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Farina Michele, Fotia Carmine, Scaramucci Piero, Bordin Massimo - 20 gennaio 1994
Dieci miliardi sull'onda
FONDI PUBBLICI PER LE RADIOCRONACHE DAL PARLAMENTO: DEVE PRENDERLI SOLO RADIO RADICALE?

di Michele Farina

SOMMARIO: Riporta stralci del confronto, andato in onda su radio radicale, tra Carmine Fotia di Italia Radio Popolare, Pietro Scaramucci e Massimo Bordin, direttore di Radio radicale, per dibattere sulla proposta di legge che stanziava 10 miliardi l'anno per il servizio delle cronache parlamentari svolto dalla Radio stessa, proposta osteggiata da Italia Radio e da altre emittenti minori. Nell'articolo si contesta che "Radio Pannella" possa permettersi "il satellite", 200 ripetitori, ottanta persone impegnate...ecc., e che il decreto legge di cui si tratta sembra voglia "escludere ogni possibile concorrente".

(N.3/94 DI "SETTE" DEL CORRIERE DELLA SERA, 20 gennaio 1994)

Povere radio private d'informazione, e poveri direttori. Anzi eroici: mentre le Tv si contendono le partite di Baggio, loro si danno battaglia per ottenere l'esclusiva di "Tutto il Parlamento minuto per minuto". In teoria, questo lavoraccio potrebbe farlo la Rai. In pratica, l'ha fatto Radio Radicale.

Per anni senza finanziamenti fino al 1990, quando ottenne 20 miliardi "a saldo" per il servizio svolto. Adesso vengono stanziati altri 10 miliardi (all'anno) per le prossime cronache di Camera e Senato. E scoppia la polemica. "E' uno scandalo", urlano Carmine Fotia, direttore della pidiessina Italia Radio Popolare, accusando i radicali di considerare radioparlamento "cosa loro" e di arricchirsi col denaro pubblico. Volano parole grosse. Ma a distanza. Tranne che in una occasione: un dibattito tra i tre contendenti andato in onda su Radio Radicale.....

Il 2 gennaio su Radio Radicale è andato in onda un microfono aperto con Carmine Fotia, Piero Scaramucci e Massimo Bordin. Ecco i passaggi più interessanti.

FOTIA: "Pannella mi ha detto: "Vedremo, magari a voi di Italia Radio un domani vi facciamo trasmettere i lavori della Corte costituzionale...". Mi ha detto che trasmettere in diretta dal Parlamento era un diritto acquisito storicamente da Radio Radicale che non poteva essere messo in discussione. Io questo contesto: perchè loro devono avere l'esclusiva? Radio Radicale è un ente parastatale? E allora lo si dica chiaramente".

SCARAMUCCI: "Se Radio Radicale fosse effettivamente affezionata alle proprie tradizioni libertarie che richiama in continuazione dovrebbe essere la prima a gridare allo scandalo".

ASCOLTATORE da Roma: "Per due mesi Radio Radicale s'è trasformata in Radio Parolaccia, autosospendendosi per sollevare il problema della radiofonia privata d'informazione che versa in condizioni inaccettabili. Come può adesso papparsi da sola dieci miliardi?".

ASCOLTATORE da Roma: "Radio Radicale ottiene soldi pubblici per le dirette dal Parlamento? Benissimo: ma allora, se vuol essere davvero democratica, faccia solo quello".

ASCOLTATORE da Ravenna: "Una volta Pannella e i radicali si dicevano compagni. Poi si sono messi a difendere le scelte di Amato e Ciampi che hanno tartassato i poveri e premiato i ricchi. Pannella li ha difesi a spada tratta: è chiaro che oggi riceve i soldi dal potere poltico...E questo è inaccettabile".

ASCOLTATORE da Frosinone: "Non crede Fotia che i 10 miliardi siano il compenso per tutta l'azione politica che sta facendo Pannella in questo momento? I simili vanno con i simili...".

FOTIA: "Io vorrei sentire la tua opinione Bordin. Le domande sono rivolte a te...".

BORDIN: "La sentirai, la sentirai. Però, intanto, lasciamo parlare gli ascoltatori".

ASCOLTATRICE da Pavia: "Sono Lisa. Vorrei dire a Fotia che non avrei niente da obiettare se quintuplicassero il finanziamento a Radio Radicale".

FOTIA: "Rispetto le opinioni dell'ascoltatrice. E a te Bordin chiedo: controllare i conti di un'emittente come la vostra che prende i soldi pubblici dovrebbe essere possibile, no?".

