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Pennacchi Gianni - 8 dicembre 1993
»Il Pds si vanta dei voti altrui
Pannella: "Altro che vittoria, a Roma la Quercia ha toccato il suo minimo storico".

Il leader carismatico dei radicali chiede che l'attuale esecutivo resti in carica fino a giugno.

di Gianni Pennacchi

SOMMARIO: Rilevando che il Pds non ha affatto ottenuto quella vittoria nelle ultime elezioni dei sindaci di alcune città (21 novembre - 5 dicembre) che la stampa gli ha attribuito ma ha toccato il suo minimo storico, Pannella auspica che il governo Ciampi resti in carica fino a giugno, dopo un suo rimpasto.

(L'INDIPENDENTE, 8 dicembre 1993)

Fa la ruota con penne non sue, Achille Occhetto, e la vittoria accampata dal Pds nella recentissima tornata amministrativa è puro e banale millantato credito. Non ci credete? Lo dice Marco Pannella, che pure è parte integrante dello "schieramento progressista" che domenica scorsa ha fatto gran messe di sindaci. E lo dichiara solennemente, il leader radicale, visto che parlava ieri pomeriggio all'assemblea di Montecitorio durante il dibattito sulla finanziaria. Anzi, per rendere ancor più concreto il siluro indirizzato a Botteghe Oscure, Pannella ha detto che il governo Ciampi deve reggere fino a giugno. Opportunamente rimpastato, "senza cioè i ministri inutili, ovvero quelli non economici", ma indubitabilmente sino alle soglie dell'estate "per evitare che l'Italia si allontani ulteriormente dall'Europa". Altro che fine di Ciampi al 21 dicembre come auspicava Napolitano o al 20 gennaio come ha rettificato Spadolini. Per Pannella il governatore deve restare al suo posto ancora a lungo, il suo deve essere "un g

overno di ordinaria amministrazione che dovrà svolgere però straordinaria amministrazione". E il calendario indicato è chiaro: appena approvata la finanziaria, dovrà essere consentito un dibattito parlamentare perchè il governo spieghi "come intende andare avanti fino a giugno". Un'idea come tante, si potrebbe dire, per far dispetto a Occhetto che ormai parla di Ciampi e delle sorti governative come fosse un dipartimento del suo partito. Ma sarà casuale che prima di prender la parola alla Camera, Pannella abbia fatto visita al Quirinale? Il comunicato ufficiale ovviamente non dice nulla del colloquio tra il "Pertini cattolico" e lo "Scalfaro laico", ma il leader radicale era salito in mattinata dal capo dello Stato, con la segretaria del Pr Bonino, Taradash e Calderisi. A voler minimizzare, si potrebbe definire coincidenza anche che lo stesso Scalfaro, intervenendo poi pubblicamente in un convegno sul Csm alla Sapienza, abbia pronunciato queste parole a proposito delle "istituzioni" in generale: "Non esiste

una fase ritenuta da noi di transizione, per cui ad un organo si consente di fare o non fare qualcosa poichè è previsto che ne nascerà un altro a succedergli". Insomma, "fino a quando un organo istituzionale esiste, esiste nella pienezza dei diritti e dei doveri, e deve essere tutelato così com'è". E questo, ha specificato il presidente, "vale per tutte le istituzioni". Dunque e sorvolando sull'eloquio contorto e sibillino abituale a Scalfaro, vale anche per il governo di Ciampi, checchè ne dicano quanti vogliono il presidente "ostaggio" del Pds.

E contro il Pds ha tuonato Pannella, ricordando alla Camera che il partito di Occhetto "ha realizzato i massimi profitti dal regime precedente", e poichè oggi prevale nel confronto politico "o chi ha il controllo del territorio o chi comunque riesce a farlo credere", ecco che il Pds esprime sostegno alla finanziaria. Ma Pannella, che già all'indomani di questi risultati elettorali ammoniva contro la "vittoria di Pirro" di "questa" sinistra, che se andrà al potere in tal modo si troverà a doverlo mantenere "con metodi autoritari", torna a ribadire la verità dei fatti: a Roma la quercia "ha toccato il suo minimo storico", e il neo-sindaco Rutelli "è un ambientalista, radicale e laico". Occhetto ha vinto solo a Napoli, "mentre ha millantato credito, per colpa dell'imbecillità degli avversari, a Roma e Genova".

 
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