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Vito Elio - 22 luglio 1993
Ma la sinistra è in mezzo al guado
di Elio Vito

SOMMARIO: Elio Vito, deputato e consigliere comunale della Lista Pannella a Napoli rivolge alcune domande alle forze politiche napoletane al fine di verificare se la sinistra è disponibile a costrure una proposta per il governo della città, con un programma valido, un'ampio schieramento di forze ed un candidato autorevole a Sindaco. Le contraddizioni del Pds ed il richio di consegnare Napoli alla conservazione, alla continuità con le attuali e precedenti gestioni.

(LA REPUBBLICA, Cronaca di Napoli, 22 luglio 1993)

Le dimissioni del Sindaco Tagliamonte possono finalmente consentire un dibattito tra le forze politiche fondato su scelte strategiche di ampia prospettiva e non più solo su propagandistiche dichiarazioni.

Innanzittutto, c'è da registrare con preoccupazione il tentativo avviato da alcuni settori della maggioranza uscente di ricostituire con un altro Sindaco il vecchio quadro politico, nella disperata difesa dell'esistente. A questo punto, devono uscire allo scoperto con decisione e forza quei consiglieri comunali che hanno sostenuto Tagliamonte e sono ora convinti che occorra dare seguito in modo completamente diverso alle sue dimissioni.

Anche l'opposizione di sinistra è chiamata a dare delle risposte importanti.

Essa dovrà costruire una proposta per il governo di Napoli, con un programma valido, un'ampio schieramento di forze ed un candidato autorevole a Sindaco.

Pertanto, tutte le forze politiche e civili, democratiche, progressiste, riformatrici, libertarie, ambientaliste di questa città devono in questi giorni impegnarsi concretamente per verificare quali sono le loro ragioni comuni, piuttosto che logorarsi in una generica campagna per lo scioglimento del Consiglio Comunale.

Il nostro obiettivo non può essere semplicemente il voto, ma deve diventare il governo della città, con un nuovo Sindaco per il quale chiedere i consensi.

Corriamo il rischio, altrimenti, di avere magari anche le elezioni anticipate, ma per consegnare la città per i prossimi 4 anni alla conservazione, alla destra, alla continuità con le attuali e precedenti gestioni. Allora, è necessario chiarire alcune questioni preliminari e fondamentali.

Negli scorsi mesi, in Consiglio Comunale avanzammo la candidatura di Aldo Masullo, raccogliendo adesioni e critiche. Tra le critiche quelle di Rifondazione e Rete. Tra le adesioni, quelle di laici e socialisti, che votarono per Masullo, alcuni con tanta convinzione da rifiutare poi di entrare a far parte della Giunta Tagliamonte. Ora, cosa significa per il PDS avere intrapreso una mobilitazione per lo scioglimento del Consiglio proprio con chi - Rifondazione e Rete - votò contro Masullo ? Significa forse aver rinunciato alla candidatura Masullo ? Se è così, mi permetto di non essere d'accordo, ed altri, immagino, che lo siano con me.

O, ancora, con quale credibilità si può pensare di procedere, rinunciando ai contributi ed ai sostegni acquisiti, di chi si è già mostrato d'accordo sul nome prestigioso di Masullo ?

Esistono, poi, naturalmente, problemi di contenuto, sui quali è urgente il confronto. Siamo tutti convinti e consapevoli che bisogna superare una gestione clientelare della pubblica amministrazione e del personale, che è stata anche fortemente consociativa? Direi di no, a vedere l'ultima votazione sulla convenzione per lavori socialmente utili, con PDS e Rifondazione che insieme alla maggioranza hanno votato a favore.

Inoltre, può guidare una fase davvero autentica di cambiamento il PDS che, particolarmente a Napoli, è stato coinvolto nella spartizione del potere e del sottopotere, con responsabilità, metodi e risultati spesso simili a quelli degli altri partiti ?

Piuttosto che agitare slogan e proclami di guerra, è su questi temi, credo, che occorra riflettere, al più presto e serenamente.

Dopo le dimissioni, alla Giunta Tagliamonte non resta che presentare il Bilancio visto che ha esaurito il proprio compito. Per quel momento, solo se sapremo essere davvero pronti con la proposta per governare Napoli, potremmo responsabilmente chiedere lo scioglimento del Consiglio ed andare al voto. Ogni altro percorso, compreso quello di volere solo lo scioglimento, mi pare demagogico e velleitario. Potrà servire alle ambizioni personali di qualcuno, potrà corrispondere agli interessi della vecchia sinistra che si candida alla sconfitta, ma non servirà ai napoletani, né risponderà alle speranze di cambiamento ed all'esigenza di far finalmente prevalere il rigoroso rispetto dell'interesse generale nel governo della città.

 
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