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Il quotidiano radicale - 22 novembre 1993
Mosca, un golpe annunciato

SOMMARIO: Alcuni deputati radicali al parlamento russo e al Mossoviet si sono trovati al centro degli avvenimenti moscoviti, "alcuni a favore di Eltsin, altri contro". Si citano S. Andreev, S. Kalinin, S. Shaboldaev e L. Ivanov.

(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 22 novembre 1993)

Deputati radicali del Parlamento russo e del Mossoviet sono stati nell'epicentro dei tristi avvenimenti di Mosca; chi al Mossoviet, sulla Tverskaja di fronte alla sede del Pr, chi nelle sale della bianca torre del Parlamento, chi al Cremlino. Alcuni a favore di Eltsin, altri contro.

Sergei Andreev, ex-deputato del Soviet Supremo russo, fin dalla sera del 21, quando Elstin promulgava il decreto di scioglimento del Parlamento, ha fatto parte del gruppo di mediatori che hanno provato a risolvere la questione in maniera pacifica. "Io sono stato uno dei tre soli deputati - ha dichiarato - che ha votato contro l'impeachement di Eltsin. Quando è diventato chiaro che Eltsin, Khasbulatov, Rutskoi e gli altri non cercavano una soluzione pacifica ho lasciato la Casa Bianca."

Sasha Kalinin sostiene che si è deliberatamente provocata la reazione dei sostenitori del Parlamento per risolvere in maniera brutale e una volta per sempre lo scontro di poteri del bizzarro sistema russo. "Noi non possiamo riconoscere la legittimità dei decreti di Eltsin che sciolgono il Soviet Supremo e i Soviet locali perché accusati di fomentare la rivolta " dicono Sergei Sheboldaev e Lev Ivanov. Da radicali, abbiamo lanciato più volte, inascoltati, un appello per una soluzione nonviolenta del conflitto e per il rispetto della legalita'. Ma quando tutto è finito in mano ai criminali di professione, di entrambe le parti, non c'è stata più speranza."

" Ciò che è accaduto mostra come il popolo sia impreparato ad agire in modo democratico, come le parti in causa non abbiano la volontà di creare democrazia. Speriamo che la giustizia trovi i colpevoli di queste azioni squinternate", sostengono però unanimi i quattro deputati radicali. Ora si stanno preparando per le nuove elezioni, ma non sono certi di potervi partecipare.

 
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