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Pannella Marco - 18 gennaio 1994
Rischiare la vita per non cadere nella morte dei vili
di Marco Pannella

SOMMARIO: "Lettera aperta" ai direttori dei giornali - esclusi quelli del gruppo De Benedetti - per deplorare il loro silenzio in merito ai referendum e alle denunce fatte della "complessità della vicenda" che ha portato alla scelta del 27 marzo come data per le elezioni. "...E'chiaro. Noi non possiamo che esser da voi censurati..."

(L'OPINIONE, 18 gennaio 1994)

Lettera aperta - ed a memoria futura - ai direttori di testate giornalistiche e radiotelevisive, ai tanti loro vice, con, ecc......; ed in particolar modo a Paolo Mieli, Ezio Mauro, Giulio Anselmi, Livio Zanetti, Enrico Mentana, Gianni Minoli, Vittorio Feltri, Andrea Monti ecc....

Cari amici,

non estendo - ovviamente - ai direttori del gruppo De Benedetti, Scalfari, Caracciolo e affini, a quelli ufficialmente e degnamente di parte e di Partito, questa mia ulteriore "lettera aperta".

Ho letto e ascoltato come avete riferito e portato alla non-conoscenza la mia conferenza-stampa di ieri, e la mia iniziativa nonviolenta di sciopero della sete e della fame, trattata come un fastidioso, marginalissimo, scontato fatto di (mal) costume radicale e mio personale. Come una non notizia.

Siete assolutamente e culturalmente pronti per dare - di nuovo! - la prima pagina a qualsiasi "bomba", a qualsiasi pronunciamento "terroristico", spionistico, partitocratico, di volgare corruttela, vera o supposta, di tipo monetario.

Da cittadino, da persona, da deputato (comincio a tenerci) vi chiedo conto di cose che mi celate, che non mi consentite di sapere:

1) Nessuno di voi, nessuno nei vostri giornali, ha spiegato ai lettori il punto centrale della vicenda di oggi: perchè mai non sia stato possibile, e non fosse possibile, votare il 10, o il 3 aprile, e perchè mai avete censurato ogni informazione che convergeva a ritenere materialmente e tecnicamente impossibile la data del 20 marzo, a imporre, di conseguenza, quella del 27 marzo.

2) nessuno di voi ha ospitato articoli, pareri informazioni sulla complessità della vicenda, sui suoi aspetti gravi, sui precedenti che si stabilivano: "La Stampa" ha prima dato ordini perchè si votasse il 27, e poi ha cominciato a pubblicare le dotte e reticenti informazioni del solito Prof.Zagrebelskj. Le nostre conferenze stampa, i nostri comunicati quotidiani, le nostre ragioni sono state da voi trattate esattamente come i vostri predecessori della P2 e dintorni, comunque di regime, ci hanno trattato quando dicevamo quel che era verità, e tale oggi viene riconosciuta.

3) Tutti - senza eccezione - avete sostanzialmente censurato (tranne Anselmi che su questo mi ha pubblicato una intervista) le nostre denunce, nei loro contenuti, nella loro verità, sulle violazioni di legge, sulla violenza della RAI-TV, sulla vicenda referendum. I quali, al solito, vi interessano solamente quando li imponiamo, o per invitarvi, altrimenti, leaders referendari, in mancanza d'altro.

Ora il problema è questo, è chiaro. Noi non possiamo che esser da voi censurati, e i vostri lettori trattati perfino peggio di quel che siano stati trattati dai vostri predecessori. Perchè delle due l'una: o quel che diciamo è vero, ed allora diviene inspiegabile e scandaloso che non siate stati voi, o i chierici-traditori che avete ereditato per vati, a informare su questa violazione della legalità, su questo perenne e aggravato attentato ai diritti civili e politici dei cittadini, sui dati e le cifre inconfutabili che esistono; o quel che diciamo è falso, e tutto falso quel che viene documentato e viene sotto i vostri occhi, ed allora è comprensibile che torniate a riserbarci, a noi ed ai vostri lettori, il trattamento di sempre;

4) Tutti voi avere praticamente ignorato i tredici referendum, comportandovi come i vostri amici, i vostri alleati, i vostri fratelli anagrafici e no, della RAI-TV e di "Repubblica", "L'Espresso", "Il Secolo XIX", TG1 e TG2, e dintorni. Ne avete ignorato i contenuti, il significato, la palese messa a morte.

....Potrei continuare a lungo. Ma il tempo mi manca, ci manca. Non aspetto da voi nulla, men che nulla. Ma se in uno solo di voi - rischiando di nuovo la vita, per non cadere nella morte dei vili e degli acciecati - mettessi un'oncia di analisi di coscienza, di comprensione del contesto nel quale state operando e che state costruendo, mi basterebbe.

I migliori saluti.

Pannella

P.S. Sono alla sessantesima ora, mentre vi scrivo, dello sciopero della sete e della fame. Non sto bene; ma sto meglio di molti di voi. Auguri

 
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