di Samir Labidi (Giurista, Tunisia)SOMMARIO: Il vero problema, nei paesi islamici, non è la persistenza della pena capitale, quanto piuttosto l'assenza di garanzie giuridiche. Comunque, gli integralisti "non sono lo specchio della realtà dell'Islam...". In Marocco, in Egitto e in Tunisia si assiste ad esempio ad una evoluzione del diritto processuale.
(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 26 ottobre 1993)
"Oh credenti, la legge del taglione vi è prescritta in caso di omicidio. Per voi c'è una vita nel taglione. Oh uomini dotati di intelletto, forse così temerete Dio."
Corano, Sura 2, versi 178 e 179
Molti versi del Corano si riferiscono alla pena capitale, e sono molti i paesi islamici nei quali si pratica la pena della decapitazione con la spada. Tradizioni millenarie e radicate convinzioni religiose legittimano l'esecuzione capitale agli occhi della comunità e negli ordinamenti dello Stato, non come punizione, ma come liberazione. Ma la pena di morte non è una questione di paesi più o meno sviluppati.
Il pericolo vero sta nel fatto che - come avviene in Iran dove non c'è né giurisdizione, né difesa dell'imputato e sono stati uccisi quasi diecimila detenuti, o nei paesi del Golfo, o in Afghanistan, o nel Pakistan - la pena capitale è priva di garanzie giuridiche. Ciò detto, in Europa si ha una visione distorta dell'Islam, omologato tutto sugli integralisti che applicano la Sharia, la legge del taglione. Ma gli integralisti non sono lo specchio della realtà dell'Islam, né del suo progresso in materia di diritti umani.
In Marocco, in Egitto e in Tunisia si assiste a una evoluzione del diritto processuale. In altri paesi arabi islamici sono stati adottati codici penali in cui è prevista la pena di morte, ma sono stabilite garanzie come la difesa, il ricorso in Cassazione ed eventualmente la grazia.
In Tunisia, che è punto di riferimento in materia di status personale, di libertà e di diritti civili, è presente una forte tendenza abolizionista. Quando, il 7 novembre del 1987, Ben Ali divenne presidente della Repubblica, dichiarò in un'intervista a Le Monde di essere contrario alla applicazione della pena capitale. Da allora ci sono state decine di condanne a morte, ma il presidente ha sempre concesso la grazia, con l'unica eccezione di un adulto che aveva violentato e ucciso decine di bambini.