Mosca, 29-30 giugno 1996.
Cari compagni,
E' passato poco più di un anno dal 13 maggio 1995, il giorno quando due decine di radicali si sono riuniti alla sede di Mosca alla Assemblea Costituente e hanno deciso di istituire una nuova associazione del Partito Radicale - l'Associazione Radicale Antimilitarista. Certo, tale decisione non fu affatto infondata. Fin dall'inizio dell'attività del Partito Radicale in Russia (allora nell'Unione Sovietica) la lotta contro il militarismo, per l'affermazione del diritto all'obiezione di coscienza e' stata una delle campagne di primaria importanza.
LE INIZIATIVE ANTIMILITARISTE DEI RADICALI RUSSI PRIMA DELL'ISTITUZIONE DELL'ARA
Le prime azioni per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza nell'Unione Sovietica e per l'approvazione della legge sul servizio alternativo civile risalgono all'inizio del 1990. Allora, nel gennaio 1990, a Mosca e' stata intentata causa contro radicale (ora - membro dell'ARA) Aleksandr Pronozin "per la renitenza alla leva". Il suo processo, alla quale ha partecipato famoso avvocato e membro del Gruppo di Helsinki Henry Reznik, e' diventato il più clamoroso caso dell'obiezione di coscienza e ha spinto l'opinione pubblica ad appoggiare l'idea dell'immediato riconoscimento del diritto di tutti i cittadini dell'URSS all'obiezione di coscienza.
Nell'aprile dello stesso anno a Mosca e' stato arrestato un altro radicale e obiettore di coscienza, Oleg Gorshenin.
Nell'estate 1990 il gruppo di 76 deputati del Mossovet (Soviet Comunale di Mosca), con a capo Aleksandr Kalinin, membro del Consiglio Federale del Partito Radicale, ha promosso un'iniziativa legislativa per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza. Mentre i deputati si rivolgevano al Primo Congresso dei Deputati del Popolo della Federazione Russa, a Mosca i militanti del Partito Radicale hanno cominciato a raccogliere firme sotto l'appello al Soviet Supremo dell'URSS e quello della Federazione Russa per l'approvazione al più presto della legge sul servizio alternativo civile. Il reclutamento primaverile del 1990 e' diventato momento culminante di questa campagna; in ottobre più di mille persone hanno partecipato alla manifestazione del Partito Radicale presso il Ministero della Difesa per il diritto all'obiezione di coscienza; alcuni giorni dopo circa centocinquanta militanti hanno organizzato un blocco nonviolento del centrale Punto di raduno di Mosca in via Ugrezhskaja.
Nel giugno 1991 al Presidente dell'URSS Mikhail Gorbacev sono state consegnate più di 10 mila firme, raccolte sotto l'appello del Partito Radicale per il diritto all'obiezione di coscienza, tra i firmatari c'erano molti famosi personaggi - Sergej Kovalev, Ales' Adamovic, Boris Strugatskij e altri. Nell'ottobre dello stesso anno nell'ambito del Soviet Supremo e' stato organizzato il gruppo di lavoro per l'elaborazione del disegno della legge sul servizio alternativo civile, di cui facevano parte radicali Aleksandr Pronozin e Aleksandr Kalinin.
L'aprile del 1992 vede la prima importante vittoria della lotta dei radicali russi: il Soviet Supremo ha approvato l'emendamento all'articolo 45 della Costituzione in vigore. Secondo questo emendamento ogni cittadino, le convinzioni del quale gli impediscono di svolgere il servizio militare, ha il diritto di sostituirlo con il servizio alternativo civile. In seguito viene cambiata la legge sull'obbligo di leva e sul servizio militare, benché fino ad oggi non ci sia una legge che regolamenti la procedura della concessione e dello svolgimento del servizio alternativo civile. Nel maggio 1993 l'"arrossito" Soviet Supremo (*), guidato da Khazbulatov, cerca di mettere in dubbio il diritto costituzionale all'obiezione di coscienza, precisando che il diritto non entrera' in vigore che dopo l'approvazione della legge sul servizio alternativo civile, il progetto della quale da più di un anno era messo a dormire sulla scrivania di Khazbulatov. Tuttavia la nuova Costituzione Russa, approvata al referendum del 12 dicembr
e 1993 dopo lo scioglimento del Soviet Supremo e la repressione della rivolta rosso-fascita in ottobre, mette tutto a posto confermando ancora una volta il diritto di ciascuno al servizio alternativo civile (articolo 59, comma 3).
