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Possamai Paolo, Bonino Emma, Gardini Elisabetta - 24 marzo 1994
UNA DONNA PER NEMICO
Scontro fra l'abortista Bonino e la cattolica Gardini

di Paolo Possamai

SOMMARIO: Confronto fra le due candidate per il collegio uninominale della Camera di Padova Ovest, Emma Bonino ed Elisabetta Gardini.

(IL MATTINO di Padova, 24 marzo 1994)

Tiro alla fune fra due donne. A confronto Emma Bonino ed Elisabetta Gardini. Due visi noti, fra i più noti nella gran massa di Carneadi presenti nelle liste elettorali. Radicale della prima ora, la prima. Conduttrice tv e attrice, la seconda. Si disputano il seggio 14 della Camera (a Padova Ovest). Ma per quale motivo Emma Bonino, che sta in Parlamento dal 76, torna a candidarsi? Non si sente una professioniasta della politica?

Bonino: Faccio politica per passione e sono stata in Parlamento solo in certi periodi, rimanendo fuori dall'87 al '92. Stavolta vorrei tornare alla Camera perché credo che la presenza mia e di altri possa essere la garanzia del proseguimento delle riforme, a partire dai 13 referendum voluti con Lega e Berlusconi. Ci contestano questa alleanza, ma non si tratta di un matrimonio monogamico quanto di un rapporto nato su programmi condivisi. Non è sconvolgente né innaturale. E perché avremmo dovuto seguire quanti, pur avendo percorso tratti di strada in comune negli anni scorsi, oggi vanno da un'altra arte e perseguono lo statalismo?

Mattino: Lei, Elisabetta Gardini, non ha alcuna esperienza in politica. Che competenze ha da esibire?

Gardini: Mi pare che l'esigenza del ricambio sia prioritaria, per evitare pericolosi ritorni al passato. In secondo luogo, la mia professione mi consente di affrontare con cognizione uno dei punti nevralgici delle moderne democrazie: il sistema dell'informazione. Mi interessa il superamento della legge Mammì e liberare la Rai dallo strapotere delle sinistre. Ho deciso di scendere in campo perché stavolta sono cambiate le regole e ora si può cooperare a organizzare il bene comune.

Mattino: Scusi, Gardini, ma lei per chi ha votato alle passate elezioni?

Gardini: Ho sempre scelto la Dc, salvo l'ultima volta, senza mai avere rapporti organici col partito.

Mattino: Ma lei non ha fatto da testimonial per Maurizio Creuso alle ultime elezioni? Non ha consuetudine con Carlo Fracanzani?

Gardini: Mi fu chiesto di girare uno spot, a titolo assolutamente grauito. Era allora opinione corrente che Creuso fosse persona impegnata nel sociale, e soprattutto a favore degli anziani. e questo mi convinse. Non avevo la sfera di cristallo.

Mattino: Cosa vorreste fare in Parlamento?

Bonino: Due, a mio avviso, le priorità assolute. La prima è di carattere istituzionale: dobbiamo sbloccare il cambiamento buttando a mare quest'incredibile e disgraziata legge elettorale. In secondo luogo mi interessa ristabilire i princìpi della Giustizia e della certezza del Diritto.

Mattino: A proposito di Giustizia, a lei Bonino pare che Berlusconi sia perseguitato dai magistrati?

Bonino: Noto una strana serie di coincidenze, che ingenerano un clima di linciaggio politico. Ma mi preoccupa, che certi metodi da Inquisizione vengano usati, più che contro il potente Berlusconi, verso il semplice cittadino. La santificazione dei giudici è quanto meno a sproposito. La stragrande maggioranza della Procure dorme. Il poco che si sa degli affari della Fiat è emerso dalle inchieste milanesi, i magistrati di Torino dormono. E stranamente i pubblici amministratori in Emilia, Toscana, Marche sono tutti vaccinati contro il morbo della tangente, visto che le inchieste sono finite in archivio. Non accetto la sacralizzazione né la demonizzazione.

Mattino: E lei, Gardini, quali priorità indica?

Gardini: Concordo sulla necessità di privilegiare i temi del lavoro, delle riforme istituzionali, delle politiche economiche. Ma la priorità delle priorità va attribuita, secondo me, a un Quarto Stato composto ormai da 9 milioni di persone. Per questi sarebbe deleterio propugnare ancora uno statalismo assistenzialista e conservativo, ma anche le intemperanze del libero mercato.

Bonino: Sulla foto dei problemi quasi tutti sono daccordo ma quali sono le soluzioni? Prendiamo il tema della disoccupazione giovanile: va pensata in termini di distribuzione di salari o di produzione di ricchezza? E chi, se non demagogicamente, può promettere di alimentare le pensioni minime?

Gardini: Non è nemmeno proponibile che si facciano quadrare i conti stritolando i più deboli.

Bonino: Badiamo ai casi concreti. Per introdurrre i giovani al lavoro vanno defiscalizzati gli oneri sociali, detassati gli utili aziendali reinvestiti nell'impresa...

Gardini: Forse però c'è qualcuno che, a forza di formule, promette miracoli con eccessiva faciloneria. Torno a dire che l'accento va posto su nuove politiche per la famiglia, che continua a essere il perno della società e a svolgere servizi essenziali. Fra i provvedimenti auspicabili, c'è la tassazione commisurata non più alla persona ma al nucleo familiare.

Bonino: Il centro per me rimane l'individuo e non ritengo che, rispetto alle carenze dello Stato, vada incentivato il ruolo di surroga della famiglia. Soprattutto, non ritengo che vada incentivata solo la famiglia felice, perchè esiste anche quella infelice, quella che si separa, quella non registrata. Per godere degli sgravi e degli aiuti immaginati dal Patto per l'Italia sarebbe necessario un certificato? Hanno i medesimi diritti anche i conviventi?

Gardini: La famiglia di fatto è entrata nel panorama italiano, non sono scesa in campo da militante cattolica. Ma un certificato, che riconosca il progetto di vita deciso da due persone, ci deve essere, sennò non c'è famiglia.

Bonino: Ma l'incentivazione economica va anche ad una ragazza madre oppure no?

Gardini: La famiglia è un'istituzione, fatta da due persone che firmano un contratto di fronte alla società. Ma lo Stato deve prendere in esame anche le situazioni di disagio che escono dal modello principale. Deve certo aiutare anche la ragazza madre.

Mattino: Che impegni intendete assumere verso il territorio, verso Padova?

Bonino: Non ho alcuna intenzione di caricarmi di scartoffie e di seguire a Roma le pratiche locali. Evitiamo il ripetersi di metodi clientelari. Ciò non vuol dire che non avrò rapporti con il collegio. Proporre una legge quadro per crediti agevolati e sgravi fiscali alla piccola e media impresa, significa interessarsi anche a Padova.

Gardini: Garantisco costante ascolto verso tutti i cittadini, non solo per chi mi vota.

 
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