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Quinto Danilo - 19 luglio 1994
COMINCIANO I PROCESSI
NOMINATO IL PROCURATORE GENERALE DEL TRIBUNALE INTERNAZIONALE SI GIUDICANO I CRIMINI DI GUERRA

di Danilo Quinto, segretario di "Non c'è pace senza giustizia"

SOMMARIO: I primi passi del Tribunale Internazionale che deve giudicare i crimini commessi nel territorio della ex Jugoslavia. Le iniziative del Comitato "Non c'è pace senza giustizia" per l'affermazione di una nuova giurisdizione internazionale e per la costituzione di una Corte Penale permanente che possa giudicare i crimini contro l'umanità.

(L'OPINIONE, 19 luglio '94)

"Come i lettori de "L'Opinione" già sanno, nei giorni scorsi il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha finalmente nominato il Procuratore Generale del Tribunale Internazionale che deve giudicare i crimini commessi nel territorio della ex Jugoslavia a far data dal primo gennaio 1991.

Con la nomina del Procuratore Generale, la prima Corte genuinamente internazionale della storia contemporanea, creata per decisione di un organo dotato di poteri sovranazionali, di natura anche coercitiva, quale il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ha la possibilità di operare nella pienezza dell'azione penale.

Forse è utile, in sintesi, evocare le ragioni che fanno del Tribunale ad hoc sulla ex Jugoslavia il primo, vero segmento di giurisdizione internazionale.

Il Tribunale, che, ricordiamo, è presieduto dall'italiano Antonio Cassese, ha innanzitutto uno statuto garantista: non è prevista la celebrazione di processi in contumacia, non è prevista la possibilità di comminare condanne a morte.

Per l'individuazione dei crimini, il Tribunale dovrà avvalersi della legge internazionale "scritta", costituita dalle Convenzioni di diritto umanitario e dalle Convenzioni sui diritti umani (dai due Patti generali del 1966, rispettivamente sui diritti civili e politici e sui diritti economici, sociali e culturali, alla Convenzione sui diritti dei bambini, entrata in vigore nel 1990).

La Risoluzione numero 827 del 25 maggio 1993, con cui il Consiglio di Sicurezza ha deciso la creazione del Tribunale e ne ha approvato lo statuto, sollecita le organizzazioni nongovernative, insieme con i governi e con gli organismi intergovernativi, e i semplici cittadini, a prestare collaborazione al Tribunale, fornendo informazioni, aiuti economici, "personale esperto".

La legge n. 120 del 14 febbraio 1994, con cui l'Italia sottoscrive l'obbligo di "cooperare con il Tribunale Internazionale", contiene l'importante articolo 14, che dispone che lo Stato "favorisca la collaborazione delle organizzazioni nongovernative nazionali e internazionali con il Tribunale" e prevede per questi soggetti "la facoltà di presentare memorie e di indicare fonti ed elementi di prova" nella fase delle indagini preliminari nei procedimenti penali davanti all'autorità giudiziaria italiana "relativi a fatti che sono ricompresi nella competenza del Tribunale Internazionale".

In base al principio della giurisdizione concorrente, sancito dall'articolo 9 dello statuto del Tribunale Internazionale, anche i tribunali italiani hanno il diritto-dovere di giudicare sui crimini di guerra e contro l'umanità nella ex Jugoslavia quando ne siano debitamente investiti. Questo significa che i giudici italiani dovranno applicare le convenzioni giuridiche internazionali di diritto umanitario e sui diritti umani e che, in via preliminare, dovranno conoscerne il contenuto e i principi informatori.

Con la nomina del Procuratore Generale potranno ora iniziare i processi. Alla base dei procedimenti vi sarà l'enorme materiale probatorio raccolto dalla commissione presieduta dall'egiziano Cherif Bassiouni, voluta dal Segretario Generale delle Nazioni Unite nel novembre 1992, e da questi definita "uno dei più importanti contributi per la ricerca delle prove sulle violazioni dei diritti umani commessi nel territorio dell'ex Jugoslavia". Dopo oltre due anni di lavoro, la Commissione ha valutato che nell'ex Jugoslavia vi siano stati tra i 200mila e i 250mila morti, circa 50mila persone torturate e 20mila donne stuprate. Sparse in Bosnia-Erzegovina e Croazia la Commissione ha individuato 150 fosse comuni che contenevano da cinque a tremila salme ognuna e 715 campi di concentramento o luoghi di detenzione.

"Spero che presto avremo i primi processi - scriveva l'altro giorno Antonio Cassese a Emma Bonino, segretaria del Partito Radicale, ringraziandola per l'azione svolta sul Governo italiano per la nomina del Procuratore Generale - stiamo lavorando sodo e i primi frutti non dovrebbero mancare".

E' certo che l'affermazione di una nuova giurisdizione internazionale passa anche attraverso il sostegno all'attività del Tribunale ad hoc sulla ex Jugoslavia, primo passo per la creazione di una Corte Penale Internazionale che possa giudicare i crimini contro l'umanità. Sono, questi, gli obiettivi immediati di "Non c'è pace senza giustizia", il comitato di parlamentari, sindaci e cittadini (tel.06/689791) che nelle prossime settimane darà vita ad una grande mobilitazione internazionale perché l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nella sua 49a sessione, approvi una risoluzione per l'istituzione di una Corte Penale Internazionale, che convochi una Conferenza internazionale in occasione del cinquantenario della nascita delle Nazioni Unite".

 
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