Nel febbraio 1994 accade una tragedia che per alcuni mesi interrompe la routine del nostro lavoro: a Mosca uno sconosciuto assassina nostro compagno radicale e amico, Andrea Tamburi, coordinatore del PR in Russia e nei paesi della CSI. Cosi', fino a luglio non abbiamo fatto quasi niente...
Nel frattempo nel nuovo parlamento russo, la Duma di Stato, agisce un nuovo gruppo di lavoro che elabora un nuovo disegno della legge sul servizio alternativo civile, battezzato "disegno della legge Malkin - Savitskij", secondo i nomi dei deputati-capi del gruppo che avevano presentato il Disegno della legge alla Duma. Purtroppo, non siamo riusciti a stabilire stretta collaborazione con questo gruppo benché ne facesse parte membro del Consiglio Generale del Partito Radicale Maria Ivanjan, esperto del Comitato della Duma per gli affari delle associazioni pubbliche e delle organizzazioni religiose. E' sorprendente (vista l'opposizione dei deputati-comunisti e quelli del gruppo Zhirinovskij), ma nel dicembre 1994 la Duma approva il disegno della legge Malkin - Savitskij in prima stesura.
Nel dicembre 1994 si e' scatenata la guerra in Cecenia, e noi, naturalmente, non potevamo rimanere osservatori estranei. Il 30 dicembre radicali italiani organizzano una manifestazione davanti all'ambasciata russa e consegnano alla ambasciata la lettera al Presidente Elzin firmata da Marco Pannella, dal Segretario del PR Emma Bonino, dal Presidente del Consiglio Generale Olivier Dupuis, dal Coordinatore del PR nei paesi Baltici e della CSI Antonio Stango e da me. La lettera contiene l'appello di fermare lo spargimento di sangue in Cecenia.
Il 10 gennaio alcune decine di militanti del Partito Radicale, muniti delle bandiere del Partito e degli slogan con l'appello di fermare la guerra cecena, partecipano alla grande manifestazione antimilitarista, organizzata a Mosca, in piazza Teatral'naja, dall'associazione "Demokraticeskij vybor Rossii" ("La scelta democratica della Russia").
Dal 13 al 20 gennaio la delegazione del Partito Radicale di cui fanno parte Antonio Stango ed io visita Cecenia e Ingushetija (la repubblica che confina con la Cecenia - nota del trad.) per raccogliere le testimonianze di quei tragici avvenimenti e, d'altro canto, per manifestare la solidarietà del Partito Radicale con la popolazione civile, vittima dei crimini di guerra dell'esercito russo.
Poco dopo il nostro ritorno a Mosca, il 6 febbraio, i militanti del PR organizzano una simbolica azione antimilitarista e contro la guerra: abbiamo deposto una corona alla Fiamma Perenne alla Tomba del Milite Ignoto; sulla corona c'era scritto "Ai soldati - vittime del militarismo nostrano, da Stalin fino a Gracev" (Gracev - ex Ministro della Difesa - nota del trad.).
Il 23 febbraio 1995, la festa del Difensore della Patria, il Partito Radicale insieme al Comitato delle Madri dei Soldati di Russia, al Quackers Peace & Service e all'associazione Memorial organizza una manifestazione senza precedenti - un die-in. Un centinaio di manifestanti si e' sdraiato per terra davanti al Ministero della Difesa protestando in questo modo contro la guerra in Cecenia e chiedendo di approvare al più presto una legge democratica e nondiscriminatoria sul servizio alternativo civile. Allo stesso tempo le manifestazioni del genere si sono svolti presso le rappresentanze diplomatiche russe a Roma (organizzatori - nostri compagni italiani), a Londra (organizzatori - il Quackers Peace & Service), a Bonn (i verdi tedeschi) e a Stoccolma (la Società svedese per la Pace e per l'Arbitrato).
Sempre nel febbraio 1995, il "mese delle azioni antimilitariste", i militanti del PR cominciano a raccogliere firme sotto l'appello al Parlamento e al Presidente Russo "Per il diritto all'obiezione di coscienza, contro il militarismo", che riassume le richieste che avanziamo alla futura legge sul servizio alternativo civile che va approvata al più presto:
- il servizio alternativo deve avere carattere puramente civile ("niente battaglioni di costruzione");
- le convinzioni di ogni genere e non solo quelle religiose vanno considerate motivazioni valide per ottenere il servizio alternativo civile,
- la durata del servizio alternativo civile non deve superare quella del servizio militare.
