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Il quotidiano radicale - 25 ottobre 1993
Il quotidiano radicale

SOMMARIO: Editoriale di presentazione del progetto editoriale, apparso sul numero uno di "1994, Il quotidiano radicale": delinea le caratteristiche dell'iniziativa, con la richiesta di collaborazione ai pubblicitari, il febbrile lavoro per realizzarla, l'attenzione prestata all'attualità ma anche il recupero della storia intera del partito e delle sue lotte - sia quelle vincenti che quelle non riuscite - "che il dolo dell'informazione ha nascosto, deformato, violentato": "non sarà un bel giornale, ma forse è utile...Da non buttare, da conservare. Con amore, con fiducia..."

(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 25 ottobre 1993)

Otto pagine. Per venti giorni. Nient'altro. Poco, per essere un "quotidiano". Tutto quello che era possibile, che è possibile, oggi, al partito dei trentasettemila: con la loro iscrizione, i loro soldi, ci hanno consentito anche questo sforzo editoriale. Altro non potremmo. Dunque, 160 pagine.

160 pagine, in meno di un mese, per convincere quel poco più di trentamila persone a rinnovare il loro impegno - firmare l'assegno, o compilare il vaglia telegrafico, o estrarre e usare la Carta di Credito (senza la quale, a febbraio, avremmo fallito) - e darci slancio e forza, per un altro anno ("e a farsi carico di altre iscrizioni, magari"). Le abbiamo compilate in due, tre settimane, con le nostre energie e magari con un po' di disperazione: ce la faremo? Attorno, in sede, altri compagni, militanti - quelli delle Liste Pannella - febbrilmente al lavoro per preparare la campagna elettorale di novembre, consentire la organizzazione dei referendum per la definitiva battaglia antipartitocratica e la nascita del "Partito Democratico".

A chi chiedere aiuto, idee, sollecitazioni, una iniezione di fiducia? Marco suggerisce: "Proviamo con i pubblicitari, i grafici, i fotografi che sanno creare l'immagine". Già sta aiutandoci a scegliere foto Tano D'Amico. Una mattina piomba Oliviero Toscani, ascolta, rimugina, si impegna. E poi gli altri, Giancarlo Livraghi, Sanna, Pirella, Mortaroli, Muccini... E Vincino, Staino, i vignettisti...Tanti, alla fine, attenti e persuasi. Un lungo, straordinario elenco, una solidarietà che è più che simpatia.

Ma il giornale è politica, essenzialmente. E' attualità. E' il giorno dopo giorno dei progetti, delle iniziative, delle battaglie. Per fortuna, queste non mancano, anzi. Emma ci ha raccontato qualche giorno delle sue "vacanze". Basta raccogliere qualche altro dato e il giornale si fa subito spesso, denso di fatti, di spunti, di progetti. E poi, non dimentichiamo il passato. Anche questo è - incredibilmente - attualità. Certo: chi ricorda? Trenta anni, migliaia di giorni, di volti, di fatti che il dolo dell'informazione ha nascosto, deformato, violentato.

Recuperiamola, questa storia...Il divorzio, l'obiezione di coscienza, Tortora, i referendum vinti, Leone deposto, il Tribunale ad hoc, il dialogo con Boutros Ghali. E Scalfaro, già. Ma anche Toni Negri, Cicciolina, i referendum persi, le amarezze dei giorni apparentemente dispersi, le incomprensioni, i fallimenti. Gli autoconvocati? Anche loro. Chi conosce tutto questo? Chi è capace di leggere questa storia unitaria e unica, di interpretarla, riconoscerne i protagonisti, gli autori, le comparse?

Il giornale, "1994, il quotidiano radicale" nasce, prende corpo, a pezzo a pezzo, oltre la speranza ma anche oltre i timori. Non sarà un bel giornale, ma forse è utile. Forse, addirittura, è necessario. E non solo per avere trentasettemila iscritti. Anche per ricordare e fare vivere. Da non buttare, da conservare. Con amore, con fiducia. In noi stessi, e nel futuro.

 
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