BORDIN: "Anche per la Rai dovrebbe essere possibile, se mi consenti. Ma, comunque...".

FOTIA: "Alla Rai ci sono dei collegi dei revisori dei conti. Se poi questi sono dei mascalzoni, questo è un altro discorso".

ASCOLTATORE: "Mi fa ridere quel che Fotia rinfaccia a Pannella: di aver fatto un baratto con i potenti, di essere forte con i deboli, visto che tutta la sua vita dimostra il contrario. Quell'accusa va bene per i referenti del Pds come Italia Radio. Può essere vero che Radio Radicale fa campagna elettorale per Pannella, ma anche questo è servizio pubblico visto che Pannella è scacciato dalla Rai, in particolare da Rai 3".

FOTIA: "Quando ho parlato di un baratto intercorso tra il governo e Pannella, la mia era una polemica politica. Rispondendo con la querela, Pannella offende i miei diritti civili. Pannella ha rapporti molto intensi con personaggi del potere e con i monopolisti dell'informazione come Berlusconi: naturalmente quando si sta dalla parte dei potenti si perde facilmente la pazienza con i più deboli ...".

ASCOLTATORE (Arturo Gismondi, giornalista Rai, ex vicedirettore del Tg2): "C'è un po' d'ipocrisia in quello che sta dicendo Fotia. Pannella si è messo dalla parte dei potenti? Se così fosse, sarebbe salito sul carro del Pds, il partito che ha in Italia il maggior potere anche sull'informazione".

BORDIN: "Carmine, via, tu hai parlato di un baratto tra Pannella e il governo senza aver neppure letto il decreto legge in questione".

FOTIA: "Ho letto le dichiarazioni di Maccanico. Forse tu hai letto il decreto prima che fosse pubblicato".

BORDIN: "Questa è un'accusa grave...".

FOTIA: "Non è un'accusa grave, eh Madonna, Bordin, come siete attaccati con gli spilli? Non sto facendo nessuna accusa di quelle clamorose, capita spessissimo che quelli che si occupano di un determinato settore conoscano prima la forma dei decreti".

BORDIN: "Queste sono accuse politiche molto gravi. A cui risponderemo".

ASCOLTATORE da Cerveteri: "Perchè Fotia parla sempre di soldi e non di servizio pubblico? Io sono radicale, sono disposto a dare soldi a Italia Radio ma voglio sapere se oggi il suo direttore si impegna a trasmettere per quel numero di ore i dibattiti così come ha fatto Radio Radicale (il decreto legge in questione dice "almeno il 60% del numero annuo complessivo di ore dedicate alle sedute d'aula", ndr)".

FOTIA: "E' ovvio che chiunque voglia aver diritto alle dirette dal Parlamento deve rispettare il monte ore: E può anche darsi che a quel punto io decida che la cosa non mi interessa perchè troppo oneroso per il mio palinsesto. Io pongo una questione di principio: si stabiliscano criteri sulla base dei quali si scelgano tra le emittenti che ne fanno richiesta quelle...".

BORDIN: "Perchè dici "quelle", perchè parli al plurale?"

FOTIA: "Perchè io per esempio ne farò richiesta, eh eh...".

BORDIN: "E quindi dev'essere accolta...".

FOTIA: "Io ho detto "si scelga". Bordin, non rivoltare al frittata...".

BORDIN: "No, io ti chiedevo la spiegazione del plurale...".

FOTIA: "Bordin, tu ti devi abituare al plurale, capisci? Voi vi siete acquisiti una fetta di mercato e non volete schiodare da lì, quando ci sono altre emittenti che sono pronte a stare insieme a voi in quella fetta".

BORDIN: "Scusa Fotia ma Italia Radio è organo di partito?".

FOTIA: "Sì, e allora?".

BORDIN: "No, così: non volevo costringerti a una rivelazione imbarazzante...".

FOTIA: "Pannella mi accusa di non conoscere la posizione del Pds sulla faccenda e sostiene che i gruppi parlamentari sono d'accordo con lui, che io sto facendo una battaglia solitaria perchè sono un "poveretto" - parole sue - che non sa neppure come la pensa il suo partito. Che io non abbia consultato i vertici del Pds è assolutamente vero. Ho la mia autonomia di giornalista. E poi sanno tutti che Italia Radio è edita dal Pds! Imbarazzante sarà per te prendere tutti quei soldi dello Stato e poi fare la battaglia contro la partitocrazia...".

BORDIN: "No, io non prendo... Oh Fotia, io non amo questo tipo di polemiche...".

