ANTIPROIBIZIONISMO SULL'ALCOOL
SOMMARIO: Fondamentalismi e proibizionismi sono quasi sempre allineati nel limitare la libertà individuale. In molti paesi islamici vige un regime di assoluto proibizionismo sull'alcool, come già un tempo in occidente. Legalizzare l'alcool in tali paesi significa promuovere il rispetto e l'inviolabilità delle libertà individuali e non screditare i valori di quelle religioni. (Notizie Radicali, Nr 6 del 2 Agosto 1997 - Pag 11)
Oltre al proibizionismo sulle droghe che ben conosciamo, il proibizionismo sull'alcool continua ad estendersi in numerosi paesi del mondo, di pari passo con l'affermazione di regimi di fondamentalismo politico e religioso di tradizione islamica. Quella di proibire l'alcool per moralizzare la vita sociale e civile è tentazione che anche l'Occidente ha conosciuto e di cui ha pagato, per alcuni anni (basti pensare all'America di Al Capone), le terribili conseguenze. Come per le droghe, questa proibizione produce morte e corruzione. Ogni anno sono giustiziati, spesso con processi sommari, persone che hanno la sola "colpa" di avere "spacciato" whisky, birra, vino.
In questi paesi, legalizzare la "droga-alcool", non significherebbe affatto pregiudicare il rispetto delle fedi e delle credenze tradizionali, ma impedire che la libera osservanza dei precetti religiosi divenga strumento di controllo e persecuzione politica. Come avviene rispetto alle droghe universalmente proibite, la lotta all'alcool è innanzitutto un alibi per giustificare operazioni di repressione ideologica e limitazioni delle libertà individuali. Con una ulteriore aggravante: quella di alimentare e rafforzare il fondamentalismo religioso. Per questo il Partito radicale ha lanciato un appello internazionale contro la proibizione dell'alcool e ha, per la prima volta, posto la questione in sede ONU. SOGNO?