SONO SOLO SOGNI ?
SOMMARIO: Il Partito radicale transnazionale, unico soggetto politico che abbia tentato di adeguarsi ai cambiamenti internazionali conseguenti alla globalizzazione, vede alcuni dei suoi sogni ad un passo dal divenire strumenti per la costruzione di un diritto internazionale democratico: la creazione del Tribunale Penale Internazionale per i crimini contro l'umanità e la moratoria universale sulle pene capitali. Su tali obiettivi è necessario nei prossimi mesi potenziare lo sforzo al massimo proprio all'interno delle N.U. (Notizie Radicali, Nr 6 del 2 Agosto 1997 - Pag 1)
Dreams, rêves, sogni, ... non parliamo della grande riforma, parliamo di cose piccole, concrete che dovrebbero essere fatte, di riforme puntuali che dovrebbero essere compiute e che, probabilmente, potrebbero esserlo se...
Non parliamo della grande riforma. Di quella di cui l'Unione Europea avrebbe così tanto bisogno. Una Unione Europea sempre più barocca e incomprensibile per i cittadini. Un'Europa sempre più lontana, quasi estranea ai principi della democrazia classica, al punto che se si richiedesse all'Unione europea di rispettare gli stessi criteri di democrazia prescritti ai Paesi candidati all'adesione, essa non avrebbe nessuna possibilità di essere ammessa.
Non parliamo della grande riforma delle Nazioni Unite. Della sua democratizzazione, della sua trasformazione in un soggetto in grado di governare quelle poche ma fondamentali questioni che, se non affrontate a livello planetario, rischiano di portare l'intera umanità alla distruzione.
Non parliamo della grande riforma che dovrebbe realizzarsi nella maggior parte dei Paesi di cosiddetta democrazia consolidata, che però di consolidato non hanno, dopo 50 anni ininterrotti di pace, che la perdita di senso dello Stato, del Diritto, della propria legalità, e una completa assenza di idealità e di progetto politico.
Non parliamo di queste cose; parliamo di cose piccole, quasi modeste. Parliamo di cose che potrebbero essere, almeno in parte, promosse o imposte all'attenzione internazionale in tempi ragionevoli dal Partito radicale transnazionale, se da te che ci leggi giungesse nuova forza, nuova determinazione, nuove risorse, nuova assunzione di responsabilità. Siamo un soggetto politico fragile, largamente incompiuto, almeno quanto lo è, in tutto il mondo, il progetto politico a cui tentiamo di dare corpo: la creazione di una legalità e di istituzioni politiche internazionali efficaci e rispettate. Sembra che vogliamo costantemente realizzare cose tanto necessarie quanto impossibili, per l'ambizione di affrontare i problemi (anche i piccoli problemi...) nella dimensione politica adeguata, che non corrisponde più in nessuna misura con quella degli Stati nazionali. Eppure questo Partito radicale rimane l'unico soggetto politico transnazionale sul mercato della politica, anche se mai come oggi si è parlato di internaziona
lizzazione, di mondializzazione, di globalizzazione.
Sogni ad occhi aperti? Sta a te giudicare. Ti chiediamo però di farlo alla luce del percorso compiuto in questi tre anni. Daquando il Partito radicale, in quasi totale solitudine, concepì altri due sogni: l'istituzione di un tribunale penale internazionale permanente e la proclamazione da parte dell'Onu di una moratoria universale delle esecuzioni capitali. I radicali - tutti coloro che hanno dato forza e vita a questa impresa politica unica al mondo - possono legittimamente essere orgogliosi. Le idee sono divenute proposte, le proposte lotte, e questi sogni possono concretamente divenire realtà, nel giro di pochi mesi.
Certo, c'è ancora molta strada da fare. Certo, i mesi che ci separano dal prossimo giugno, dall'apertura a Roma dei lavori della Conferenza Diplomatica dei Plenipotenziari istitutiva della Corte Penale Internazionale, saranno più che mai tempo di lotta, di lavoro, di impegno. Non c'è ancora niente di assicurato. Forti resistenze sussistono, non ultime quelle di alcuni membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Anche sul fronte abolizionista, i giochi sono tutt'altro che fatti. Ci sono stati dei forti e positivi cambiamenti dal 1994, quando la nostra proposta fu sconfitta per pochi voti nell'Assemblea Generale dell'ONU; si sta disegnando una possibile maggioranza di Stati favorevoli alla moratoria, ma, nel contempo, assistiamo anche all'organizzazione e alla mobilitazione degli oppositori. Negli ultimi mesi, infatti - in particolare dall'aprile scorso, quando la Commissione dei Diritti umani di Ginevra ha votato la prima risoluzione abolizionista della sua storia -, si sta costituendo un vero e proprio fronte, una insolita e temibile alleanza che raggruppa intorno agli Stati Uniti e alla Repubblica Popolare di Cina molti Paesi asiatici ed islamici.
Ci sono poi gli altri fronti. Quello, purtroppo quasi storico, dell'antiproibizionismo sulle droghe. Un fronte che ha visto alternarsi battute d'arresto e piccoli successi. Battute d'arresto, con i risultati referendari letteralmente travolti e con nuovi referendum cassati. Piccoli successi con una prima incursione riuscita del Partito radicale e del CORA nel cuore del leviatano probizionista: la sede di Vienna delle Nazioni Unite. C'è la campagna per la libertà del Tibet e per la democrazia in Cina, con i suoi primi successi a Bruxelles e a Ginevra, nelle strade e nei parlamenti. Una campagna che necessita oggi di un grande rilancio, di un grande salto di qualità. Di un Satyagraha mondiale? E' la strada che abbiamo individuato ma la cui necessità, urgenza e ragionevolezza non siamo ancora stati capaci di trasmettere, in primo luogo alla leadership tibetana. C'è anche il fronte, difficile perché circondato da forti pregiudizi, dell'esperanto, della lingua internazionale di comunicazione.
Altri sogni... Una Corte universale dei diritti civili e politici? Un Corpo europeo di mantenimento e di ristabilimento della pace? Una Diplomazia europea comune? L'Antiproibizionismo sull'alcool nei paesi islamici? Un Piano energetico europeo? Una Convenzione mondiale sull'Acqua? Una radio europea per i popoli e per i cittadini oppressi da regimi totalitari o autoritari, una specie di Voice of Europe? Sogni?
Manca la Grande Riforma. La grande riforma delle Nazioni Unite.La grande riforma dell'Unione Europea. La grande riforma delle nostre democrazie malate. La grande riforma del Diritto. Ci sono però delle campagne in atto che possono portare a delle riforme puntuali, reali e concrete nella direzione di un rafforzamento dei diritti, delle regole, del Diritto internazionale.
E poi ci sono sogni, idee che potremmo, insieme a te, provare a fare diventare proposte, poi campagne, poi, con l'aiuto anche della suerte, della chance, della fortuna, ... realtà. Ti iscrivi?