Promossa dai radicali una campagna internazionale di pressione dell'opinione pubblica sull'Onu e gli Stati membri
SOMMARIO: Si dà conto dell'iniziativa del partito radicale per dare corpo effettivo alla risoluzione 827 del Consiglio di Sicurezza delle N.U. che istituisce il Tribunale ad hoc sui crimini nella exJugoslavia. Si ricordano i passi compiuti, le adesioni internazionali raccolte, ecc.
(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 25 ottobre 1993)
Il 25 maggio di quest'anno il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite approva, all'unanimità, la risoluzione 827. Viene così formalmente istituito il Tribunale ad hoc per i crimini commessi nella ex-Jugoslavia.
Trascorrono 4 mesi e nulla si muove al Palazzo di Vetro di New York: dopo l'approvazione della risoluzione tutto tace.
Il 10 settembre, di fronte alla latitanza delle diplomazie vecchio stile, il Partito radicale promuove un appello per chiedere formalmente alle Nazioni Unite la concreta ed effettiva applicazione della loro stessa risoluzione: si deve infatti trovare una sistemazione logistica; si devono nominare gli undici giudici della Corte e il Procuratore generale; si devono stanziare i fondi finanziari necessari; si devono costituire gli staff tecnici; deve essere dato avvio alla raccolta di prove e testimonianze, ovvero alla effettiva attività di istruzione dei procedimenti.
A settembre parte la campagna. Bisogna raccogliere un numero sufficiente di adesioni all'appello per indurre le Istituzioni internazionali e le vecchie diplomazie ad applicare la risoluzione del Consiglio di sicurezza. L'appuntamento è per il 1· novembre, tra pochi giorni. Quel giorno una delegazione del Partito Radicale presenterà le firme raccolte allo stesso Segretario generale delle Nazioni Unite, Boutros Boutros Ghali.
Già l'11 settembre iniziano ad arrivare adesioni prestigiose: tre Premi Nobel, Vassily Leontief, Nobel per l'economia nel 1973, George Wald, Nobel per la medicina nel 1967 e Nevil Mott, Nobel per la fisica nel 1977. Arriva la firma di Bernard Kouchner, già ministro francese della Sanità e dell'Azione Umanitaria, fondatore dell'organizzazione internazionale "Médécins Sans Frontières". Il giorno dopo aderisce un altro scienziato di fama mondiale, Ilya Prigogine, premio Nobel per la chimica nel 1977. E ancora una volta personalità della cultura, dello spettacolo, del giornalismo affidano il loro nome al Partito Radicale: Vincino, Giancarlo Sbragia, Vittorio Gassman...
Ma, specialmente, firmano parlamentari di nazionalità non italiana. La campagna politica è transnazionale. L'elenco delle adesioni si apre con 9 eurodeputati del Parlamento di Strasburgo e con 4 esponenti del mondo politico croato. E poi Marek Edelmann, sopravvissuto alla rivolta del ghetto di Varsavia contro la tirannia nazista, Predrag Matvejevic, scrittore croato, Alain Elkann, scrittore francese.
Dopo un mese e mezzo, trenta premi Nobel, 102 europarlamentari di Strasburgo (di tutti i gruppi) 2 deputati austriaci, 70 albanesi, 8 armeni, due argentini, due azeri, 3 belgi, 28 burkinabè, 21 bulgari, 7 bielorussi, 5 bosniaci, dei canadesi, un boliviano, un ivoriano, 68 croati, due tedeschi, due spagnoli, sei britannici, 33 georgiani, 7 ungheresi, 178 italiani, un israeliano, un kazako, tre lituani, 22 macedoni, 19 moldavi, 2 norvegesi, quattro portoghesi, due polacchi, sei rumeni, 8 russi, due finlandesi, due sloveni, due slovacchi, 24 ucraini, un egiziano, un parlamentare Usa, due serbi, 6 montenegrini e 50 kosovari hanno sottoscritto l'Appello promosso dal Partito Radicale. Moltissimi anche gli uomini di cultura: dal drammaturgo Eugene Ionesco al fisico Antonino Zichichi, dallo scrittore e giornalista Fernando Savater al biologo Henri Laborit, dallo scrittore Claudio Magris al rabbino-capo di Roma Elio Toaff e al sociologo Ralph Dahrendorf.