di Adriano SofriSOMMARIO: Adriano Sofri ricorda Maria Teresa Di Lascia nel suo impegno politico ma anche come scrittrice. La sua ultima opera è "un romanzo lungo e sicuro di sé, che non ha paura di parlare di ciò di cui bisogna parlare, della gloria e della caduta, dell'amore fra cugini, dei sortilegi e delle menzogne".
(CUORE, 17 settembre 1994)
E' morta a Roma Mariateresa Di Lascia. Aveva quarant'anni, da sempre aveva trovato nel Partito radicale il luogo in cui dedicarsi alle cause buone, le grandi e le minuscole. Era, col suo compagno Sergio D'Elia, la più ammirevole promotrice della Lega contro la pena di morte; gli amici di "Cuore" possono averla incontrata per questo alle feste del giornale. Non so dire quante persone in tutto il mondo siano state soccorse da Mariateresa quando ce ne era bisogno, tempestivamente, appassionatamente e scontrosamente. A Sarajevo ci sono dei ragazzini che girano fieri del loro Swatch colorato, e non sanno che è stata lei a regalarglielo. Si era ammalata da poco, e da pochissimo aveva saputo che aveva il cancro. Mi aveva detto, pochi giorni fa: "Io faccio tutte le cose molto bene". Mariateresa Di Lascia conosceva ed era conosciuta da un gran numero di persone. Era stata parlamentare. Ma aveva un segreto prezioso e gelosamente custodito. Era una scrittrice, una grande scrittrice. Un suo romanzo avrebbe dovuto uscire
fra qualche mese. Era il primo riconoscimento del suo valore di scrittrice fuori da una cerchia molto stretta di persone. E' un romanzo lungo e sicuro di sé, che non ha paura di parlare di ciò di cui bisogna parlare, della gloria e della caduta, dell'amore fra cugini, dei sortilegi e delle menzogne. C'era in Mariateresa una intuizione misteriosa e sovrana, il lato segreto dell'efficacia sbrigativa delle sue buone azioni politiche e private. Il suo romanzo è bellissimo, ed è scritto con una forza di sentimenti, di parole e di stile che può avere solo chi non cerca riconoscimento nel giudizio altrui e nella pubblica opinione. Il genio di narratrice di Mariateresa faceva i conti solo con se stesso. D'altra parte, come avviene in molti esempi grandi, dalla scrittura Mariateresa si attendeva che gli altri la conoscessero meglio e le volessero bene. Non ne ha avuto il tempo. Queste poche righe sono un provvisorio tributo di riconoscenza personale e di riconoscimento di una personalità speciale.