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Il quotidiano radicale - 26 novembre 1993
Danubio, per fare l'Europa

Un'Alta Autorità sovranazionale, per il dialogo tra Bruxelles e i Paesi balcanici

SOMMARIO: Due emendamenti verdi e radicali, inseriti nel "Rapporto Amaral" definiscono due nuovi progetti, uno per l'ampliamento sulla direttrice Brindisi-Chisinau della rete di trasporto intermodale della Comunità europea, l'altro per l'inserimento, nel progetto di potenziamento del Danubio, di "negoziati per un nuovo specifico trattato" di livello internazionale: le attuali iniziative di sviluppo di quella idrovia sono infatti carenti sul piano "politico-istituzionale".

(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 26 novembre 1993)

Un importante emendamento presentato dall'eurodeputato verde e iscritto al Partito radicale Virginio Bettini (ma preparato da Gianfranco dell'Alba e Olivier Dupuis) è stato accolto dal PE e inserito nel "Rapporto" Amaral per la creazione di una rete di trasporto intermodale nella Comunità Europea (ma in realtà il rapporto prevede anche dei collegamenti extraxcomunitari). Oltre al collegamento ferroviario "Koper-Ljubljana-Maribor-Budapest-Bucarest-Soha-(Saloniki)" è stato così aggiunto un altro collegamento , anche questo su strada ferrata, "Brindisi-Durazzo-Tirana-Skopie-Sofia-Bucarest-Iasi-Chisinau". Sull'iniziativa per la creazione di questo collegamento "transbalcanico" erano state raccolte nei mesi scorsi le adesioni di oltre cinquecento parlamentari di Moldavia, Romania, Bulgaria, Macedonia, Kosovo, Albania (e, successivamente, Turchia). Un altro emendamento ancor più interessante, anch'esso radicale, è stato inserito nello stesso rapporto Amaral. Là dove il rapporto preconizza "il potenziamento del Dan

ubio tra Vienna e il Mar nero", si chiede anche "la promozione di negoziati per un nuovo specifico Trattato che sostituisca il Trattato di Belgrado, aperto a tutti gli Stati che toccano il Danubio e il Reno".

Perché questo emendamento è importante? Come è noto si stanno moltiplicando le iniziative, anche ad alto livello, per avviare un progetto di risanamento ambientale e di gestione della rete idroviaria che ha come suo perno il Danubio. Anche l'oceanografo Cousteau ha presentato alla fine il suo piano, che è tecnicamente molto interessante. Esso verrà ovviamente preso in considerazione dalle due Convenzioni già al lavoro: quella, coordinata dall'Austria, sulla questione della "gestione dell'acqua" e quella più specificamente "ecologica", coordinata dall'Ungheria. Tutte queste iniziative, tecnicamente assai importanti, sono però carenti sul piano politico-istituzionale. Nessuna prevede un qualche meccanismo né di controllo né di gestione di tipo sovranazionale.

E' qui che intende inserirsi l'iniziativa radicale, che punta invece su due modelli alternativi, o una "Alta Autorità del Danubio" o una "Comunità europea dei fiumi e delle idrovie". L'emendamento radicale va in questa direzione, in quanto chiede una revisione, per inadeguatezza, del trattato internazionale ancora in vigore.

 
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