Il leader radicale scatenato contro la tv di Stato: sta creando un clima d'opinione favorevole solo al Pds - E'ora che i magistrati vadano a indagare.Intervista di Donatella Papi
SOMMARIO: Rivolge pesanti accuse alla RaiTV, "criminogena, sul piano tecnico e sul piano giuridico", nella speranza di svegliare "le coscienze" dei "professori", che comunque devono liberarsi di quelli che costituiscono nell'azienda "il partito trasversale": Garimberti, Barbato, ecc., il cui obiettivo è mostrare che i progressisti sono i "buoni", mentre Lega, radicali, ecc., sarebbero i "mostri"...
(IL GIORNALE, 2 gennaio 1994)
"La Rai andrebbe spenta. Perché è criminogena, sul piano tecnico e sul piano giuridico. In quanto opera in flagranza di reato e commette quotidianamente reati associativi. La Rai è una bomba continua innescata contro la legalità e la democrazia. Scriva, scriva pure che è ora che i magistrati si occupino del servizio pubblico. Se veramente vivessimo in un regime democratico, le tre reti Rai le avrebbero già chiuse".
Marco Pannella spara il petardo più forte all'indomani della notte di San Silvestro. Lo dirige contro la tv di Stato, che definisce "un'associazione per delinquere". Spera che il boato delle sue invettive svegli le coscienze del presidente (Demattè) e del direttore generale (Locatelli) dell'ente radiotelevisivo, quelle dei presidenti delle Camere (Spadolini e Napolitano) e del Presidente della Commissione di Vigilanza (Radi). Poi, dà uno scrollone ai magistrati: "indagate, verificate, intervenite". Tuona e accusa Pannella che "non si può restare inermi e zitti di fronte allo scempio di legalità e democrazia che viene compiuto dalla Rai sempre con maggior evidenza e puntualità".
- Pannella, ora però motivi le sue accuse.
"Un esempio di disinformazione Rai faziosa e criminogena? Eccolo. Il Tg3 deve rettificare alla stessa ora e dando lo stesso rilievo".
- Dicendo cosa?
"Per esempio che reti Fininvest e radio radicale hanno raggiunto un'intesa per una campagna d'informazione sui referendum. A partire da uno spot sui tredici quesiti. Come dovrebbe fare il servizio pubblico e non fa. Questo doveva dire il Tg3 agli italiani. E non invece subdolamente accreditare false intese per creare un clima d'opinione manipolato e faziosamente a vantaggio del Pds".
- Tutti colpevoli in casa Rai?
"I professori no. Stanno facendo del loro meglio. Ma non ci riusciranno finché non si libereranno di quanti fanno dichiaratamente parte del partito trasversale, che va da Repubblica al Pds. La Rai è di tutti. E non è al servizio degli interessi di alcuni, ma dei cittadini".
- Può fare qualche nome di chi allontanerebbe?
"Sono lì, dichiaratamente in video. Paolo Garimberti: era il capo degli esteri di Repubblica e faceva il notista del Tg3, ora dirige il Tg2. Andrea Barbato: è stato uno dei direttori di telegiornale che più ha violato la legalità dell'informazione, e ora sul terzo appare come grande moralista. Poi ci sono tutti quelli che ogni giorno tendono a dimostrare che in Italia agiscono due forze: quella dei progressisti buoni, che fanno da piedistallo al Pds, e quella dei mostri, che a turno sono la lega, il Msi, i radicali... Con un intento solo: far fuori tutto ciò che è liberaldemocratico".
- Il direttore dell'emittente pidiessina Italia Radio l'accusa di aver scippato al governo dieci miliardi, dietro ricatto, per finanziare Radio Radicale. Come risponde?
"Che Foti è un poveretto e che sparla a nome suo. Non sa nemmeno che il suo partito, come la Lega, Rifondazione e tutti gli altri, hanno sottoscritto e approvato questa richiesta d'intervento a favore di una radio che da anni fa servizio pubblico. Perché spetterebbe alla Rai trasmettere le sedute parlamentari, ma la Rai non riesce a farlo: per via dei mezzi, dei costi... E la stessa Rai è d'accordo che sia Radio radicale a farsi carico di questo oneroso onere".