di Danilo QuintoSOMMARIO: Vengono date informazioni sulla costituzione del Comitato »Non c'è pace senza giustizia composto da parlamentari, sindaci e cittadini che intendono operare per l'affermazione di un nuovo diritto internazionale.
(LA Gazzetta del Mezzogiorno, 24 maggio 1994)
Centinaia di migliaia di persone giustiziate. Quarantamila cadaveri con le teste mozzate che galleggiano sulle rive del lago Vittoria. Nell'impotenza palese della Comunità internazionale, in Ruanda si sta compiendo da alcune settimane »il più terribile genocidio del secolo , come ben titola »La Gazzetta di lunedì 23 maggio.
Rispetto a quel che accade in Africa, in Bosnia e ovunque nel mondo, dove il diritto e i diritti della persona vengono capestati, è il ruolo stesso dell'Onu e della Comunità internazionale che viene messo in discussione.
In questa fine secolo, percorsa da questi orrori, un problema è soprattutto centrale: la creazione di nuovo diritto, di una nuova giurisdizione. Innanzitutto per questo stiamo tentando di organizzare e dar vita a "NON C'E' PACE SENZA GIUSTIZIA", un comitato di parlamentari, sindaci e cittadini che intendono operare per l'affermazione di un nuovo diritto internazionale.
Ci sono dei giudici, a l'Aja, che dovranno giudicare i crimini commessi nell'ex Jugoslavia. La creazione di questo Tribunale ad hoc ha segnato indubbiamente una diversa attitudine degli Stati rispetto al concetto stesso di giustizia e di diritto internazionale. C'è però un passo ulteriore da compiere: l'istituzione di una Corte Penale Internazionale che giudichi i crimini internazionali, per assicurare la non impunità delle violazioni dei diritti umani e individuali. Con la risoluzione 48/31 del 9 dicembre 1993, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha chiamato l'International Law Commission, suo organo ausiliario, a risolvere le questioni procedurali, tecnico-giuridiche, e a »provvedere a titolo prioritario in vista dell'elaborazione di un progetto di Statuto per la costituzione di una Corte Penale Internazionale per i crimini contro l'umanità.
Quante Bosnie dovremo attenderci ancora, quanti Ruanda? E' velleitario pensare che una Corte Penale Internazionale possa esistere? La convenzione sul genocidio potrebbe non rimanere sulla carta e trovare finalmente strumenti per essere applicata; le gravi violazioni del diritto umanitario potrebbero conoscere la sanzione. Finalmente! C'è però un'urgenza: creare un Tribunale Permanente.
Su questi presupposti e sulle iniziative che in questi ultimi due anni ha condotto il Partito radicale rispetto a questi temi, è nata l'idea di costituire "Non c'è pace senza giustizia". Nell'immediato il Comitato si costituisce per sostenere presso l'opinione pubblica internazionale l'attività del Tribunale ad hoc sulla ex Jugoslavia e per contribuire all'istituzione, da parte dell'Assemblea Generale delle'Onu, della Corte Penale Internazionale per i crimini contro l'umanità.
Lord Ralf Dahrendorf, uno dei padri del pensiero liberaldemocratico europeo, accettando la carica di presidente onorario di "Non c'è pace senza giustizia", ha voluto sottolineare l'importanza e l'urgenza di un nuovo sistema di garanzia e giurisdizione internazionale. Quel che sta succedendo nel Ruanda e in altre drammatiche situazioni lo rende ancor più necessario. Ciascuno di noi, è chiamato a fare il possibile perché questo obiettivo sia raggiunto al più presto.
Danilo Quinto (segretario di »Non c'è pace senza giustizia )