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Bonino Emma - 7 dicembre 1993
LETTERA AGLI ISCRITTI DEL 1993
di Emma Bonino

La crisi si accentua. Il 1994 sarà un anno ancora più difficile.

Il dramma europeo, quello dell'ONU, precipitano.

In Italia, dopo Tangentopoli, non si vedono segni di ripresa

civile e politica.

E il partito radicale?

Avra' ancora la forza di affermare le sue iniziative?

SOMMARIO: La segretaria del Partito radicale ripercorre i momenti più importanti della vita del partito, dall'eccezionale iscrizione di 37.000 persone nel marzo 1993 all'attacco ai "vecchi" e "nuovi" radicali sferrato dalla stampa dopo questo successo politico, dall'Assemblea generale di Sofia del luglio 1993 al successo della campagna per l'istituzione del tribunbale internazionale contro i crimini nell'ex Jugoslavia. Occorre riprendere la battaglia per opporre allo sfascio che crese la "nobiltà della politica", la lucidità del progetto politico trasnazionale, occorre quindi che siano rinnovate le iscrizioni al Pr.

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Caro,

Tra gennaio e marzo 1993, insieme ad altre trentasettemila persone, ti sei iscritto al Partito radicale. Nel dilagare di Tangentopoli, volevi dar fiducia, forza, mezzi all'unico soggetto che aveva innalzato e innalzava la bandiera della "nobiltà della politica" per opporsi allo sfacelo, allo scoraggiamento, al generale cinismo. Insieme a quei trentasettemila tu dimostrasti coraggio e lucidità. Il tuo fu un gesto di grande valore, esso stesso espressione di quella "dignità della politica" che volevi salvare. Nelle settimane, nelle ore della raccolta delle adesioni, quando i cittadini, a centinaia e migliaia, telefonavano alla sede di Via Torre Argentina dando il numero della loro Carta di Credito, respirammo un'aria di fierezza, di responsabilità sentita e premiata, di solidarietà civile e umana.

Ti ringraziai, vi ringraziai del vostro gesto coraggioso. Ma subito ne avvertii il significato profondo, difficile: quelle iscrizioni erano una intransigente richiesta di impegno rivolta a noi, e a me personalmente: da far spavento. Con i 13 miliardi versati, ci accollavate, mi accollavate - personalmente - una grande responsabilità.

Davamo così l'avvio ad un percorso comune, indirizzato alla crescita dei valori democratici. Agli inizi dell'estate, accreditati sondaggi dicevano che nel paese le forze espresse da un nucleo di radicali "storici" si attestavano attorno all'otto per cento del consenso elettorale. Bastò questo per comprendere e temere la potenzialità - politica, non certo istituzionale - del "nuovo" Partito radicale, del quale quel gruppo non è che parte numericamente minima. Il partito dello sfascio entrò subito in allarme: i trentasettemila rappresentavano un ostacolo ai suoi disegni. Da quel momento si è rinnovato l'attacco contro di noi, contro i vecchi" così come contro i "nuovi" radicali; contro Marco Pannella e quanti con lui, nello scontro politico "italiano", si

richiamavano anche ai valori, alla storia, alle battaglie radicali, così come contro i radicali trasnazionali definitivamente proiettati in una diversa, più ampia dimensione: ogni occasione fu colta per inquinare la nostra identità, o per ignorare quanto facevamo.

Tenacemente, utilizzando ogni mezzo e impegnando tutte le nostre energie, abbiamo cercato di rispondere alla sfida, di crescere secondo l'impegno preso e la fiducia ricevuta. Saldati i debiti per circa 6 miliardi, abbiamo cercato di far fruttare al massimo il denaro rimasto. Non un soldo è stato sprecato. Abbiamo lavorato in una frenetica estate e in un difficile autunno: a luglio l'Assemblea di Sofia, per incardinare il progetto europeo attorno a un embrione di classe dirigente transnazionale (570 deputati esponenti di 80 partiti di 60 paesi, ecc); a settembre-ottobre, la prima fase dell'iniziativa per il Tribunale internazionale sui crimini nella ex Jugoslavia conclusasi - per ora - con l'incontro, a New York, con Boutros Ghali e l'inaugurazione ufficiale il 17 novembre scorso del Tribunale ad hoc, punto fermo verso l'istituzione di una giurisdizione mondiale sui delitti contro l'umanità; contemporaneamente, gli sviluppi della campagna sull'abolizione della pena di morte e sull'antiproibizionismo, con l

