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Mita Mauro - 9 aprile 1994
Se Zorro va al governo
di Mauro Mita

SOMMARIO. Càpita a Pannella di assumere ora le vesti di Zorro ora quelle del Coro della antica tragedia. Se assumesse l'incarico di Ministro degli esteri, Pannella diverrebbe (dicono alcuni) l'alleato di ferro di Berlusconi, anche se le sue "straordinarie" doti potrebbero "essere meglio utilizzate" anche in altra sede. Ma, conscio della debolezza delle sue "armate", Pannella veste ora di nuovo i panni di Zorro: se la nuova maggioranza rifiuterà l'apporto di Pannella - egli sostanzialmente dice - "l'alternativa è un governo fortemente marcato a destra". Con la mina dei referendum, sarebbe meglio avere Pannella dentro che fuori del governo. Il ruolo, "positivo", che egli si è ritagliato nella vita politica italiana, è quello di "realizzare quella democrazia binaria di tipo maggioritario che non può ridursi al momento di una tecnica elettorale".

(L'OPINIONE, 9 aprile 1994)

Dal Referendum sul divorzio, che decretò la morte politica di Amintore Fanfani, Marco Pannella, quando non assume il ruolo del nostro Zorro nazionale, si rassegna, con poca o molta fortuna, a declamare la parte che la tragedia greca riservava al Coro. Oggi, con la vittoria delle destre, e con Silvio Berlusconi leader naturale - nolente o volente Umberto Bossi - dello schieramento maggioritario, il "guru" radicale, anche in virtù del fatto che è riuscito ad imporre l'elezione di sei deputati e due senatori con i suffragi elettorali di Forza Italia si sente ad un tempo Coro e Zorro, alleato e fustigatore delle forze di maggioranza.

I maligni insinuano che un ministero di prestigio come gli Esteri farebbe di Pannella l'alleato di ferro di Berlusconi. Ma poichè la politica, anche a dispetto delle ambizioni legittime che un uomo di valore - e Pannella lo è - porta in sè, non può ridursi solo agli splendori di un dicastero, offuscato peraltro in Italia dal grigiore del nichilismo cinico di Andreotti e dalle stravaganze di De Michelis, è qualcosa di più grande, anche come servizio, potrebbero essere meglio utilizzate le straordinarie doti del fantasioso e versatile uomo politico radicale nelle vesti, per esempio, di sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, magari con delega ai rapporti col Parlamento. Consigli scritti sull'acqua. D'accordo. Ministero di prestigio o incarico di servizio, sono cose che non le decide nemmeno Pannella, un gioco che gli sfugge.

D'altra parte, in questo gioco si è già scottato una volta, al tempo della formazione del governo Amato, quando Pannella era acclamato come il vero vincitore degli assetti istituzionali seguiti alle elezioni dell'aprile '92. "Quante divisioni ha il Papa?". La battuta di Stalin continua a bruciare maledettamente sulle carni di chi ha solo fantasia e intelligenza, ma non eserciti da schierare per la conquista e la difesa dei territori occupati. Sei deputati e due senatori possono per lo più servire a Pannella per montare la guardia a Montecitorio e a Palazzo Madama. Fini, Bossi e Berlusconi vogliono ben altro.

Ed ecco la minaccia del Pannella-Zorro che affida alla recita del Coro della tragedia greca queste parole (tratte dal comunicato sulla "convenzione" dell'Ergife): "I lavori della convenzione sono aperti a tutte le forze che in questi anni hanno partecipato alla formazione dei vari comitati referendari, delle liste Pannella, di Alleanza Democratica, del Patto per l'Italia di Segni, e che dall'interno delle varie aggregazioni politiche (Pds, Lega, Forza Italia) vogliono che l'Italia viva la riforma liberaldemocratica, federalista, anglosassone, uninominalista".

Poi il Coro ammonitore o suggeritore, afferrata la spada di Zorro, minacciò: "Se l'incarico - dice Pannella - sarà conferito a Silvio Berlusconi, l'obiettivo dovrebbe essere un governo di riforma includente sia il nuovo Centro (Forza Italia, Lega Nord, Udc, Ccd) sia Alleanza Nazionale (convertitasi alla neoliberaldemocrazia di destra), sia la sinistra liberale della quale le liste Pannella sono state e sono elemento formativo. Altrimenti? Altrimenti, cioè se si rifiuta l'apporto della lista Pannella nella nuova maggioranza di governo, "l'alternativa è un governo fortemente marcato a destra, con accentuazioni reazionarie e clerico-moderate". La recita va presa per quella che è. Con Pannella o senza, il governo non cambierebbe segno.

Ma con la mina del referendum sulla modifica della legge elettorale con la quale siamo andati a votare il 27-28 marzo, meglio sarebbe avere Pannella nella maggioranza che fuori, anche per consentire a questo Parlamento di varare una legge elettorale in sintonia con la richiesta referendaria dell'uninominale secco, da coniugare con l'elezione popolare diretta del presidente della Repubblica.

Ecco il ruolo vero che ha Marco Pannella nei prossimi scenari della vita italiana. Un ruolo positivo per realizzare quella democrazia binaria di tipo maggioritario che non può ridursi soltanto al momento di una tecnica elettorale, ma presuppone una visione di insieme dell'intero edificio costituzionale. Una Costituzione, quella italiana attuale, che essendo molto vicina al disegno generale della Costituzione degli Stati Uniti, come non si stancava di ripetere Giuseppe Maranini, ha bisogno di essere completata secondo l'architettura generale della divisione e del controllo dei poteri. In questo senso una forza autenticamente liberale come quella di Marco Pannella avrebbe all'interno della maggioranza il ruolo che ebbero i laici e in particolare i repubblicani di Sforza, di Pacciardi e di La Malfa (Ugo), nei governi degasperiani. Un ruolo di punta per l'apertura all'Occidente, in contrasto con i freni del Vaticano. Ci volle tutta la pazienza e l'abilità di Carlo Sforza per convincere Pio XII ad accettare il Pa

tto Atlantico, mentre il giornale dell'Azione Cattolica che si stampava a Roma si ostinava a volere un'Italia neutrale, chiusa ad ogni contaminazione col mondo protestante. Pannella nel governo e nella maggioranza avrebbe analoga funzione nel senso di quell'approccio istituzionale che ci farebbe più vicini all'America che non alla Polonia. Nel caso, per esempio, si preferisse Andreatta a Pannella.

 
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