Risoluzione su SrebreniçaB4-1067, 1068, 1069 e 1071/95
14 luglio 1995
SOMMARIO. Testo della Risoluzione presentata al parlamento europeo in condanna dell'avvenuta conquista da parte delle truppe serbobosniache della città di Srebrenica.
Il Parlamento europeo,
A.profondamente sconvolto dalla caduta di Srebreniça, che rappresenta l'ultima di una lunga serie di prevedibili umiliazioni per le Nazioni Unite,
B.estremamente preoccupato per la sicurezza dei 40.000 abitanti a seguito della cattura del contingente olandese delle Nazioni Unite cui era stata affidata la responsabilità della missione di mantenimento della pace,
C.sottolineando il fatto che Srebreniça doveva essere la prima delle sei zone protette create dall'ONU, con il consenso del governo bosniaco e dei serbi di Bosnia, a essere esclusa "da qualsiasi attacco armato o altro atto ostile",
D.rilevando che le Nazioni Unite, dopo aver disarmato la popolazione di Srebreniça, sono state incapaci di garantire la sicurezza dell'enclave, con il risultato che ora è gravemente minacciata la situazione delle altre zone protette,
E.riconoscendo che se a questo disastro non fosse posto riparo e se l'aggressione continuasse ad avere successo, le conseguenze per la Bosnia, per la stabilità dei Balcani nel loro insieme, per le prospettive di un futuro sicuro e prospero per l'Europa e addirittura per la pace mondiale sarebbero estremamente gravi,
F.constatando che la presa della città di Srebreniça aumenta il rischio di una guerra a tutto campo in molte zone dell'ex Jugoslavia,
G.accogliendo l'appello del primo ministro della Repubblica di BosniaErzegovina che chiede che il suo popolo sia salvato,
1.condanna nel modo più energico possibile la presa della città di Srebreniça da parte delle truppe serbo-bosniache;
2.chiede che le truppe serbo-bosniache si ritirino immediatamente verso posizioni al di fuori della zona protetta;
3.rifiuta la falsa neutralità, divenuta complicità, che non distingue fra chi pratica la purificazione etnica e le sue vittime e ritiene che l'ONU non possa in alcun modo continuare ad assistere passivamente all'attuale situazione in Bosnia senza essere considerata complice del massacro in corso;
4.chiede al Consiglio di sicurezza dell'ONU di prendere le decisioni atte a garantire la sicurezza delle truppe ONU in Bosnia-Erzegovina e della popolazione civile nelle cosiddette zone protette;
5.chiede che la UNPROFOR sia rafforzata, e non ritirata, affinché disponga dei mezzi per adempiere il suo mandato, proteggendo la libera circolazione degli aiuti umanitari, ponendo fine ai blocchi e facendo cessare il bombardamento delle zone protette, e sollecita inoltre un nuovo mandato per la Forza di reazione rapida affinché quest'ultima contribuisca a svolgere tali compiti;
6.chiede che l'ONU ponga fine alla sua distorta politica di contenimento, che da un lato impedisce alla Bosnia di rifornirsi degli strumenti di autodifesa e dall'altro è incapace di garantire la protezione della popolazione bosniaca;
7.riconosce pienamente il diritto alla legittima difesa del popolo bosniaco, in applicazione dell'articolo 51 della Carta dell'ONU;
8.ritiene che i cittadini bosniaci difendano, mettendo a repentaglio le loro vite, gli stessi valori sui quali è stata fondata l'Unione europea;
9.sottolinea che nessun piano di pace può basarsi sulla spartizione etnica della Bosnia-Erzegovina, che sarebbe in assoluto contrasto con i principi sui quali si basa l'Unione europea, condivisi da tutti gli altri membri dell'OSCE;
10.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio, ai parlamenti degli Stati membri, agli Stati membri del Consiglio di sicurezza dell'ONU, al governo e al parlamento della Bosnia-Erzegovina, ai Segretari generali dell'ONU, della NATO, dell'UEO e dell'OSCE.