a partecipazione all'Assemblea di Baltimora, il 16 novembre; infine, il lancio editoriale di "1994, quotidiano radicale", concepito anche esso come iniziativa politica per rompere la cortina del silenzio e della disinformazione (e se non lo avessi ricevuto grazie alla solita disfunzione delle poste o ti fosse andato smarrito qualche numero, puoi ancora acquistare presso le Librerie Feltrinelli e nelle edicole delle maggiori stazioni i fascicoli dell'intera raccolta, molto belli, adattissimi - perché no? - per farne un regalo di Natale per amici o conoscenti...).

Poco, molto? Giudicalo tu. Noi abbiamo operato perché vivesse, anche in Italia, un progetto politico che fosse - per dignità, per forza, per rigore - antagonista rispetto al degrado di cui siamo quotidianamente testimoni. E per far questo, il vostro - il tuo - contributo è stato determinante: ciascuno di voi, con la sua partecipazione, ha reso possibile andare avanti, non mollare, giorno dopo giorno. Grazie a questi sforzi, attorno a voi non c'è solo Tangentopoli...

Ma ancora più forti e visibili sarebbero stati i risultati, se la stampa, l'informazione televisiva, ne avessero dato notizia adeguata e corretta invece che distorta e faziosa: per volontà politica, per incapacità o solo per l'operare dei pennivendoli di sempre, servi dei presunti potenti del momento. Se il nostro lavoro fosse stato meglio conosciuto avremmo già registrato quel salto di qualità nelle iscrizioni che consentirebbe al partito di proiettarsi fiduciosamente, anche per consistenza di mezzi, nel 1994.

Perché - nessuno si illuda - il 1994 sarà un anno ancor più difficile: per noi, per l'Europa nel suo complesso, per il paese. Ricordate? In una lettera indirizzatavi nel dicembre 1992, Marco Pannella scriveva che Tangentopoli era un "terremoto", ma certamente "solo la punta dell'iceberg, o l'inizio del sisma". Aveva ragione: leggiamo ogni giorno le cronache dello sfascio che cresce. Chi lo contrasterà? Chi potrà opporre quella "nobiltà della politica" senza la quale non v'è credibilità, forza morale e lucidità di disegno politico?

Non c'è tempo da perdere. Occorre riprendere la battaglia del febbraio 1993. E occorre dunque, innanzitutto, la tua iscrizione, l'iscrizione dei trentasettemila dell'anno scorso. Su di voi - su di te, in definitiva - io debbo contare prima che sugli altri ai quali pure ci rivolgiamo: le ragioni della tua adesione di ieri sono vitali ancora oggi: se ti chiedessi quale altro soggetto di speranza e di fiducia tu hai incontrato in questi mesi, al di là del Partito radicale, sono certa che la risposta sarebbe: "nessuno". E dunque tocca a te, ai trentasettemila dell'anno scorso - prima che agli altri - rinnovarci la fiducia, darci più forte sostegno: iscriviti, dunque, per il 1994.

E renditi tu stesso promotore di iscrizioni tra le persone che conosci.

Un cordiale, fraterno saluto,

Emma Bonino

P.S.: Ci siamo preoccupati anche di studiare i modi per renderti più spedito il compito...

TI ERI ISCRITTO CON CARTA DI CREDITO?

Resta la via più rapida, semplice, diretta. Con la carta di credito, l'anno scorso ti sei iscritto semplicemente telefonando al 06-689791. Puoi fare nello stesso modo anche quest'anno (oppure, puoi completare il modulo che troverai, in allegato, già parzialmente compilato e sul quale dovrai solo aggiungere il numero della Carta di Credito e la cifra che intendi versare, e rimandarcelo nella busta prestampata e preaffrancata).

PUOI ISCRIVERTI, PERO', ANCHE UTILIZZANDO IL VAGLIA TELEGRAFICO

O IL CONTO CORRENTE POSTALE.

Un ultimo suggerimento: perchè non regalare per Natale la tessera radicale: magari a tuo figlio, che si interessa di queste cose ma non ha i soldi per l'iscrizione? Non pensi che questo gesto potrebbe arricchire il vostro dialogo, far crescere i vostri rapporti?

 
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