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Il partito nuovo - 27 luglio 1993
Il duemila? senza patiboli!

SOMMARIO: Dalla nascita in Inghilterra, nel 1787, di un movimento per l'abolizione della schiavitù, passano sette anni e la Convenzione decreta l'abolizione della schiavitù nelle colonie francesi. Mentre è condannata in Europa, tra il 1800 e il 1875, la tratta dei neri continua a essere attiva nelle regioni islamizzate dell'Africa. Scompare in America, dagli Stati del nord, sin dagli inizi del secolo, ma nel sud, ancora nel 1860, 350.000 famiglie bianche possiedono tre milioni di schiavi. Cinque anni dopo, il 13· emendamento alla costituzione degli Usa abolisce la schiavitù. Quanti secoli ci vorranno per abolire la pena di morte?

(IL PARTITO NUOVO, N. 11, 27 luglio 1993)

PROMUOVERE UN NUOVO DIRITTO DELLA PERSONA

Un appello alle Nazioni Unite, diffuso attraverso il numero precedente di questo giornale, sottoscritto da 50.000 cittadini, Premi Nobel, parlamentari, personalità del mondo della cultura e della scienza di tutto il mondo, chiede all'ONU di operare subito perchè il "diritto a non essere uccisi" sia affermato come nuovo, fondamentale diritto della persona. All'alba del nuovo millennio, vogliamo veder affermato ovunque nel mondo, e scritto nei testi fondamentali della Comunità internazionale e degli Stati, il diritto a non essere uccisi a seguito di una sentenza o misura giudiziaria, anche se emessa nel rispetto della legge.

L'obiettivo è ottenere una Risoluzione dell'ONU in tal senso. Non vogliamo però che essa abbia i connotati generici o minimalisti di tante altre risoluzioni sullo stesso tema approvate e subito cadute nel nulla. E in tal senso salutiamo con favore la Risoluzione del 25 maggio 1993, n. 827, del Consiglio di Sicurezza, che stabilisce che la pena capitale non possa essere comminata dall'istituendo Tribunale ad hoc contro i crimini commessi nella ex-Jugoslavia: come può ritenersi legittima la pena di morte inflitta da un qualsiasi Stato, se la Comunità internazionale (di cui quello Stato è membro) la esclude per crimini di guerra gravissimi, e per lo stesso genocidio?

Questo passo avanti ottenuto per via indiretta ci conforta ad una iniziativa più precisa e mirata: vorremmo far sì che allo stesso giorno, alla stessa ora, nel maggior numero di parlamenti - e col sostegno della mobilitazione della pubblica opinione e dei mezzi di informazione - vengano presentati progetti di legge di comune ispirazione e indirizzo, che impegnino i rispettivi Governi a promuovere presso l'ONU questo nuovo diritto della persona.

Un'altra strada che può esser percorsa fruttuosamente è quella dell'impegno di tutti perchè si affermi una "consuetudine" internazionale che sancisca l'indisponibilità allo Stato della vita di qualsiasi cittadino, anche se colpevole di gravissimi reati, quale base suprema di tutto il sistema internazionale dei diritti umani. Tale tipo di norma, portato della partecipazione convinta agli accordi internazionali da parte di un altissimo numero di Stati, prevarrebbe anche sul diritto interno contrastante ed opposto.

Alcune direttive di confronto si presentano immediatamente per questa battaglia:

1) gli Stati Uniti, per il ruolo internazionale cui assolvono, rappresentano un fronte decisivo della battaglia abolizionista; occorre mettere alla prova l'Amministrazione Clinton, ottenere una moratoria di tre-cinque anni, la ratifica del patto Internazionale per i Diritti Civili e Politici che pone limitazioni alle esecuzioni di minori, donne incinte, malati di mente. La presentazione in più parlamenti di mozioni che invitino i Governi ad "obiettare" alle "riserve" degli USA alla ratifica di questo atto internazionale potrebbe costituire il primo confronto tra paesi abolizionisti e gli USA di Clinton.

2) Un'Europa senza pena di morte può essere obiettivo intermedio, da conseguire entro il 1995/96. In tal senso occorrerà sviluppare l'iniziativa verso i paesi della ex unione Sovietica, i Paesi Baltici, la stessa Russia e la Bulgaria, che hanno proposte di legge depositate in parlamento.

3) Il seminario del POPEM (Organizzazione per la pace dei popoli dell'Europa e del Mediterraneo) di Tunisi del 16 novembre 1992, ha promosso un Comitato per l'abolizione della pena di morte nel Mediterraneo e sta organizzando una grande Convention dei Paesi arabi e del Mediterraneo. Analoga iniziativa potrebbe essere assunta verso l'Africa entro il 1994.

4) E' poi urgente avviare una iniziativa nei confronti del Vaticano, mentre è uscito il Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica con la tesi della legittimità della pena di morte. L'appuntamento potrebbe essere una marcia abolizionista a San Pietro per Pasqua 1994.

5) Infine, nel febbraio scorso a Roma, durante il Congresso del partito radicale, si è svolta una Convention per la costituzione della Lega Internazionale per l'abolizione della pena di morte entro il 2000. Si è costituito un Comitato promotore che ha assunto come obiettivo la convocazione entro un anno di un Congresso Mondiale di fondazione della Lega. Questa potrebbe divenire la sede adeguata per la crescita dell'intera iniziativa.

 
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