(CAMPAGNA PARLAMENTARE MONDIALE PER L'ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE ENTRO IL 2000 - Partito Radicale/Lega Internazionale per l'abolizione della pena di morte entro il 2000)
Noi sottoscritti
Riteniamo che il diritto di ogni essere umano a non essere ucciso a seguito di una sentenza o misura giudiziaria, anche se emessa nel rispetto della legge, vada affermato nell'ambito di ogni ordinamento giuridico come nuovo, fondamentale diritto della persona.
Rivolgiamo alle Nazioni Unite l'appello ad operare subito, attraverso l'elaborazione di testi e programmi e la loro promozione a livello internazionale, perché questa nuova conquista nel campo del Diritto e delle leggi si realizzi, all'alba del nuovo millennio, ovunque nel mondo.
Chiediamo che ai paesi che eseguono condanne a morte nei confronti di minorenni, donne incinte, minorati mentali, anziani, venga immediatamente sollecitato l'impegno ad accettare o rispettare le esclusioni previste in questi casi dalle convenzioni internazionali, e che costituiscono ormai una consuetudine internazionale.
Chiediamo che, in occasione dei colpi di stato, il Consiglio di Sicurezza possa intervenire per imporre una moratoria delle esecuzioni per un periodo di un anno, ottenendo le più ampie garanzie processuali nei confronti dei giudicati, esigendone il rispetto a costo di un negato riconoscimento internazionale e di sanzioni.
Chiediamo che agli Stati mantenitori della pena di morte venga imposta una moratoria di tre anni delle esecuzioni, per consentire il tempo politico necessario alla statuizione del nuovo diritto individuale.
Chiediamo che, in relazione al tribunale internazionale competente a giudicare in ordine ad alcune fattispecie giuridiche o categorie di individui, venga escluso in ogni caso il ricorso alla pena capitale.
Hanno firmato centinaia di personalità della cultura, parlamentari e uomini di governo, tra cui: Albania: Gaqo Apostoli, MP, promotore della Lega Internazionale per l'abolizione della pena di morte. Angola: Antonio Alberto Neto, presidente del Partito democratico. Bolivia: Benjamin Miguel Harb, vice-presidente della Commissione prevenzione. Bosnia: Miro Lazovic, presidente del Parlamento. Bulgaria: Kadir Kadir, vice-presidente del Parlamento; Sonia Mladenova e Georgi Petrov, MP, promotori della Lega Internazionale per l'abolizione della pena di morte. Burkina Faso: Salfo Theodore Ouadraogo, primo vice-presidente del Parlamento, Costa d'Avorio: Laurent Gbagbo, MP, segretario generale del fronte Popolare; Essy Amara, ministro degli Esteri; Mollé Mollé, MP, fondatore della Lega Internazionale per l'abolizione della pena di morte. Croazia: Stipe Mesic, presidente del Parlamento; Josip Manolic, presidente della Camera delle Contee. Francia: Edgar Morin, filosofo; Alain Finkielkraut, scrittore;
Olivier Mongin, direttore di "Esprit"; Pierre Marie Boucher, segretario del Movimento dei radicali di sinistra ; Kazakistan: Ermuhamet Ertysbaev, vice-presidente commissione diritti umani. Kosovo: Mirie Rushani, vice-presidente Partito liberale. Irlanda; Mairead Corrigan Maguire, premio Nobel per la Pace. Italia: Alfredo Biondi, vice-presidente del Parlamento; Maria Pia Garavaglia, ministro della Sanità; Antonio Maccanico, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio; Gino Giugni, ministro del Lavoro; Ugo Gregoretti, regista. Lituania: Mindaugas Stakvilevicius, MP, presidente della Commissione per i diritti umani; Lionginas Shepetis, membro dell'Accademia delle Scienze, già ministro della Cultura. Moldavia: Alekou Renitse, MP, vice-presidente commissione ecolgia. Polonia: Mikolaj Kozakiewicz, MP, promotore della Lega Internazionale per l'abolizione della pena di morte. Russia: Mikhail Zolotuhin, MP. Spagna: Fernando Savater, scrittore. Stati Uniti: Franco Modigliani, Premio Nobel per
l'Economia; Ramsey Clark, già ministro della Giustizia; Hans Janitschek, già segretario dell'Internazionale Socialista; Lawrence Ferlinghetti, poeta; William Kunstler, avvocato; Henry Schwartzchild, director emeritus ACLU. Sud Africa: Cyril Pillay, MP, promotore della Lega Internazionale per l'abolizione della pena di morte. Ungheria: François Fejtö, scrittore.
Hanno firmato oltre 50.000 cittadini di 67 paesi: Albania, Argentina, Australia, Austria, Belgio, Bielorussia, Bolivia, Bosnia Erzegovina, Brasil, Bulgaria, Burkina Faso, Camerun, Canada, Cile, Colombia, Costa d'Avorio, Croazia, Danimarca, Ecuador, Egitto, Estonia, Ex-Jugoslavia, Finlandia, Francia, Germania , Ghana, Gibilterra, Grecia, Guatemala, Inghilterra, Kazakhstan, Kenia, Kosovo, Irlanda, Israele, Italia, Lettonia, Libia, Lituania, Lussemburgo, Macedonia, Messico, Moldavia, Nigeria, Norvegia, Paesi Bassi, Pakistan, Parlamento Europeo, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Romania, Russia, San Marino, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Sudafrica, Ucraina, Ungheria, Uzbekistan, Venezuela, Vojvodina, Zaire.
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Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
L'articolo 3 della Dichiarazione universale dei diritti dell'Uomo del 1948 afferma che:
"Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona".
Sesto protocollo aggiuntivo
alla Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo
L'art. 1 del Sesto protocollo aggiuntivo alla Convenzione europea dei diritti dell'Uomo del 1983 afferma:
"La pena di morte deve essere abolita. Nessuno deve essere condannato a tale pena o giustiziato".
Esso è' il primo trattato internazionale (giuridicamente vincolante, anche se in un ambito geografico delimitato)
a prevedere l'abolizione della pena di morte in tempo di pace;
Il Sesto protocollo è' entrato in vigore nel 1985 e, ad oggi, è' stato firmato da 20 Paesi, 18 dei quali l'hanno anche ratificato.