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Russo Rossi Domenico - 22 ottobre 1993
Referendum, al via
Le firme per votare all'inglese

I quesiti di Pannella. No di Segni, Lega e Pds

di Domenico Russo Rossi

SOMMARIO: Dà informazioni in merito alla presentazione dei tre quesiti referendari per la riforma del sistema elettorale in senso davvero uninominale (all'inglese o alla francese). Elenca correttamente firmatari e adesioni, riferisce sulle ragioni addotte da quanti, interpellati, non hanno aderito (Segni, Bossi, ecc.).

(LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO, 22 ottobre 1993)

ROMA - Alla ricerca di un "18 aprile bis", ieri i referendari sono tornati alla carica presentando altri tre quesiti in Cassazione sulle norme elettorali di Camera, Senato e Comuni. Abrogando una serie di articoli delle leggi in vigore, i referendari vorrebbero introdurre un meccanismo "all'inglese": uninominale maggioritario secco; in ogni collegio chi ha più voti, cioè, viene eletto, senza alcun recupero o riparto proporzionale. All'appello di Pannella, non hanno però risposto nè Segni nè Bossi. Spicca anche l'assenza del Pds, mentre la Dc figura con adesioni "personali" (tra i promotori, Scarlato e Alessi). Se la raccolta delle firme avrà successo (servono entro dicembre 500-700 mila adesioni), la nuova consultazione referendaria si terrà tra il 15 aprile e il 15 giugno del '95. E' un appuntamento "di prudenza e preveggenza democratica - ha commentato Pannella - in un Paese che ha dinnanzi a sè difficili situazioni anche per la prossima legislatura. Conquistare un appuntamento istituzionale e democratico

certo significa anche responsabilizzare il prossimo Parlamento".

Marco Pannella non figura tra i presentatori-firmatari ma solo perchè si era allontanato proprio nel momento in cui è stato chiamato per la sottoscrizione. L'assenza di Mario Segni non è invece casuale; ha motivato la non adesione con divergenze di contenuto: "Il completamento della riforma istituzionale si deve indirizzare verso obiettivi non del tutto coincidenti con quelli dei referendum oggi proposti. Il principale è l'elezione diretta del "primo ministro" ed il sistema elettorale che più si concilia con questo è il collegio uninominale con il ballottaggio a due turni". "Mi auguro - ha scritto Segni a Pannella - soprattutto sul primo obiettivo (ndr: elezione diretta del "premier") di fare assieme battaglie in Parlamento e nel Paese", riservandosi peraltro la possibilità di appoggiare le tre richieste referendarie se "Parlamento e Governo si dimostrassero inerti".

Una divergenza che Segni dunque non ha voluto drammatizzare; del resto, il "suo" Gianni Rivera è tra i firmatari ed ha spiegato di aver informato Segni di questa sua decisione non ricevendo obiezioni. A Pannella è però rimasta una punta di amarezza che traspare da questa replica: "Solo in questo contesto (ndr: il "sistema anglosassone") si potrà eventualmente vincere la battaglia per un'elezione diretta del capo dello Stato, di quello dell'esecutivo e del presidente delle regioni". E l'assenza di Bossi "corteggiato" fino all'ultimo? Pannella, che ancora ieri mattina l'ha sollecitato, ha scrollato le spalle: "Non mi è molto chiaro, mi pare faccia un po' di confusione. Bossi teme che la gente "non capisca" perchè bisogna cambiare una legge appena votata".

Nel gruppo promotore, numerose invece le adesioni di repubblicani: quasi tutti i deputati, da Bianco ed Ayala (componente progressista di "Ad"), a Castagnetti e Gorgoni (repubblicani "centristi"), fino al segretario reggente Bogi che ha mandato una lettera per scusarsi dell'assenza e confermare la propria adesione per modificare la "legge Mattarella". La "Voce repubblicana", in proposito, ha anche rimproverato Martinazzoli di un tardivo pentimento per il rischio che il nuovo meccanismo elettorale spacchi il Paese in tre aree contrapposte; comunque "nei pochi mesi che precedono le elezioni, tutte le energie andrebbero orientate ad introdurre quei necessari correttivi": di qui, un sollecito al capo dello Stato perchè "richiami il Parlamento" a far fronte a tale esigenza.

Anche i liberali (dal capogruppo dei deputati Melillo al presidente Biondi, a Sterpa e Zanone) hanno aderito numerosi; naturalmente il movimento federativo radicale, ed ancora i verdi, l'ex-pidiessino Bordon (progressisti di "Ad"), il Psdi, ed anche il Psi con il segretario Del Turco: ma l'adesione del "garofano" è riservata - in termini referendari - al quesito sui Comuni e - in termini politici - alla prospettiva del "Partito democratico" che persegue Pannella. Una prospettiva che si potrebbe coniugare con quella di Giuliano Amato che ieri ha rilanciato l'esigenza di una "formazione effettivamente nuova" (non ex-psi, ex-dc, ex-pli, ecc.) per evitare il "deleterio bipolarismo tra Pds e Lega".

 
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