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Caggiano Giandonato - 5 novembre 1993
I diritti umani sono universali
di Giandonato Caggiano

Direttore del Sioi

Sospesi a Mosca i diritti civili. Come difendersi dai soprusi dello Stato

SOMMARIO: "E' un fenomeno molto recente [...] che l'individuo sia stato ammesso ad agire contro lo Stato [di appartenenza, n.d.r.] che ha violato i suoi diritti". Lo indica la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, ed oggi è impossibile accedere al Consiglio d'Europa senza aver ratificato questa Convenzione. Contro tale nuova forma di tutela dei diritti della persona e dell'individuo si muovono potenti interessi: "le mediazioni politiche e le controversie intergovernative sono, infatti, pilastri di quel 'realismo internazionale'" per il quale i governi preferiscono giostrare "nel calderone della politica internazionale". Ma occorre andare avanti e trasformare i "diritti fondamentali costituzionali" in "diritti umani universali".

(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 5 novembre 1993)

Il diritto internazionale regola i rapporti tra i governi; gli individui in quanto tali sono soggetti della società statuale, non della Comunità internazionale. L'individuo può dunque agire solo nell'ambito dello Stato. I diritti umani che pure hanno per oggetto gli individui, i loro diritti e libertà fondamentali, restano pertanto oggetto di una nuova dinamica diplomatica di accertamento, raramente di controversie giuridiche tra governi. E' un fenomeno molto recente, rispetto alla storia dell'uomo, che l'individuo sia stato ammesso ad agire contro lo Stato che ha violato i suoi diritti e le sue libertà fondamentali. E' infatti la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo ad ammettere l'individuo ad agire contro lo Stato di appartenenza, subordinando al consenso di quest'ultimo l'accettazione della procedura di ricorso individuale. Dagli anni '70 la procedura di ricorso individuale è stata accettata anche dall'Italia e, poi, anche dalla Francia. Oggi è impossibile accedere al Consiglio d'Europa senza aver ra

tificato la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo e aver accettato la procedura di ricorso individuale. E' evidente quanto sia cresciuta la consapevolezza che non esistono diritti individuali senza la possibilità di farli valere in giudizio da parte degli individui. Si rompe così l'isolamento dell'individuo nella sfera chiusa dello Stato e del suo governo, e si apre uno spazio di appello contro comportamenti dei governi inferiori ad uno standard minimo universale di rispetto dei diritti umani. Si comprende perché anche la recente Conferenza di Vienna sui Diritti Umani abbia frenato questa spinta verso una tutela giudiziaria internazionale dei diritti umani. Le mediazioni politiche e le controversie intergovernative sono, infatti, pilastri di quel "realismo internazionale" e di quella flessibilità che i governi, soprattutto quelli meno rispettosi dei diritti umani, preferiscono giostrare nel calderone della politica internazionale! Eppure la grande novità della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo del '48

e delle successive convenzioni è di aver trasformato i diritti fondamentali costituzionali in diritti umani universali; non dunque confinati nella difesa giudiziaria consentita dall'ordinamento giuridico di uno Stato, ma emergenti verso la sfera della giustizia internazionale.

 
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