Poco dopo il Congresso Internazionale per la Vita e per la Libertà, organizzato a Mosca dal Comitato delle Madri dei Soldati e dall'Associazione "La Pace Civile", alla quale partecipa la delegazione del Partito Radicale (intanto molti partecipanti al Congresso si iscrivono al PR), approva mozione particolare a sostegno della campagna.
La nostra inflessibile posizione antimilitarista e contro la guerra viene riconosciuta da molti politici democratici di rilievo: nell'aprile 1995 aderiscono al Partito e prendono parte al suo 37 Congresso a Roma i deputati della Duma di Stato Valerij Vasiljevic Borschev (che da quel momento collaborare con noi) e Julij Rybakov che dai primi giorni della guerra cecena lavoravano sotto i bombardamenti nella assediata capitale cecena Groznyj, facendo parte del cosiddetto "gruppo Sergej Kovalev".
ISTITUZIONE DELL'ASSOCIAZIONE RADICALE ANTIMILITARISTA
Per la primavera 1995 siamo diventati consapevoli del fatto che la lotta per l'approvazione di una legge sul servizio alternativo civile che soddisfi le nostre richieste sarà lunga e difficile e che per vincerla le forze democratiche all'interno della Duma non basteranno. Occorre mobilizzare l'opinione pubblica, attirare dalla nostra parte diverse forze politico-sociali, anche quelli che per il momento per diverse ragioni non si sentono ancora pronti ad identificarsi con il Partito Radicale transnazionale. Inoltre, ci siamo convinti con i propri occhi che l'apparato bellico russo si e' impegolato nella guerra cecena, un genere di "Algeria russa", e che non si riesce a risolvere il problema solo tramite l'offensiva di manifestazioni e di comizi del 1995.
Noi tutti vediamo ogni giorno crescere il numero dei giovani che nell'attuale situazione cercano di esercitare oggi stesso il loro diritto all'obiezioni di coscienza. Senza aspettare l'approvazione della legge sul servizio alternativo civile, loro appellano all'articolo 59 della Costituzione. Questi ragazzi hanno bisogno dell'aiuto politico, morale e legale.
Quanto al "fronte interno radicale", nell'ambito del Partito Radicale abbiamo dovuto affrontare certi problemi. Non si tratta di problemi "drammatici", ma di temporanee inconvenienze politiche: per diverse ragioni soggettive, non politiche, nel testo finale della Mozione generale, approvata in aprile al 37 Congresso del PR, non si dice niente dell'appoggio della battaglia antimilitarista dei radicali russi.
Tutte queste ragioni hanno spinto noi, due decine di radicali russi, militanti della campagna antimilitarista in Russia, a istituire un soggetto politico autonomo pur strettamente collegato al Partito Radicale, il cui obiettivo principale e' quello di resistere all'offensiva del militarismo, di promuovere la riforma dell'esercito che includa l'abolizione della leva obbligatoria e la transizione all'esercito professionale, l'efficace controllo civile sulle forze armate da parte degli istituiti democratici; riduzione dell'esercito fino al minimo necessario per garantire nell'attuale situazione la sicurezza della Russia e il compimento delle sue mansioni internazionali. Prima di tutto si tratta dell'approvazione al più presto di una legge democratica e nondiscriminatoria sul servizio alternativo civile. In altre parole, abbiamo deciso di istituire un'altra associazione "tematica" del Partito Radicale - l'Associazione Radicale Antimilitarista.
"UNA LEGGE, UNA BUONA LEGGE, UNA LEGGE AL PIU' PRESTO"
Naturalmente il principale obiettivo dell'attività dell'ARA e' quello di continuare la campagna pluriennale del Partito Radicale per l'affermazione del diritto di ciascuno all'obiezione di coscienza.
