Ministro dell'Università e della Ricerca Scientifica e TecnologicaSOMMARIO: E' "convinto sostenitore dell'impresa dei radicali", di un partito "che obbliga a uscire da uno stato di pigrizia mentale" e che per primo ha posto il problema della "democratizzazione" a scala mondiale.
(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 26 novembre 1993)
Ho condiviso gran parte delle battaglie del Partito radicale, e anche quando, come nel caso del nucleare, mi sono battuto sul fronte opposto, ho apprezzato la civiltà dei radicali nel sostenere le loro tesi, e la voglia di approfondire il discorso partecipando a dibattiti nazionali e internazionali e portandoli su un terreno autenticamente democratico.
E' importantissimo tenere in vita questo partito che obbliga chi pensa a uscire da uno stato di pigrizia mentale, di abitudine alle consuetudini della politica, e che per primo, pure con forze ridottissime, ha posto il problema della democratizzazione nella più appropriata scala mondiale a partire dalle Nazioni Unite e da come viene gestito il loro potere sovranazionale.
Sul piano nazionale, l'impegno dei radicali contro un moralismo che corre il rischio di diventare caccia alle streghe, per quanto possa apparire paradossale, è in realtà la migliore difesa della democrazia e di una visione laica della politica.
Per tutto questo, e per avere concepito e tenuto in piedi Radio radicale, un insostituibile strumento di informazione ed educazione dei cittadini, sono un convinto sostenitore dell'impresa dei radicali, necessaria oggi più che mai.