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Armaroli Paolo - 28 dicembre 1993
UNA SOLA BOCCA PER TANTI BIRILLI
di Paolo Armaroli

SOMMARIO: Divertita analisi dell'iniziativa della mozione di sfiducia presentata da Pannella ed altri; una iniziativa che potrebbe sembrare solo una "pannellata", e invece è "un colpo da maestro, che spariglia il gioco e rimette tutto in discussione". Né Scalfaro né Ciampi prevedevano un dibattito parlamentare: essi intendevano sciogliere le Camere cosicché si sarebbe andati al voto con il PDS in posizione di vantaggio. Lo stesso governo Ciampi si è retto "grazie alla stampella del PDS", secondo l'abile regia dei Maccanico e dei Manzella. Ora, Pannella vuole accertare "quale è il vero sesso" di Ciampi."Nella tempesta, Pannella si diverte un mondo".

(IL TEMPO, 28 dicembre 1993)

MARCO PANNELLA, d'accordo è quello che è. Candida al Parlamento una casta diva come Cicciolina, che oltrettutto non è Venere, e se la ritrova inopinatamente (perchè questa è la verità) a Montecitorio. Motu proprio, conferisce la medaglietta di deputato a un tipino come Toni Negri, che nel suo studio scrive saggi incendiari, manda i suoi adepti al macello e si rende uccel di bosco quando deve saldare i conti con la giustizia. Scapolo come il Papa, si batte in prima linea per il divorzio: un istituto che ha tolto la pace all'italiano medio, così attaccato alla famiglia da non negarsi talvolta il piacere - prima del divorzio - di averne addirittura due. Ha puntato sul rosso e sul nero: sui referendum e sull'ostruzionismo parlamentare. Insomma, ne ha combinate di tutti i colori. E non si può dire che le ciambelle gli siano sempre riuscite col buco.

Ma quando gli si accende la lampadina giusta, il leader radicale è uno spettacolo, un'iradiddio, una forza della natura. Sul tram della Prima Repubblica, partitocratica e consociativa, campeggiava un cartello con su scritto: »Non disturbare il manovratore . Ecco, il Disobbediente Civile per antonomasia ha fatto sempre finta di non vedere questo cartello. E, così facendo, ha reso immancabilmente difficile la vita ai manovratori di turno. La sua mozione di sfiducia al governo sembra l'ennesima pannellata. E invece è un colpo da maestro che spariglia il giuoco e rimette tutto quanto in discussione. Con una sola boccia, pensate, Pannella si propone di far cadere un'infinità di birilli. Vediamo quali.

A quanto pare, il copione scritto a quattro mani da Scalfaro e da Ciampi non prevedeva un dibattito parlamentare prima dello scioglimento delle Camere. Già, ma perchè? Per il semplice motivo che i moribondi di Montecitorio e di Palazzo Madama a questo punto non avevano più nulla da dire; e comunque, non erano in grado di alterare un destino già scritto.

Con questo risultato: il governo non si sarebbe dimesso, lo scioglimento delle Camere sarebbe questione di giorni e Occhetto avrebbe gongolato. Primo, perchè non si sa per quanto tempo il numero uno della Quercia potrà tenere in piedi quell'arca di sinistra sulla quale ha imbarcato tutto e tutti. Secondo, perchè il prode Achille spera che i fulmini della Magistratura non si abbattono tanto presto (ma non si sa mai) sui vertici del partito. Terzo, perchè il polo liberal-democratico è ancora nella mente di Domineiddio, e prima si vota e più è probabile una vittoria delle sinistre.

Se Occhetto adesso piange, Ciampi non ride. Sulla natura di questo governo se ne son dette di cotte e di crude. A volta a volta è stato definito governo del Presidente, istituzionale, di servizio, tecnico, a termine e così via. Due sembrano le sue caratteristiche essenziali. Era dai tempi di Badoglio che un presidente del Consiglio non usciva dal cilindro della partitocrazia: per ciò stesso, Ciampi è stato sempre considerato dalla classe politica un usurpatore. E abbiamo per la prima volta - a quanto pare - un governo piuttosto distante dai partiti.

Tuttavia solo gli ingenui possono pensare che Ciampi abbia camminato sulle acque del lago di Tiberiade come Gesù, per grazia della Divina Provvidenza. Mentre Ciampi in salotto ragionava sui massimi sistemi (economici e no), in cucina uomini smaliziati come Maccanico e Manzella si dannavano l'anima per dare al governo una parvenza di maggioranza parlamentare. Ora, secondo Pannella, questa maggioranza è cambiata strada facendo. La vecchia maggioranza si è dissolta ogni giorno di più. E Ciampi ha potuto vivacchiare in questi ultimi tempi soprattutto grazie alla stampella del Pds, ormai un partito più di governo che di lotta.

Pannella, insomma, vuole accertare qual è il vero sesso di Ciampi. Ma non è detto che ci riesca in pieno. Difatti il presidente del Consiglio è già corso ai ripari. Tra il 4 e il 5 gennaio riceverà tutti i gruppi parlamentari. E non tanto per tirare avanti ancora un paio di mesi, come ritiene Spadolini, quanto perchè il dibattito parlamentare non avvenga a mosca cieca. E, per evitare che spezzoni della vecchia maggioranza lo impallinino e che parti delle opposizioni gli votino a favore, Ciampi probabilmente si dimetterà prima del voto finale. Comunque vadano le cose, nessuno ne uscirà bene. La Prima Repubblica sta morendo nel modo peggiore: di ridicolo. E Pannella, che nella tempesta si diverte un mondo, forse le ha assestato il colpo di grazia.

 
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