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Il Quotidiano radicale, Abruzzese Alberto - 25 novembre 1993
Storie del transpartito: Alberto Abbruzzese
Sono stato accusato da un killer di professione...

SOMMARIO: Narra la personale vicenda di inquisito e colpito da avviso di garanzia per reati infamanti (anche "violenza carnale"); la sua è la storia di una inchiesta giudiziaria piena di "crepe e contradizioni" che non vengono riconosciute, di testimonianze platealmente false, di pentiti che raccontano particolari inesistenti. Probabilmente viene così punito per aver distrutto 200000 metri cubi di edilizia abusiva. Chiederà risarcimenti per miliardi da destinare alla fondazione Tortora.

(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 25 novembre 1993)

"Mi sono iscritto tre anni fa, perché era la mia stessa storia a portarmici: non ho mai voluto appartenere nè a una chiesa rossa nè a una bianca. Non volevo chiese, ho fatto la battaglia per il divorzio e per l'aborto. Pensavo di essere una persona libera...". E invece la storia di Salvatore Abbruzzese, 43 anni, deputato socialista di Napoli, comincia con un avvocato che non ricorda bene i numeri del codice penale contenuti nell'avviso di garanzia... Concussione? No. Corruzione? Nemmeno. No, c'era da scavare più lontano: "Un pentito di camorra mi ha accusato di aver fatto uso di cocaina nell'84-86, di averla data a delle ragazze minorenni, poco più che bambine; di aver avuto dei rapporti sessuali con loro (e quindi c'è un'ipotesi di violenza carnale)". E poi ci sarebbero venti milioni dati da Abbruzzese al pentito stesso per avere il suo appoggio in una campagna elettorale nella quale non era candidato.

Salvatore Abbruzzese ha avuto solidarietà da molti, anche da quelli che le autorizzazioni a procedere le votano senza troppe angosce. Ma la sua autorizzazione l'ha chiesta, l'ha implorata, minacciando anche lo sciopero della fame davanti alla porta del presidente di Montecitorio, Napolitano. Racconta tutto quello che ha fatto da giugno ad oggi come in una trance, è posseduto dal desiderio di liberarsi di un'accusa che ha colpito suo figlio, la sua famiglia, suo padre, la sua carriera politica. La sua è soprattutto una storia di crepe e contraddizioni in un'inchiesta giudiziaria, contraddizioni che non vengono riconosciute. Nel suo racconto c'è un'altalena dialettica fra l'accusa e la circostanza che la smentisce.

"Aver fatto un'orgia con quelle ragazzine e il camorrista...ma le ragazze hanno detto di non conoscermi".

"Il pentito che mi accusa, un killer di professione, dice di non avermi conosciuto".

"Tutto sarebbe avvenuto nella mia villa di Capri... Non ho una villa a Capri, anni dopo i fatti che mi attribuiscono ho preso in affitto un appartamento. Ma anni dopo..."

"All'orgia sarebbe stato presente mio cognato... Hanno chiesto al pentito di descrivere il torace di mio cognato, che ha una lunghissima cicatrice da chirurgia. Risposta: nessun segno particolare".

"Il pentito parla di me, su di me si fanno indagini per settimane per il reato di corruzione. Si scopre solo in ritardo che sono deputato".

"Il pentito parla di una società, mia e di mio cognato, dove sarebbero avvenuti traffici: sarebbe una società fantasma. Il fantasma è a pagina 498 dell'elenco telefonico di Napoli, è iscritto alla camera di commercio, ha un bilancio".

"Mi si attribuiscono conti bancari miliardari presso il Banco San Paolo. Verifica effettuata: un conto di pochi milioni e da datare ad anni dopo i fatti di cui mi si accusa".

"Il pentito parla di un motoscafo usato da mio cognato... in realta' è un gozzo di pochi milioni e che comunque all'epoca dei fatti non era stato comprato".

"Il pentito è già detenuto per altri reati. In un verbale si dice disposto a collaborare a patto che la sua famiglia venga messa in condizione di sopravvivere".

"Ho chiesto che si vada avanti, ho chiesto che l'istruttoria faccia i suoi passi, ma perfino per il mio avvocato è difficile parlare col magistrato."

"Da assessore al Comune di Napoli ho distrutto quasi 200mila metri cubi di edilizia abusiva. Il pentito proviene dai clan di Pianura, dove l'abusivismo è stato rampante".

"Ho avuto solidarietà da tutti, da gente comune e da parlamentari. Giovanni Correnti, del Pds, mi ha detto di voler entrare nel mio collegio di difesa".

"Sono stato sbranato dai giornali, con i verbi indicativi, come maniaco sessuale e cocainomane da basso impero. Quando sarò fuori da tutto ciò chiederò risarcimenti per miliardi che non toccherò: saranno destinati alla fondazione Enzo Tortora per la Giustizia Giusta".

"Ho chiesto che nella città del caso Cirillo qualcuno mediti su in'inchiesta con troppe falle. Una riflessione onesta, da parte di tutti. E possibile questo?"

 
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