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Parlamento europeo - 13 luglio 1995
TIBET: PER LA PRIMA VOLTA IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA UNA RISOLUZIONE CHE CONDANNA L'INVASIONE E L'OCCUPAZIONE DEL TIBET DA PARTE DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE.
13 luglio 1995

SOMMARIO. Strasburgo. Su iniziativa dei deputati europei Marco PANNELLA, Pierre PRADIER, Gianfranco DELL'ALBA, Noël MAMERE e Dominique SAINT-PIERRE (iscritti al Partito Radicale, gruppo ARE), James MOORHOUSE (gruppo PPE) e Adelaide AGLIETTA (Gruppo Verde) il Parlamento ha adottato stamattina una risoluzione rivoluzionaria sul Tibet. Hanno partecipato alla votazione 245 deputati. La risoluzione è stata adottata con 232 voti a favore, 3 voti contrari e 10 astenzioni. Per la prima volta, il Parlamento europeo è andato oltre la condanna delle violazioni dei diritti umani per denunciare l'illegalità dell'invasione e dell'occupazione del Tibet da parte della Repubblica Popolare Cinese.

Il Parlamento europeo,

A. profondamente preoccupato per le notizie secondo cui Gedhun Choekyi Nyima, un bambino tibetano di 6 anni, sarebbe stato sequestrato con i genitori dalle autorità cinesi poco dopo essere stato riconosciuto dal Dalai Lama quale ultima reincarnazione del Panchen Lama, la seconda autorità spirituale tibetana in ordine d'importanza, deceduto nel 1989;

B. considerando che, in tutta la sua storia, il Tibet è riuscito a conservare un'identità nazionale, culturale e religiosa distinta da quella della Cina fino a che tale identità non ha cominciato ad essere erosa a seguito dall'invasione cinese;

C. riaffermando l'illegalità dell'invasione e dell'occupazione del Tibet da parte della Repubblica popolare cinese e considerando che, prima dell'invasione cinese del 1950, il Tibet era riconosciuto de facto da numerosi Stati, e costituisce un territorio occupato ai sensi dei principi stabiliti dal diritto internazionale e dalle risoluzioni delle Nazioni Unite;

D. ricordando le sue precedenti risoluzioni sull'occupazione del Tibet e sulla repressione della sua popolazione da parte delle autorità cinesi;

1. chiede alle autorità cinesi di provvedere a che Gedhun Choekyi Nyima e la sua famiglia siano immediatamente rilasciati e possano tornare al loro villaggio;

2. chiede al governo cinese di porre fine alle sue violazioni dei diritti dell'uomo, di garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei popoli e degli individui nel Tibet e di interrompere immediatamente i trasferimenti ufficialmente incoraggiati di popolazioni cinesi nel Tibet;

3. invita la Commissione e il Consiglio ad intervenire presso le autorità cinesi per sottolineare come la persistente oppressione del popolo tibetano nuoccia alle relazioni fra l'Unione europea e la Repubblica popolare cinese;

4. chiede da un lato alle Istituzioni dell'Unione europea di favorire ogni iniziativa intesa a risolvere il problema sino-tibetano mediante il dialogo politico e dall'altro ai governi cinese e tibetano in esilio di avviare negoziati in tal senso, e in tale contesto manifesta il proprio sostegno agli sforzi esplicati dal Dalai Lama per ripristinare pacificamente la libertà culturale e religiosa del popolo tibetano, nonché la sua autonomia politica;

5. esprime il suo sostegno al popolo tibetano e auspica che siano allacciate strette relazioni tra il parlamento tibetano in esilio e il Parlamento europeo;

6. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio, al governo cinese, a Sua Santità il Dalai Lama, al Parlamento tibetano in esilio e al Segretario generale dell'ONU.

 
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