Due settimane dopo l'istituzione dell'ARA si e' saputo che la seconda stesura del disegno della legge Malkin - Savitskij e' inserita nell'agenda della Duma. Purtroppo il testo non teneva conto delle nostre proposte, anzi, sotto pressione del lobby del Ministero della Difesa gli autori avevano modificato la legge, aggiungendo alcuni emendamenti che non potevamo in nessun modo accettare. Prima di tutto, il disegno della legge permetteva di mandare gli obiettori di coscienza nei gruppi ausiliari dell'esercito, in altre parole, si creava il vero e proprio paradiso per gli amatori dei battaglioni di costruzione. (Unita' ausiliari, usati spesso dagli stessi generali per costruire le loro case in campagna e per altri scopi, "indispensabili per la difesa della patria" - nota del traduttore). In queste condizioni l'ARA e il Comitato delle Madri dei Soldati hanno mandato ai deputati della Duma la lettera che invitava a votare contro il disegno della legge nel caso non venissero aggiunti emendamenti che garantivano il
carattere civile del servizio alternativo e, in conformità alla Costituzione, assicuravano la validità dei motivi per ottenerlo. Tuttavia, il 24 maggio il disegno della legge e' stato bocciato grazie ai deputati - comunisti, quelli del gruppo Zhirinovskij e del gruppo agrario - secondo i quali il disegno della legge era mirato contro l'esercito e non prendeva in considerazione l'opinione del Ministero della Difesa. Molti ci accusavano di aver di fatto appoggiato i nemici del servizio alternativo. Comunque, credo di non aver assunto una posizione sbagliata.
Nell'estate 1995 si sciamo concentrati sulla campagna di raccolta firme sotto l'appello "Per il diritto dell'obiezione di coscienza, contro il militarismo", sopratutto nelle regioni russe. I risultati ottenuti per l'autunno, farebbero onore a qualsiasi giovane associazione pubblica, sopratutto vista la mancanza di strutture e di gruppi locali dell'ARA fuori Mosca (e, in una certa misura, a Celiabinsk). Senza dubbio, e' anche merito dei nostri amici e alleati - organizzazione delle Madri dei Soldati in diverse città russe, sopratutto a Celiabinsk, San Pietroburgo, Ekaterinburg, Lipezk, Jaroslavl. Tra circa 10 mila firme, raccolte entro l'ottobre 1995, 2,5 mila sono state raccolte a Mosca e nella Regione di Mosca (di cui circa 500 - nella città di Klin dal locale Comitato delle Madri dei Soldati), circa 2 mila a Celiabinsk e nella Regione di Celiabinsk, più di mille a San Pietroburgo, grazie sopratutto ai militanti dell'organizzazione "Le Madri dei Soldati di San Pietroburgo". Per noi questa campagna era impor
tante non solo sul piano politico, come strumento di pressione sui deputati della Duma. E' stata una prova; per la prima volta abbiamo tentato di organizzare una centralizzata campagna di raccolta firme in diverse regioni. Inoltre, le informazioni raccolte - firme, indirizzi e numeri telefonici - sono stati inseriti nella basa dati dei nostro computer. In questo modo siamo riusciti a trovare nuovi membri dell'Associazione tra quelli che non si limitavano al firmare l'appello, ma desideravano partecipare alla lotto antimilitarista.
Alla fine dell'ottobre abbiamo consegnato tutte le firme ai deputati della Duma; a ciascun deputato le firme delle "sua" regione, allo speaker della Duma, Ivan Rybkin, copie di tutte le firme raccolte. Allo stesso tempo Valerij Borschev, membro del Consiglio Provvisorio di Coordinamento dell'ARA e deputato alla Duma di Stato, ha presentato alla Duma emendamenti al disegno della legge Malkin - Savitskij che dovevano garantire il carattere democratico e nondiscriminatorio del servizio alternativo civile. Speravamo che prima delle elezioni, quando anche deputati-comunisti sarebbero dovuti essere più attenti alla volontà degli elettori, noi potessimo fare maggior pressione al Parlamento e ottenere dalla uscente Quinta Duma l'approvazione della legge Malkin-Savitskij con emendamenti di Borschev. Un centinaio di militanti dell'ARA hanno organizzato il 6 dicembre il picchettaggio della Duma. Purtroppo abbiamo sopravalutato il livello di "democrazia" dei deputati. L'8 dicembre con le voci del gruppo comunista e libe
ral-democratico (Zhirinovskij), e le maggioranze dei gruppi "Rossia", "Stabil'nost'" ("Stabilita'") e "Novaja Regional'naja Politika" ("La Nuova Politica Regionale") la legge e' stata di nuovo bocciata perché "non prendeva in considerazione gli interessi della capacita' difensiva della patria" (vuol dire - non prendeva in considerazione gli interessi dei generali che si opponevano a qualsiasi tentativo di riformare l'esercito).
GLI OBIETTORI DI COSCIENZA E LA CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO DEL RECLUTAMENTO PRIMAVERILE 1996.
