Radicali: transnazionaliIntervista di Violetta Grigorova a Emma Bonino pubblicata dal quotidiano bulgaro "Zemia" del 9 luglio 1993
SOMMARIO: Emma Bonino ricorda poi quali siano state le principali iniziative assunte nel passato nei confronti dei paesi dell'Est, a partire dal rifiuto del principio di "non ingerenza". Ribadisce che il partito radicale si è affermato come partito del "diritto alla vita" e della "vita del diritto", ed oggi cerca attivamente di promuovere la crescita democratica dell'ONU, per farne un "governo" dei conflitti a livello mondiale. Bonino nega quindi che il partito radicale sia mai stato un partito di intellettuali, quanto piuttosto, sempre, un "partito della gente". Infine, si augura che i paesi dell'Est, e innanzitutto la Bulgaria, si associno alla CEE, anche per rinnovarne l'antiquata politica agricola, così importante per quei paesi.
(ZEMIA, 9 luglio 1993)
Dal 15 al 18 luglio 1993 a Sofia si terrà l'Assemblea di più di 400 parlamentari, provenienti da 40 paesi, iscritti al Partito radicale transnazionale. Questo è stato il motivo di rivolgerci al Presidente del partito Emma Bonino, nota in Italia per il suo impegno nella difesa dei diritti umani.
Emma Bonino è nata nel 1948. E' presidente del Partito radicale. Diverse volte è stata eletta deputato per i radicali al Parlamento italiano e nel Parlamento europeo. E' una delle prime nel PR che si è impegnata a fondo nel richiamare l'attenzione di tutti sui problemi dello sterminio per fame nel mondo.
E' segretario della presidenza della Camera dei deputati nel Parlamento italiano.
Con Emma Bonino si è intrattenuta Violetta Grigorova.
D. Quali sono i valori umani incarnati nei principi del nuovo Partito Radicale Transnazionale ? E quali scopi si prefigge nel contesto europeo?
BONINO - Il Partito Radicale Transnazionale vuole promuovere una politica fondata sul "Diritto alla Vita" e la "Vita del Diritto". Il diritto alla è vita minacciato oggi dalle nuove barbarie, la "pulizia etnica" in Jugoslavia e in Germania o la recrudescenza dell'uso della pena di morte come strumento di repressione politica, il disordine internazionale che sta devastando regioni intere del globo dalla Somalia alla Cambogia o la distruzione fisica dell'ambiente e della vita che sul suo equilibrio si fonda. Il diritto alla vita si fonde con la ricerca della vita del diritto. L'umanità è oggi minacciata dalla crisi del diritto, dalla mancanza di regole e leggi certe, forti, non imposte ma difese da una autorità capace di farsi rispettare (in primo luogo dall'ONU, una ONU, ovviamente, riformata e resa più democratica) perché circondata dal consenso della gente. Queste carenze sono particolarmente gravi nei paesi dell'Est, la cui cultura e sensibilità giuridica è stata devastata da mezzo secolo di dominazione co
munista; ma sono presenti anche all'Ovest, dove il senso dello Stato di diritto si sta affievolendo e consumando pericolosamente.
Ma se noi vogliamo tenere a Sofia la nostra Assemblea è perché pensiamo che proprio nei Paesi dell'Est vi siano oggi occasioni per una grande svolta democratica, che potrebbe persino essere di esempio all'Ovest, e scuoterlo dal suo torpore. Voi avete delle opportunità enormi davanti a voi: e penso alla questione ambientale, alla possibilità di fare del Danubio un modello di sviluppo ambientale-produttivo eccezionale, unico al mondo. Noi radicali transnazionali siamo quanche per imparare, per apprendere.
D. Visto che anche su scala internazionale il Partito Radicale è un partito prettamente di intellettuali, dove vede il posto della gente comune, la gente di campagna e quali saranno i passi per poter farne proprie le idee?
BONINO - No, no. Il partito radicale non è mai stato un partito di intellettuali, ma proprio, sempre, il partito della gente comune, degli emarginati dalla politica e dal potere oppressivo dei partiti, dei poveri. Esempi? Coloro che negli anni '70 chiedevano il divorzio - tutta gente costretta a vivere ai margini della società, umiliata negli affetti e a rischio anche di venire processata per bigamia - erano perfino derisi dalla stampa, dalla TV di Stato, dai partiti, come "cornuti", o quanto meno "fuorilegge del matrimonio"; e così i detenuti nelle carceri, spesso in attesa ancora di processo, in condizioni disumane; e così i pensionati per i quali abbiamo chiesto il miglioramento delle pensioni sociali. ecc. Oggi, poi, non c'è più distinzione tra "gente di campagna" e "gente di città". Tutti i cittadini debbono godere degli stessi diritti, a partire dal diritto all'informazione, alla difesa dell'ambiente, della giustizia, ecc.
D. Noi siamo democrazie in periodo di transizione. L'agricoltura è alla base dell'economia di ogni società. Come giudica l'atteggiamento della CEE, nei confronti delle agricolture degli ex paesi dell'Est, inclusa la Bulgaria ? E quali sono le vie opportune per poter avviare le economie nazionali su strade giuste?
BONINO - La CEE è ormai inadeguata a rispondere alle esigenze per le quali era stata creata. Anche la sua legislazione per l'agricoltura è ormai inaccettabile e va rivista completamente. Ma per poterla riformare occorre che i paesi dell'Est aderiscano alla CEE, in modo organizzato e concorde, per portarvi piani comuni, di respiro transnazionale, "regionale", capaci di imporre una revisione profonda del sistema CEE, non in forme assistenziali ma paritarie, fondate sullo scambio libero e produttivo delle risorse. Per la Bulgaria e i paesi dell'Est, con la loro specificità produttiva, anche agricola, è una occasione immensa, da non perdere.
D. Lei è una donna che ha dimostrato tanto coraggio, coerenza e intelligenza nel corso delle battaglie politiche sia nel Parlamento italiano che fuori. Qual' è la forza morale che La protegge nei momenti di disperazione?
BONINO - Quella che deve nutrire un democratico, un cittadino che crede che la politica non è sempre e solo corruzione o violenza, ma anche e sopratutto il libero esplicarsi delle migliori energie intellettuali e morali della donna e dell'uomo. Noi abbiamo in questo ricevuto un grande insegnamento dalla resistenza che nei paesi dell'Est tanti intellettuali, tanti vostri concittadini, hanno opposto al Tallone di ferro della dittatura comunista. Ci dicevamo: se loro riescono a manifestare la loro fiducia e speranza nella democrazia, come possiamo noi cedere a debolezze e scoraggiamento? L'esempio della "dissidenza" anticomunista mi è stato spesso di conforto e di sprone.