di Angiolo BandinelliSOMMARIO: Ricorda e rievoca le battaglie urbanistiche radicali, da quelle condotte in Campidoglio da Cattani negli anni '50 fino a quella aperta per il Danubio, ecc. Evocando il famoso affresco di Simone Martini a Siena intitolato "Il buongoverno" [ma è di Ambrogio Lorenzetti, NdR], ricorda infine che, "secondo gli insegnamenti di Einaudi e Rossi" è "urbanistica" "ogni laica concezione della politica".
(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 26 novembre 1993)
A metà degli anni '50 mi capitò di assistere in Campidoglio, assieme alla giornalista del "Mondo" Lily Marx, alle sedute del consiglio comunale in cui Leone Cattani aprì la prima grande campagna urbanistica romana del dopoguerra. Non ho mai dimenticato quella vicenda. E nel corso degli anni mi sono sempre più persuaso che nella tradizione radicale c'è un filone di attenzione all'"urbanistica" molto forte. Oltre alle battaglie del "Mondo" e dell'"Espresso", a quelle di Pannella a metà anni '60 sull'assistenza pubblica (che fecero cadere il sindaco Petrucci...), come non ricordare l'interessamento per le conseguenze ambientali minacciate dal Trattato di Osimo, che rischiava di compromettere definitivamente e insensatamente il retroterra carsico con massicce colate di cemento? E così le campagne "verdi" per l'ambiente e contro il nucleare o l'attenzione per situazioni "locali" come Napoli, Catania e Ostia testimoniano questa sotterranea vocazione. Alla quale possiamo attribuire infine non solo le iniziative sul
Danubio di cui parliamo in questo numero ma persino le battaglie per l'Unione Europea, il federalismo spinelliano di questi anni...
Nel Palazzo Comunale di Siena c'è un affresco di Simone Martini, "Il Buongoverno", che rappresenta una città mirabilmente ordinata e bella: prodotto del "buongoverno", appunto. Ogni laica concezione della politica, secondo gli insegnamenti di Einaudi e Rossi, è sempre e solo una forma, la più alta, di "urbanistica".