Samir Labidi -Tunisia
giurista
SOMMARIO: "C'è un passo nel Corano in cui è scritto che qualcuno che cambi religione deve essere ammazzato". In alcuni paesi non vi è diritto alla difesa. In Iran, dalla rivoluzione ad oggi, tribunali religiosi privi di qualunque garanzia giuridica, hanno condannato centomila detenuti politici per le loro idee. In Algeria, il 28 dicembre scorso, i fondamentalisti hanno sgozzato venti intellettuali. C'è un nuovo Salman Rushdie, Abou Zid, che ha pubblicato un'interpretazione più moderna dell'Islam. Il professore universitario egiziano Farsh Fud, condannato da un tribunale clandestino e ucciso. Ma esiste, anche, una visione tollerante dell'Islam, come in Tunisia ove vi è una costituzione che rispetta i Diritti dell'Uomo.
("NESSUNO TOCCHI CAINO", 1 febbraio 1994)
Il Corano ha parlato della condanna a morte limitatamente ad alcuni casi.
Il Taglione. Vale per l'omicidio, ma l'assassino può avere salva la vita se la famiglia della vittima lo grazia, accettando un suo dono in denaro. Per conversione di religione. C'è un passo nel Corano in cui è scritto che qualcuno che cambi religione deve essere ammazzato.
In alcuni paesi, come il Sudan, l'Arabia Saudita e l'Iran, esistono solo dettati di diritto musulmano molto antico. Essi si avvalgono esclusivamente di tribunali religiosi, per i quali un'opinione politica o la partecipazione a un partito sono motivo di condanna a morte, senza garanzie processuali, né diritto alla difesa o possibilità di ricorso in appello e in cassazione.
In Sudan, durante il governo di Numei, un grande giurista di diritto musulmano scrisse un libro che conteneva una interpretazione teorica dell'Islam. Per questo fu condannato a morte, e a nulla valse una campagna internazionale per salvarlo dall'esecuzione. In Iran, dalla rivoluzione ad oggi, tribunali religiosi privi di qualunque garanzia giuridica, formale o sostanziale, hanno condannato centomila detenuti politici per le loro idee, per la loro appartenenza a movimenti politici.
In Algeria o in Egitto, il movimento integralista - un fenomeno molto grave, reazionario, che utilizza il terrorismo - ha dato vita a tribunali clandestini, in cui chiunque sia in disaccordo con il regime viene condannato a morte in nome della shari'a, la legislazione di Allah.
In Algeria, il 28 dicembre scorso, i fondamentalisti hanno sgozzato venti intellettuali. In Egitto, il professore universitario Farsh Fud è stato condannato da un tribunale clandestino ed è stato ucciso; in questi giorni, c'è un nuovo Salman Rushdie, Abou Zid, che ha pubblicato un'interpretazione più moderna dell'Islam. Gruppi di integralisti hanno domandato ufficialmente ai tribunali egiziani la sua condanna a morte, considerandolo un apostata anche a causa del divorzio dalla moglie.
In certi paesi arabo-musulmani, dove si assiste all'avanzata del movimento integralista, occorre promuovere una campagna per garantire un processo equo e per rendere costituzionale il diritto alla grazia.
Contrapposta a questa, esiste una visione tollerante dell'Islam, che concede la grazia al condannato e che ha prodotto una grande differenza nella legislazioni dei paesi musulmani.
In questa seconda categoria, quella degli stati moderni, ci sono delle sottocategorie.
In alcuni paesi, come la Tunisia o altri che si sono dotati di una costituzione successivamente all'indipendenza, nei tribunali viene applicato un diritto positivo, con diritto di difesa, appello, cassazione, grazia: tutto formalizzato nei testi legislativi. In Tunisia sono state adottate le convenzioni internazionali sui Diritti dell'Uomo, e da 4 anni sono stati eliminati i lavori forzati. Credo che in Tunisia, come nei paesi simili dell'area arabo-musulmana, sia prevista ormai una sorta di abolizione "de facto", perché il Presidente della Repubblica concede sempre la grazia.