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Quinto Danilo - 6 luglio 1994
La guerra in Tribunale
Genocidio, aggressione e crimini contro l'umanità: i capi d'accusa per l'ex Jugoslavia

di Danilo Quinto

SOMMARIO: Nel dare notizia dell'incontro che si svolgerà a Ginevra l'11 luglio con International Law Commission, il segretario dell'associazione "Non c'è pace senza giustizia" fornisce informazioni sulla campagna per l'istituzione della Corte Penale Permamente delle Nazioni Unite.

(L'OPINIONE, 6 LUGLIO 1994)

"Genocidio, aggressione, crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Sono questi i reati inseriti nella bozza di statuto della Corte Penale Internazionale, che viene discussa in questi giorni dai membri dell'International Law Commission, l'organo ausiliario delle Nazioni Unite riunito a Ginevra.

Insieme ad alcuni membri di Parlamentarians for Global Action e del Parlamento europeo e, molto probabilmente, a Eduard Shevardnadze, capo dello Stato della Georgia - che nelle scorse settimane ha rivolto un appello ai membri dell'ILC per l'approvazione immediata dello statuto della Corte Penale Internazionale - l'11 luglio prossimo sarà a Ginevra Emma Bonino, segretaria del Partito Radicale. La delegazione incontrerà, tra gli altri, il relatore del gruppo ristretto che ha elaborato la bozza di statuto, l'australiano Crawford. Se l'ILC, come tutto fa credere, approverà la bozza di statuto, la questione della Corte Penale Internazionale sarà iscritta all'ordine del giorno della sessione autunnale dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Sarebbe una grande conquista per coloro che vogliono una nuova giurisdizione internazionale, in grado di dare alla pace la via certa del diritto, delle regole. Sono centinaia i parlamentari, di numerosi paesi, che in queste settimane hanno sottoscritto una mozione, promoss

a dal Partito Radicale, che chiede ai rispettivi Governi l'impegno a concorrere alla creazione di una Corte penale Internazionale.

L'istituzione della Corte Penale Internazionale è uno dei due obiettivi immediati di "Non c'è pace senza giustizia", il comitato di parlamentari, sindaci e cittadini per un nuovo diritto internazionale. L'altro obiettivo è costituito dal sostegno all'attività del Tribunale ad hoc che deve giudicare i crimini commessi nell'ex Jugoslavia. Questa Corte - che, ricordiamo, è presieduta da un italiano, Antonio Cassese - si trova oggi nell'impossibilità di esercitare nella sua pienezza l'azione penale. Infatti, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non ha ancora provveduto a nominare il pubblico ministero, dopo la rinuncia nell'autunno scorso del venezuelano che dopo la nomina divenne Ministro del suo paese.

Il 7 giugno scorso, il Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi e Marco Pannella hanno sottoscritto un contratto di maggioranza, nel quale, tra l'altro, il Governo italiano si impegna "ad operare con ogni energia" perché "l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvi lo statuto della Corte Penale Internazionale" e perché "venga nominato il pubblico ministero presso il Tribunale internazionale ad hoc sui crimini di guerra commessi nell'ex Jugoslavia". Rispetto a quest'ultimo punto, potrebbe essere decisiva la riunione del G7 che si terrà a Napoli a partire da venerdì 8 luglio. In quella sede, potrebbe essere il Governo italiano a porre al centro del dibattito questa questione, che è dirimente rispetto alla possibilità che la Comunità internazionale si è data con la risoluzione 808 del 22 febbraio 1993 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di giudicare chiunque nel territorio dell'ex Jugoslavia si sia reso colpevole di reati contro l'umanità.

Si deve d'altra parte tener conto che la mancata nomina del pubblico ministero può incidere negativamente sulla creazione di una Corte Penale Internazionale. Se manca la volontà politica di far funzionare un organo di giurisdizione a carattere transitorio, come il Tribunale ad hoc, come si fa a ritenere possibile la creazione di una giurisdizione a carattere permanente?

Decisiva, anche per raggiungere quest'obiettivo, è la pressione che i cittadini e i rappresentanti delle istituzioni possono esercitare nei confronti dei Governi e delle istituzioni internazionali. Anche per questo è nato il Comitato "Non c'è pace senza giustizia". Aderire è molto semplice: basta telefonare al numero 06/689791 o scrivere a "Non c'è pace senza giustizia" - Via di Torre Argentina 76 - 00186 Roma, come ha fatto nei giorni scorsi il parlamentare russo Vadim Bulavinov, dell'Unione Liberale Democratica.

Danilo Quinto, segretario di "Non c'è pace senza giustizia"

 
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