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Paci Gabriele - 25 novembre 1993
Sberle e sberleffi
di Gabriele Paci

SOMMARIO: Riferisce i giudizi ostili di molti critici all'iniziativa degli "autonvocati" e ricorda l'episodio degli schiaffi "stampati sulla faccia di Pannella" dal guardaportone comunista alle politiche del '76, schiaffi poi persino "rivendicati" da Fortebraccio. Insomma, l'immagine radicale è "continuamente" deformata, senza uno sforzo di capire perché essi continuino "ad essere continuamente irriconoscibili, a scandalizzare", ecc. Non c'è che da aspettare: "forse tra qualche mese coloro che oggi non rinnovano l'iscrizione diranno ancora una volta:'Come erano bravi'"

(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 25 novembre 1993)

"Marco e i suoi vogliono far credere alla gente di difendere nobili principi, in realtà tutelano la sopravvivenza personale. In una parola, anzi in cinque: vogliono solo salvare il culo". Vittorio Sgarbi liquida sprezzante l'iniziativa degli 'autoconvocati'. Guido Quaranta, su 'L'Espresso' li descrive solo come "indicati da pentiti come amici di mafiosi, alle prese con la giustizia per corruzione, violazione di leggi urbanistiche, finanziamenti illeciti. Ci sono gli afflitti, alcuni strilloni, i velleitari, i ricattatori". Quando Pannella passa oltre, incalza: "C'è chi sostiene abbia sventolato la bandiera della difesa della legislatura, sostituendola subito dopo con quella referendaria al solo scopo, a lui congeniale, di far parlare di sè i mass media". Schiaffi, metaforici, che si incrociano con quelli, concretissimi, stampati sulla faccia di Pannella dal guardaportone di Botteghe Oscure durante le politiche del '76. Sberle poeticamente santificate da Fortebraccio su L'Unità: "Vogliamo rivendicare alla sbe

rla il suo carattere civile e persino affettuoso, quando è data al momento giusto e non varca i suoi limiti, come dire, fisiologici. E allora giù sberle e sberleffi, per gli autoconvocati, ma prima ancora per l'opposizione a compromesso storico e leggi d'emergenza, per le iniziative su giustizia giusta e responsabilità civile dei giudici, contro il finanziamento pubblico dei partiti (che per Nilde Iotti era garanzia contro la corruzione)...

Un'immagine continuamente deformata, senza tentare di capire i motivi per cui, accogliendo l'invito di Pasolini, si continua "ad essere continuamente irriconoscibili, a scandalizzare, a bestemmiare". Dieci giorni o dieci anni dopo si rivaluta, si apprezza, si rimpiange quel Pannella che, una volta, faceva sacrosante battaglie. E allora, se dinnanzi all'immagine caricaturale che gli strumenti d'informazione continuano a dare dei radicali arrivano settanta lettere indignate, non c'è che aspettare. Forse già tra qualche mese coloro che oggi non rinnovano l'iscrizione diranno ancora una volta: "Com'erano bravi!". Il partito transnazionale non é quello di ieri, ma la continuità non ci turba. Purché tra qualche mese, ancora una volta, non sia troppo tardi.

Gabriele Paci

 
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