ha voluto dimenticare ed è corso, in difesa dei nuovi amici. Gli sono bastati pochi attimi per sentirsi uno di loro. San Patrignano, all'improvviso, è diventata anche "sua". E ha cominciato a difenderla con il coraggio di sempre. Per Pannella un'altra battaglia.

"Mi sento molto vicino a voi - ha detto il leader radicale - perchè stanno tentando di criminalizzarvi. Non credo si tratti sempre di sciacallaggio della stampa, per poter dire questo aspetterei un mese, quando il clima sarà un po' raffreddato. A parte questo mi sento molto vicino a Muccioli perchè in fondo ci unisce la stessa passione, quella di risolvere il problema della droga. Sono gli indifferenti che sento lontani. Per questo vorrei passare qualche giorno in mezzo a voi - ha chiesto Pannella a Muccioli - Per parlare, per conoscerci e, se posso essere utile, per riflettere su quello che è successo a proposito dell'omicidio di Roberto Maranzano".

L'invito di Pannella è quello di "lasciare spazio ai dubbi" in modo da cogliere i meccanismi che hanno portato alla tragedia e cercare di rimuoverli. "Ma questo noi lo abbiamo fatto e lo stiamo facendo continuamente" hanno risposto due dei ragazzi intervistati durante la trasmissione. Comunque Pannella sarà il benvenuto, conferma Muccioli a telecamere spente.

Il rapporto di Pannella con San Patrignano ha avuto un prologo nel 1985. Il leader radicale aveva incontrato Muccioli e i ragazzi per parlare della liberalizzazione della droga, una proposta molto osteggiata dalla comunità. Gli interventi di alcuni ragazzi avevano commosso Pannella che, in quell'occasione ammise di dover rivedere certe sue posizioni. Tutto si concluse con un fraterno abbraccio tra Muccioli e Pannella. Per due anni Pannella non affrontò la questione, per poi riprenderla con la stessa posizione di prima. E questo molti ragazzi di San Patrignano non se lo sono dimenticato. Per cui l'attesa di ieri era grande, anche perchè come uomo Pannella è molto stimato.

"Nonostante le posizioni differenti - ha detto ieri Muccioli - è un vero amico perchè crede fino in fondo alle sue idee, come facciamo noi. E poi è una persona retta".

Sulla rettitudine di Don Benzi, invece non tutti a San Patrignano sono pronti a scommettere. "Persino la mia mamma cattolicissima - ci ha detto un ragazzo soprannominato "il tenero" - subito dopo la trasmissione mi ha detto che un prete non si deve comportare così". Ieri, tra le accuse lanciate da Don Benzi, anche quelle di abusi sessuali perpetrati verso i tossicodipendenti. "Quando si mettono insieme duemila persone, è fisiologico che ogni tanto qualcuno trasgredisca le regole, e poi dentro le comunità non ci finiscono mica gli angioletti, vero?" ha risposto Muccioli rivolgendosi al capannello di ragazzi intorno a lui. Un ragazzo in prima fila fa un cenno con la testa per confermare, poi sorride.

Durante la trasmissione televisiva il 90 per cento delle telefonate hanno espresso solidarietà a Muccioli.

Nel frattempo a Rimini, qualche chilometro più sotto, il giudice Franco Battaglino continua le indagini sull'omicidio di Roberto Maranzano. Ieri ha esteso l'imputazione di omicidio volontario anche ad Ezio Persico e a Giuseppe Lupo, i due giovani sospettati di aver trasportato e scaricato il cadavere della vittima vicino Napoli. L'imputazione finora gravava solo su Alfio Russo, il responsabile della macelleria dove lavorava Maranzano. "Non ho intenzione di aprire un maxi-processo alla comunità - ha dichiarato Battaglino - mi sforzerò di indagare solo sull'episodio Maranzano. Se ci saranno querele di parte, non escludo che l'inchiesta di possa allargare anche ad altri episodi".

 
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