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Il quotidiano radicale - 26 novembre 1993
Inglese, ebreo, mazziniano, massone
Che gran sindaco!

SOMMARIO: Nel 1907, una coalizione progressista portò in Campidoglio Ernesto Nathan. In cinque anni, Nathan mise in cantiere progetti grandiosi, con lo sviluppo urbanistico (culminato nella esposizione del 1911) e l'ampliamento del sistema scolastico elementare. Nel 1913 però Nathan cadeva, e con lui si spegneva il "laboratorio romano". Si era alla vigilia del Patto Gentiloni.

(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 26 novembre 1993)

Agli inizi del secolo, a Roma prevalgono forze sociali retrive, residuati dell'età pontificia se non anche feudale, legate assieme nella classe politica detta dei "consorti", dei "trasformisti". Comincia comunque a formarsi un embrione di borghesia imprenditrice ed intellettuale, che manifesta insoddisfazione per la situazione e ne dà la colpa al predominio delle forze "clericali". Attorno a questo nucleo si forma il "Blocco popolare" delle sinistre che nel 1907 porta Ernesto Nathan in Campidoglio. Nonostante le diffidenze di Giolitti, che vedeva in lui un concorrente politico, Nathan realizzò in cinque anni - con il fervore di chi si considerava discepolo e seguace, assieme, di Mazzini e Garibaldi - un programma così avanzato da divenire esemplare e attentamente seguito anche fuori d'Italia. Gli alunni delle elementari salirono da 36.000 a 43.000 e tutto il sistema scolastico migliorò notevolmente: le scuole create da Nathan raggiunsero le più sperdute zone dell'Agro Pontino e furono la base di una imponent

e lotta antimalarica, cui parteciparono figure di grande valore scientifico e morale; dietro Nathan infatti si muoveva tutta l'intellettualità laica di Roma. Anche nel campo edilizio e urbanistico Roma compì un balzo enorme, culminato nella Esposizione Universale del 1911, che lasciava alla città le realizzazioni di Valle Giulia. Alla caduta del laboratorio romano di Nathan non fu estraneo Giolitti, che cercava - siamo nel 1913 - nuovi accordi con i cattolici.

 
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