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Ferrara Giuliano - 27 dicembre 1993
IL DEMONIO DELLA VECCHIA POLITICA CHE STA OVUNQUE E DA NESSUNA PARTE
di Giuliano Ferrara

SOMMARIO: Per Pannella, "questo demonio della vecchia politica", "confondere e spiazzare interlocutori e avversari" è "una seconda natura". Da quando è cominciata la crisi della prima Repubblica, "ha preso a comportarsi come un capo parlamentare della vecchia Repubblica". Lui, il fautore del sistema maggioritario all'inglese, sta tessendo una "tela di rapporti intermedi e trasversali" di una "febbrile e pluridirezionale mobilità". Pannella ha sempre saputo governare bene "questo vecchio gioco della politica", rinnovando però "l'intrigo di marca universitaria" con "l'innovazione referendaria". Ora, però, "le regole sono cambiate", e sarebbe interessante sapere se Pannella abbia o no presente questa novità.

(CORRIERE DELLA SERA, 27 dicembre 1993)

Per Marco Pannella, questo demonio della vecchia politica che sta ovunque e da nessuna parte, confondere e spiazzare interlocutori e avversari non è più nemmeno un'arte, è una seconda natura. Da quando si è aperta la grande e finale crisi della Prima Repubblica, il leader radicale ha di molto accresciuto, se possibile, la sua leggendaria capacità di stupire. Aveva conferito legittimità "progressista" alla polemica contro la partitocrazia, che in origine stava a destra. Ma all'atto della crisi dei partiti e del loro potere, Pannella ha preso a comportarsi come un capo parlamentare della vecchia Repubblica, lasciando ad altri il monopolio vocale della protesta urlata e movimentista. Ecco allora Pannella che presiede le assemblee dei deputati e senatori inquisiti, che chiede a gran voce la continuità della legislatura, che blocca la data delle elezioni e subordina la vita di un governo commissariale del Presidente, il governo Ciampi, addirittura a un dibattito sulla fiducia in questo Parlamento. Come sanno orma

i anche i sassi, Pannella è da sempre uninominalista e maggioritario. ritiene che il modello politico migliore sia quello inglese, con la fortissima tendenza bipolare che implica: o di qua o di là, lungo la linea di demarcazione che divide conservatori e progressisti, e chi si trova in mezzo è spacciato. Finalmente l'Italia si dà uno straccio di legge elettorale uninominale e maggioritaria. E Pannella che fa? Comincia a tessere una tela di rapporti intermedi e trasversali che è tipica del regime proporzionale puro. Mentre più o meno pigramente altri laici di antico lignaggio, come i La Malfa e i Visentini, si accingono a definirsi secondo le nuove regole del gioco, e montano sul treno progressista, Pannella mette in campo una politica di febbrile e pluridirezionale mobilità. E' con i sindaci eletti dal cartello delle sinistre, ma è contro il Partito democratico della sinistra che definisce pilastro dell'antico regime nel momento in cui si profila come architrave del nuovo regime. Fa la campagna referendaria

con la Lega Nord e con Berlusconi, ma si sottrae a ogni impegno in favore del polo moderato o liberal-democratico, e sfida l'alleato referendario leghista con il gioco al rinvio delle elezioni politiche. Questo vecchio gioco della politica, e bisogna dargliene atto, Pannella l'ha sempre saputo governare molto bene. Con le scarse forze di una tradizione minoritaria, ha saputo imporsi come protagonista o comprimario di alto rango sulla scena politica italiana degli ultimi venti, venticinque anni. E quel gioco Pannella l'ha anche saputo reinventare, superando la distillazione del puro intrigo di marca universitaria (i celebri congressi dei goliardi, laboratorio e palestra di un'intera classe dirigente) con l'innovazione referendaria, a partire dalla battaglia per il divorzio. Ora però le regole sono cambiate. All'arte combinatoria e fantastica della politica parlamentare pura dovrebbe in teoria subentrare la dimensione del conflitto di interessi e valori chiaramente definito. Se un tempo l'abilità di un politi

co consisteva nello scegliersi ogni volta la collocazione migliore, cogliendo il tempo e il momento della massima opportunità e del massimo vantaggio, adesso quella stessa abilità dovrebbe mostrarsi e operare all'interno di una collocazione già data; data dalla tradizione, dalla specifica rappresentanza di interessi che la legge maggioritaria struttura e definisce su due poli in competizione. Sarebbe interessante capire se Marco Pannella abbia o no calcolato questo scarto, se abbia o no presenti le novità e le conseguenze di innovazioni che ha contribuito come e più di altri a determinare. Sarebbe interessante sapere dalla sua viva voce se ritenga che il sistema politico elettorale è davvero cambiato e impone a ciascuno di prendere il suo posto in una geografia politica determinata, o se l'ala dell'improvvisazione e della fantasia politica possa continuare a stendersi indisturbata sul nostro comune orizzonte.

 
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