di Gianfranco Dell'AlbaSOMMARIO: Presenta il supplemento inserito nel giornale e contenente una selezione degli interventi di Marco Pannella al Parlamento Europeo. Ricorda che a giugno del 1994 si tornerà a votare "per la quarta volta" per il rinnovo del PE, che è "un luogo unico di dibattito" ma si deve affidare ancora alla "buona volontà" dei governi. Elenca le iniziative assunte dai radicali nel PE.
(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, Speciale Parlamento europeo, 26 novembre 1993)
Fra pochi mesi, nel giugno 1994, si terranno in tutti i paesi della Comunità le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo.
Per la quarta volta, i cittadini europei saranno chiamati ad eleggere direttamente i loro rappresentanti, ai quali, però, viene ancora negato il diritto di legiferare a livello europeo, di controllare davvero l'esecutivo, di essere insomma membri di un vero Parlamento.
Né le cose sono cambiate di molto con l'entrata in vigore del Trattato di Maastricht: anzi, di fatto, si è rafforzato il metodo fallimentare e antidemocratico della cooperazione intergovernativa a scapito di una dinamica inter-istituzionale che veda nel Parlamento di Strasburgo l'equivalente europeo delle varie Camere dei Deputati, Bundestag e House of Commons nazionali.
Il Parlamento europeo resta un luogo unico, certo, nel suo genere, di dibattito, di tentativo di costituzione di una realtà politica transnazionale, ma è un luogo che affida i suoi moniti alla buona volontà dei governi perché siano seguiti. In questo quadro, è chiaro che anche la maggioranza dei deputati dei partiti che dominano la scena politica dei dodici paesi membri si adegui al tranquillo e burocratico tran tran che gli viene imposto.
I radicali hanno invece creduto da sempre nel ruolo che il Parlamento europeo poteva e può svolgere. Dell'Europarlamento è noto il Progetto Spinelli di Federazione europea. Nel Parlamento europeo i radicali hanno lanciato la battaglia internazionale contro lo sterminio per fame e per l'emergenza ambientale, planetaria; per smantellare il blocco sovietico e restituire alla libertà i paesi dell'Europa centrale e orientale; per una politica antiproibizionista di legalizzazione delle droghe e per sconfiggere il narcotraffico; per chiedere, sin dalla morte di Tito, l'ancoraggio immediato, economico e politico, della Jugoslavia alla Cee e scongiurarne così le spinte centrifughe poi puntualmente verificatesi; per superare un'ideologia terzomondista che ha portato alla rovina molti dei paesi dell'Africa e dell'Asia e per ribaltare alcuni logori luoghi comuni sul Sudafrica o Israele; per indicare come i valori di democrazia e stato di diritto devono avere valore assoluto ovunque nel mondo; per reclamare la costituzio
ne degli Stati Uniti d'Europa e per denunciare, a partire dall'Europa, la corruzione e il malgoverno in Italia negli anni dell'occupazione partitocratica.
Questa selezione di alcuni degli interventi di Marco Pannella al Parlamento europeo nel corso degli anni, vuole essere una piccola testimonianza di tutto questo, non per autocompiacimento o per voglia di dimostrare un "ve l'avevamo detto", ma per dimostrare come anche a partire dal Parlamento europeo possa nascere il nuovo, se vi è la volontà politica e per affermare che quando non si vuole creare il possibile, si finisce per consumarlo per sempre.