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Castiel Alberto - 1 febbraio 1994
NESSUNO TOCCHI CAINO - 6 - LA GUERRA DEL BRASILE
Alberto Castiel - Brasile

Presidente dell'Istituto brasiliano dei Diritti dell'Uomo

SOMMARIO: Il vero problema del Brasile sono le esecuzioni extralegali. La pena di morte non è lecita.

Dal 1985 al 1991 ci sono state più persone assassinate a Rio de Janeiro che morti americani nei sette anni di guerra in Vietnam. Sono le esecuzioni extralegali il vero problema del Brasile. Un deputato dell'estrema destra propose nel 1988 introdurre la pena di morte nella Costituzione. "Non si può decidere di un valore universale della democrazia, la vita umana, attraverso un plebiscito: un metodo apparentemente democratico, nel quale si pronuncerebbe una popolazione assolutamente traumatizzata dalla violenza, che si illude che la pena di morte possa essere una soluzione. Certe materie non possono essere oggetto di plebiscito perché sono conquiste dell'umanità e della civiltà".

("NESSUNO TOCCHI CAINO", 1 febbraio 1994)

La pena di morte è eticamente lecita? Per rispondere con un "no" perentorio, ci appoggiamo a Montesquieu, citato dall'eminente giurista brasiliano Fabio Konder Comparato. "Spesso un legislatore desideroso di correggere un male, fissa la sua attenzione unicamente sulla punizione; gli occhi sono aperti solo a questo obiettivo e restano chiusi ai suoi inconvenienti. Una volta punito il male, ciò che si vede è solo la durezza del legislatore, ma il risultato di questa durezza è un vizio dello Stato: gli spiriti si sono corrotti e si abituano al dispotismo. Ci sono due generi di corruzioni: una quando il popolo non obbedisce alle leggi; l'altra quando è corrotto dalle leggi stesse. Quest'ultimo è un male inguaribile perché si confonde con il rimedio".

In Brasile, nel 1988, un deputato dell'estrema destra ha proposto il ricorso a un plebiscito per un emendamento alla Costituzione che è stato rigettato dal Parlamento a causa del suo carattere antigiuridico e per l'aspetto eticamente inconcepibile.

La costituzione stabilisce che non vi sarà la pena di morte se non in caso di guerra dichiarata. L'emendamento proponeva che a questo articolo si aggiungesse: "rapina, sequestro di persona, e violenza carnale seguiti da morte". Non si può decidere di un valore universale della democrazia, la vita umana, attraverso un plebiscito: un metodo apparentemente democratico, nel quale si pronuncerebbe una popolazione assolutamente traumatizzata dalla violenza, che si illude che la pena di morte possa essere una soluzione. Certe materie non possono essere oggetto di plebiscito perché sono conquiste dell'umanità e della civiltà.

Tanto più che la Costituzione stessa stabilisce che essa non può essere emendata sui temi dei diritti e delle garanzie individuali.

Attualmente il clima di violenza e gli omicidi sono aumentati a causa dell'aggravarsi della crisi sociale: la campagna per la cittadinanza contro la miseria e la fame, per la vita, è stata fortissima e ha mobilitato - dal sud al nord del Brasile - tutti gli strati della popolazione. Il Brasile ha una delle più alte concentrazioni della rendita registrate nel mondo, e l'inflazione attuale - del 40% al mese - riduce il salario minimo a soli 100 dollari.

In questo momento è in corso una revisione della Costituzione e, in tutte le versioni apparse, non compare alcun cambiamento del testo sulla pena di morte.

Il clima nel quale viviamo induce la gente a preoccuparsi dei problemi quotidiani, di come sopravvivere, della violenza e della guerra civile. Dal 1985 al 1991, ci sono state più persone assassinate a Rio de Janeiro che morti fra gli americani nei sette anni di guerra del Vietnam, oppure nella guerriglia in Perù.

Nella guerra civile a Rio sono stati uccise oltre 70mila persone; nel Vietnam erano state 56mila; nel Perù di Sendero luminoso 25mila.

L'abolizione della pena di morte legale non trova eco in Brasile.

Posso proporre un tema polemico rispetto a quello della pena di morte costituzionale, e cioè l'inclusione nel programma di "Nessuno tocchi Caino" il tema bruciante delle esecuzioni extragiudiziali, degli squadroni della morte, della polizia militare e delle polizie parallele - i cui crimini, pur giudicati da un tribunale militare, restano impuniti - dei pistoleri, dei trafficanti di droga, della violenza generalizzata che uccide in Brasile più che in guerra?

 
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