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Zheji Artur, Dupuis Olivier - 15 luglio 1995
SREBRENICA, UNA STRAGE ANNUNCIATA
Il Segretario del Partito Radicale transnazionale, Olivier Dupuis, fa un'analisi della situazione nei balcani

di Artur Zheji

SOMMARIO. L'invasione dell'enclave di Srebrenica, una delle zone protette, rappresenta il segno di una alleanza di fatto tra Milosevic e i regimi occidentali - commenta a caldo Olivier Dupuis, Segretario del Partito Radicale transnazionale: si tratta di una politica alla Daladier e alla Chamberlain. Mentre queste aree (Srebrenica, Zepa e Gorazde) diventavano 'zone protette' dalle Nazioni Unite, i difensori bosniaci di queste zone sono stati disarmati dai Caschi blu". L'intera strategia politica messa in atto da Belgrado, dove risiede il cervello di questa squallida macchina di guerra, ha giocato virtuosamente con le vecchie nostalgie geopolitiche dei Paesi dell'Ue.

(L'OPINIONE, 15 luglio 1995)

Non ci sono più dubbi. Non esiste più nessun alibi che può confondere. I serbi di Karadzic non sono né pazzi né incoscienti. Non commettono mai un passo falso. Sono sempre guidati ad arte da un 'mostro intelligente', da una 'Dea' della guerra, che sistema tutto.

Fino ad ora, gli unici che hanno sbagliato tutto sono i bosniaci musulmani.

Il loro principale errore è stato di sperare nella forza della giustizia e nel disprezzo che suscita il crimine. Che i 'grandi giusti', i potenti della Comunità Europea, i 'grandi Maestri' del diritto dell'uomo e del diritto internazionale, non tollererebbero mai che nel cortile della bella casa comune europea, si consumassero tragedie così orrende.

"Credo che l'invasione delle truppe serbe bosniache dell'enclave di Srebrenica, una delle zone protette, rappresenta un chiaro segno di una alleanza di fatto tra il regime di Milosevic e i suoi alleati da una parte e dall'altra parte dei regimi occidentali" - così commenta a caldo l'umiliante caduta di Srebrenica Olivier Dupuis, Segretario del Partito Radicale transnazionale.

"Così come Srebrenica, anche Zepa, un'altra cosiddetta 'zona protetta', non può essere realmente protetta dai Caschi blu. Cosicché sembra che Milosevic stia facendo un favore all'Occidente, regalando il pretesto giusto per ritirare i Caschi blu, in un primo momento da queste zone e poi dall'intera Bosnia. Le forze del cosiddetto intervento rapido, diverranno le forze della fuga rapida. Questo modo di fare politica, come spesso e da tanto tempo abbiamo denunciato, è una politica alla Daladier e alla Chamberlain. Vorrei sottolineare che mentre queste aree (Srebrenica, Zepa e Gorazde) diventavano 'zone protette' dalle Nazioni Unite, i difensori bosniaci di queste zone sono stati disarmati dai Caschi blu".

Purtroppo questo non è il primo caso e non rappresenta un incidente isolato. "Andando avanti così, i bosniaci si sentiranno sempre più deboli e più abbandonati. Ed allora saranno costretti a sedersi al tavolo delle trattative e accettare una soluzione che si fonda sulla spartizione della Bosnia, dunque sulla ratificazione della pulizia etnica, dei massacri, orchestrati da un criminale di guerra che si chiama Milosevic e due altre comparse che si chiamano Karadzic e Mladic" - si sfoga Dupuis.

Il rischio che un disegno del genere diventi realtà è molto probabile.

L'Onu continua a conservare un embargo d'armi a senso unico verso il governo di Sarajevo, dunque non ci sarà mai parità di mezzi sul campo.

I serbi, incoraggiati dall'ultimo 'successo', stanno attaccando Zepa. Un'altra 'zona protetta'. Un'altra zona indifesa facilissima da conquistare...

 
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