La Corte Suprema degli Stati Uniti sul caso Herrera e la risoluzione del Parlamento Europeo sulla pena di morte
SOMMARIO: Ricorda la terribile "sentenza" della Corte Suprema degli Stati Uniti, secondo il quale "una rivendicazione di innocenza effettiva non è di per sè un diritto costituzionale". "La Corte Costituzionale afferma che l'unica verità di cui la giustizia tiene conto è quella processuale..."
(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 26 ottobre 1993)
"A claim of actual innocence is not itself a constitutional claim" (Una rivendicazione di innocenza effettiva non è di per sé un diritto costituzionale), così scrive la Corte Suprema degli Stati Uniti sul caso Leonel Torres Herrera, condannato a morte nel Texas nel gennaio scorso. Con questa sentenza, essa risponde alla obiezione che più frequentemente viene sollevata dai movimenti contro la pena di morte: e se quello che state uccidendo fosse innocente? La Corte Suprema afferma che l'unica verità di cui la giustizia tiene conto è quella processuale e che l'innocenza che si manifesti a processo terminato non è di per sé costituzionalmente rilevante. Come dire che un cittadino non è processabile due volte per lo stesso reato: né quando si riveli colpevole ma sia stato giudicato innocente, né quando si riveli innocente ma sia stato giudicato colpevole. Questo principio, che si fonda sul rispetto delle regole e accetta la parzialità della verità processuale, paradossalmente diviene integralismo giuridico allorc
hé ricorre a una soluzione totale come la pena di morte.
D'altra parte, la Costituzione americana consente a ogni cittadino di possedere un'arma personale, e l'opinione pubblica, di fronte all'80% dei delitti che rimangono impuniti, avanza la richiesta semplificatoria: chi ha ucciso venga ucciso.