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Il quotidiano radicale, Del Buono Oreste - 11 novembre 1993
Pronto?!
Dalla prefazione di Oreste Del Buono al libro "Radio Parolaccia"

SOMMARIO: Analizza il contributo fornito da Radio Radicale, con le sue "dirette" dall'interno delle istitzioni e quindi con "Radio parolaccia", per far meglio capire quale sia il rapporto tra la "classe dirigente" e gli "ascoltatori", il paese: "la volgarità di questi messaggi è solo per così dire estrinsecazione privata di una volgarità che è in tutta la vita per così dire pubblica..."

(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 11 novembre 1993)

...Solo Radio radicale, infatti, ha saputo fornirci i dati per giudicare l'attività del Parlamento, del Senato, dei Tribunali, delle Pubbliche Istituzioni. I resoconti in diretta, le puntuali registrazioni ci hanno consentito di vivere la vita stessa di chi ci governa e amministra: il ronzio delle voci, il turbine delle parole e gli stessi silenzi delle autorità, lo spessore delle loro esistenze rispetto alle loro funzioni. Per giorni e notti siamo restati ad ascoltare, increduli e nostro malgrado affascinati, come venisse interpretata e come venisse decisa da coloro che avevamo eletto la nostra sorte di Paese povero, sconnesso, malconsiderato, sconsiderato. L'incredulità ha cercato di contrapporsi al fascino, ci siamo ostinati a lungo a non accettare la veridicità del messaggio. Ma il messaggio era vero, l'incredulità non poteva prolungarsi.

[...] Chi, non essendo radicale, si era pure abituato a consultare Radio radicale per capire in quale mondo effettivamente vivesse, prima dell'estrema iniziativa di cui in questa antologia sono raccolte alcune significative trascrizioni, poteva conservare ancora un'illusione. L'illusione che tra la classe dirigente le cui voci ci arrivavano attraverso il microfono indiscretamente aperto e noi ascoltatori esistesse una differenza da allargare e irrobustire.

[...] L'illusione che tra la classe dirigente e noi ascoltatori esistesse una differenza da ulteriormente allargare e irrobustire, vacilla, tremola, si affievolisce come l'ultimo bagliore di una candela consumata. La differenza non esiste. Ci vorrebbe troppa ipocrisia, l'ipocrisia di quanti hanno accusato di oscenità Radio radicale, per sostenere di non essere coinvolti nella vicenda. Come potremmo dire di non esserlo? La volgarità di questi messaggi è solo per così dire estrinsecazione privata di una volgarità che è in tutta la vita per così dire pubblica...

 
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