SOMMARIO: Elenca gli artisti e intellettuali, sopratutto scrittori, che hanno firmato l'appello per la costituzione del Tribunale ad hoc per la ex Jugoslavia.
(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 3 novembre 1993)
Mai come di fronte al dramma della ex Jugoslavia l'intellighenzia europea è apparsa disarmata. Pochi appelli, altrettante compromissioni: l'impotenza di fronte al genocidio - che si voleva irripetibile e superato - si è quasi sempre consumata nell'intimo, senza realizzarsi sulla pagina, in un film, in un quadro. Sarajevo, insomma, non ha prodotto ancora nessuna Guernica. Eppure, chiamati a raccolta per l'appello per l'immediata istituzione del tribunale internazionale sui crimini balcanici, gli artisti e gli intellettuali hanno firmato in massa. A rispondere sono stati soprattutto gli scrittori. Ha firmato ad esempio Czeslaw Milosz, il polacco Nobel 1980 per la letteratura. Lo stesso Milosz che appena due mesi fa ha lanciato, in forma di poesia, un duro monito contro l'Europa: "Che tremino e comprendano, nell'ultimo istante: la parola Sarajevo significherà da ora l'annientamento dei loro figli, la sozzura delle loro figlie./ Questo preparano, e si rassicurano - Noi, almeno, siamo al riparo - mentre cresce, d
entro di essi, ciò che li abbatterà". Accanto a Milosz, altri nomi prestigiosi: il russo Josip Brodsky, l'egiziano Nagib Mahfuz, l'albanese Ismail Kadaré, il peruviano Mario Vargas Llosa, gli spagnoli Manuel Vazquez Montalban e Fernando Savater, il croato Predrag Matvejevic, gli americani Allen Ginsberg e Gore Vidal, il cubano Carlos Franqui, l'ungherese Peter Nadas. E poi anche i grandi nomi del mondo del teatro: da Eugene Ionesco a Giorgio Strehler, Carmelo Bene, Maurizio Scaparro.