AttoreSOMMARIO: Si iscrive per il 1994 perché è "fedele". Perché "non c'è di meglio", ecc. Al momento, teme una "Restaurazione", come dimostrano le vicende Rai. E' comunque giunto ad una "conclusione amara": l'Italia è un paese negato "alla democrazia". E' rimasto con i radicali di "dieci anni fa". Ritiene valida la scelta dei referendum proposti da Pannella.
(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 23 novembre 1993)
Perché mi iscrivo anche per il 1994? Perché sono fedele. Perché non c'è di meglio. Perché questo partito va aiutato. Perché sono vicino alle idee innovative, democratiche, per un riassetto della politica italiana.
Quasi tutto è peggiore rispetto a prima, anche se qualcosa - lo ammetto - sta cambiando. C'è però una cosa che mi preoccupa, in questo momento: vedo di fronte a noi il pericolo di una restaurazione. Basti guardare, tanto per fare un esempio, cosa sta succedendo alla Rai in procinto di essere riformata.
Certo, non tutti i passi compiuti da Marco Pannella mi sono comprensibili. La difesa del parlamento non l'ho capita.
Questo parlamento va cambiato, perché qualsiasi cambiamento è comunque meglio di ciò che abbiamo adesso. Per questo è importante tutto ciò che è avvenuto in questi ultimi due anni, anche la comparsa della Lega.
Sono giunto a una conclusione amara: l'Italia è un Paese negato per la democrazia. Sono esasperato, come lo erano i radicali dieci anni fa. E con quei radicali son rimasto: contro la partitocrazia, contro i patteggiamenti, contro l'intoccabilità della sinistra storica. Cosa possiamo fare, ora? I referendum che ha proposto Pannella.