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Roma, 15 gennaio 1994
Al Presidente della Repubblica
Oscar Luigi Scalfaro
Quirinale
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Caro Presidente,
purtroppo la richiesta di incontro che il Comitato promotore dei 13 referendum Le ha rivolto sin dagli ultimi giorni del mese di dicembre non è stata accolta. La situazione e i tempi, oggi, rendono forse per Lei problematico accoglierla con la tempestività necessaria.
Ci vediamo pertanto costretti ad esporLe per iscritto i delicatissimi ed esiziali problemi di fronte ai quali si trova l'iniziativa referendaria.
La raccolta delle firme è iniziata il 20 novembre ma ha incontrato l'ostracismo più assoluto della Rai, concessionaria del servizio pubblico (fino al 5 gennaio nessun TG aveva mai citato i temi dei referendum, detto chi erano i promotori, riferito delle conferenze stampa del Comitato promotore, informato su dove e come si poteva firmare: i dati del Centro di Ascolto lo documentano con esatta precisione). Solo nelle ultime tre settimane, in particolare grazie alle reti Fininvest, i cittadini hanno potuto conoscere l'esistenza dell'iniziativa. Dei 4 milioni e mezzo di sottoscrizioni autenticate finora raccolte sul complesso dei 13 referendum, ben il 70 per cento è stato raccolto negli ultimi 20 giorni !
In base alla legge, i promotori dei referendum dispongono di tre mesi. Mancherebbe pertanto oltre un mese per poter completare la raccolta e raggiungere e superare il quorum necessario. Ma come Lei certamente sa, la legge impone anche un altro vincolo. Il deposito presso la cancelleria della Corte di Cassazione di tutti i moduli contenenti le firme autenticate e i relativi certificati, deve avvenire entro la data di pubblicazione del decreto di convocazione dei comizi elettorali nella Gazzetta Ufficiale.
Ora, anche a prescindere dalla scelta della data delle elezioni - qualunque essa sia - il decreto di convocazione dei comizi elettorali può essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale fino al 45· giorno antecedente il voto. Per le necessità dell'amministrazione del Ministero dell'interno, sappiamo che è opportuno che la pubblicazione avvenga non oltre il 50·-49· giorno. Per esempio, se le elezioni fossero stabilite per il 27 marzo, il decreto di convocazione dei comizi potrebbe essere utilmente pubblicato il 5-6 febbraio.
Come alcuni precedenti dimostrano, è possibile che i due decreti - quello di scioglimento delle Camere e quello di convocazione dei comizi - non siano adottati lo stesso giorno. Lo stesso Governo, controfirmando il decreto di scioglimento, potrebbe annunciare pubblicamente la data delle elezioni che è stata scelta, ma adottare formalmente il decreto qualche giorno dopo. In ogni caso il Presidente della Repubblica potrebbe firmarlo alcuni giorni dopo. Altri giorni ancora potrebbero essere assicurati alla raccolta delle firme differendo la materiale pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale (nel 1992 trascorsero cinque giorni tra la firma e la pubblicazione).
Anche due anni fa, il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga assunse apertamente un atteggiamento di tutela e garanzia nei confronti della raccolta delle firme allora in corso per i referendum promossi dai comitati Segni, Pannella, Giannini: proprio i referendum che si sono poi tenuti il 18 aprile 1993 !
Il Ministro dell'interno, Nicola Mancino, ci ha peraltro assicurato la disponibilità del Governo ad adottare con urgenza un decreto-legge per integrare l'articolo 31 della legge che disciplina il referendum. In tal modo verrebbe consentito che il deposito delle firme autenticate fino alla data di pubblicazione del decreto di convocazione dei comizi elettorali possa avvenire nei quindici giorni successivi. Infatti sono necessari vari giorni per far pervenire e concentrare a Roma i moduli di raccolta delle firme utilizzati in tutta Italia, in particolare negli ottomila comuni. Ma questa disponibilità del Governo non servirebbe a nulla se il decreto di convocazione dei comizi elettorali fosse immediatamente pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.
Caro Presidente,
dopo averLe esposto puntualmente le questioni vitali attinenti ai referendum, confidiamo in Lei e nella Sua sensibilità democratica affinché l'adempimento delle difficili e delicate responsabilità che Le competono in queste ore non si traducano - ed è possibile evitarlo - in un decreto di morte per i referendum.
Con stima e deferenza
Sergio Stanzani Ghedini Peppino Calderisi