FOTIA: "Eh già, perchè a voi interessa insolentire senza contraddittorio, questo lo sapete fare molto bene".

BORDIN: "Mah, mah, mah...".

FOTIA: "Che vuol dire questa serie amletica di mah?".

BORDIN: "Io credo che non vada data soddisfazione a chi vuol duelli da Far West".

FOTIA: "Il duello democratico è l'arma della democrazia...".

SCARAMUCCI (dopo essere stato lasciato per un'ora fuori collegamento): "Non dite che questo è stato un dibattito con Radio Popolare. Ma come! Inviate uno e poi lo mettete in sospensione per un'ora! Bordin ha detto a un certo punto che non si impedisce a nessuno la diretta dal Parlamento. Ribadisco: si impedisce. Non si tratta di un impedimento politico ma economico. Insomma: questo servizio costa. Dite che chiunque può farlo, però poi i soldi li becca Radio Radicale. Quanta ipocrisia...".

BORDIN: "Attaccarsi alla Camera quando trasmette sul circuito di "radio aula" non costa nulla. La bolletta Sip e poco altro...".

SCARAMUCCI: "Ma voi per questa bolletta prendete 10 miliardi...".

BORDIN: "Beh, quello è il costo della mancata pubblicità. Una scelta che noi abbiamo fatto per 15 anni senza prendere una lira: in perdita. Dicendo che quel servizio che stavamo facendo non toccava a noi ma alla Rai. Che ha avuto i soldi per fare Saxa Rubra ma non per le dirette dal Parlamento. E certo che c'è dietro un partito, quello radicale. E certo che c'è un'ambiguità, una contraddizione apparente. Debbo essere io a citare a Fotia e Scaramucci Mao Tse-tung? Le contraddizioni? Questa è una contraddizione felice. Adesso la Rai dice: faremo una rete apposita, dateci tempo. E siccome chi ha fatto quel servizio per anni senza prendere una lira adesso viene premiato, altri dicono: da domani lo faccio anch'io. Datemi i soldi. Legittimo anche questo. Ma questa mi pare una logica un po' - come dire - non mi intendo, ma un po' spartitoria: Della serie: tutti debbono essere rappresentati, tutti devono avere il diritto a una fetta. Comunque a Scaramucci dico: non è vero che nel decreto del governo c'è l'identikit

di Radio Radicale. Ora, Maccanico chi è: un passante o il sottosegretario alla presidenza del Consiglio? (...) Se ci fosse una legge che dice: chiunque trasmette le dirette parlamentari ha diritto a un contributo pubblico proporzionale agli impianti impiegati, bene: tutta l'Italia potrebbe avere questo servizio d'informazione e ci sarebbe una distribuzione di fondi, non spartitoria come dicevi tu. Ma corretta e trasparente. Il fatto è che quei 50 miliardi sono serviti a sostenere una battaglia politica al di fuori del finanziamento pubblico ai partiti. E poi la storia si Pannella che non mette piede alla Rai è una balla. Pannella è uno di quelli che hanno più accesso alla Rai".

RADIO PANNELLA: PANE, ACQUA E MILIARDI

E' l'unica emittente oltre la Rai - che può permettersi il satellite. E 200 ripetitori, ottanta persone impegnate (di cui solo 40 a contratto, come lavoratori dello spettacolo). Ma per anni è stata una scommessa coraggiosa: pochi soldi e poca gloria. Radio Radicale ha cominciato a trasmettere le dirette dal Parlamento nel 1979. Per questo "servizio pubblico" ha ricevuto nel 1990 dallo Stato 20 miliardi grazie ad una legge ad hoc. Dal 1986 al 1992, come organo del Partito radicale prima e della Lista Pannella poi, ha intascato altri 20 miliardi, a norma della legge sull'editoria che assegna finanziamenti pubblici a stampa (per il Pds li prende "l'Unità") o emittenza di partito (nel '93 questo contributo a Radio Radicale non supererà 8 miliardi).

In totale fanno oltre 50 miliardi, se sommiamo anche i dieci miliardi annui stanziati dal recente decreto legge del 30 dicembre per la cronaca delle sedute parlamentari. Decreto che, se non parla esplicitamente di Radio Radicale, ha tutta l'aria di escludere ogni possibile concorrente. I criteri di scelta decisivi infatti (articolo 9, comma 3) sono: precedenti esperienze nella trasmissione di programmi dedicati alle sedute parlamentari; investimenti effettuati nel settore. Messa così, quale radio ha le carte in regola?

 
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