Nel giugno 1995 alla conferenza-stampa a Mosca e' stata resa pubblica la cosiddetta "Dichiarazione dei diciannove", i cui autori - quasi tutti membri o aderenti all'ARA - dichiaravano di essere obiettori di coscienza e chiedevano l'approvazione al più presto della legge sul servizio alternativo civile. Questa manifestazione collettiva nonviolenta che continua la tradizione della nonviolenza del Gandhi "spinto" la lotta per il diritto costituzionale sull'obiezione di coscienza dei giovani russi che oggi stesso, prima dell'approvazione della legge sul servizio alternativo civile, hanno deciso di difendere i propri diritti alla corte.
Sempre nel giugno 1995 abbiamo aperto presso la sede del PR a Mosca il punto di consultazione per le reclute che esprimevano il desiderio di diventare obiettori di coscienza. I seminari erano organizzati ogni settimana, il venerdì (con l'inizio del reclutamento primaverile anche il martedì), ogni volta venivano dieci - quaranta persone. Fino ad oggi abbiamo già organizzato 63 seminari.
Al momento dell'inizio della campagna di reclutamento primaverile era ormai evidente che la nuova, sesta Duma di Stato, con la maggioranza comunista - peggior nemica dell'obiezione di coscienza, non era in grado di approvare una legge sul servizio alternativo civile che soddisfacesse gli interessi delle reclute e non quelli dei generali. Nel frattempo continuava la guerra in Cecenia, da Groznyj, Shali, Gudermes continuavano ad arrivare bare di zinco. I dirigenti politico-militari del paese ignoravano numerose proteste dell'opinione pubblica e dei politici democratici. Nella situazione attuale abbiamo deciso di lanciare lo slogan "Rinunciare al servizio militare - non solo un tuo diritto costituzionale, ma anche il tuo dovere civile". Per la prima volta abbiamo gridato quest'appello durante la manifestazione del 30 marzo a Mosca, in via Arbat, che abbiamo fatto coincidere con l'inizio della campagna di reclutamento, e l'abbiamo ripetuto nei 50 mila volantini, distribuiti in seguito dai militanti dell'Associaz
ione.
Il processo di Vadim Hesse, radicale, iscritto all'ARA, arrestato per l'obiezione di coscienza dalle autorità di Noginsk (regione di Mosca) che avevano violato il suo diritto costituzionale, ha contribuito alla mobilizzazione dell'opinione pubblica contro il militarismo e ha spinto le reclute alla più decisa presa di posizione a favore dell'obiezione di coscienza. Il processo - più famoso del "caso Pronozin" anni fa - vide trionfare il 13 maggio il Diritto e la Legge quando il giudice della Corte della città di Noginsk Elena Raskevic ha prosciolto Vadim Hesse in conformità alla Costituzione e agli impegni internazionali in questo campo assunti dalla Russia. Certo, e' anche merito di Vadim, dei suoi compagni dell'ARA e dei mass media democratici, sopratutto dei giornalisti della radio "Ekho Moskvy" ("L'eco di Mosca"), del giornale "Moskovskij Komsomolez", "Izvestija", "Komsomol'skaja Pravda", "Kuranty" e della rivista "Itogi".
LA GUERRA IN CECENIA
Dopo una serie di manifestazioni antimilitariste all'inizio del 1995, devo purtroppo riconoscere il fatto che nello scorso anno ne' il movimento antimilitarista russo in generale (che e' ancora al livello embrionale), ne' l'ARA non sono riusciti a elaborare o proporre l'unica concreta, efficace e accettabile da tutti quanti strategia della battaglia antimilitarista. Il nostro appello a cominciare la campagna delle azioni nonviolente di boicottaggio del reclutamento in base all'obiezione di coscienza (che certo non aveva pretese di diventare la linea strategica, ma era comunque l'unico modo in cui i giovani potevano protestare contro la guerra e il militarismo) non e' stato sentito e appoggiato da nessuna associazione antimilitarista, da nessun partito politico. Solo "semplici" cittadini, reclute e i loro genitori, l'avevano sentito. Suppongo di dover ripeter ancora una volta "la voce di uno che chiama nel deserto" se entro ottobre sarà' evidente che la pace in Cecenia e' finta e la guerra ricomincera' con nu
ove forze.
Comunque, l'appello alla disobbedienza civile e la richiesta di ritirare le truppe dalla Repubblica Cecena non basteranno. Nelle prossime settimane dobbiamo collaborare con la minoranza democratica e liberale alla Duma, con i leader dei partiti politici e delle associazioni pubbliche antimilitaristi e fare tutto il possibile e l'impossibile per elaborare l'unica strategia delle azioni antimilitariste nel caso (purtroppo, ogni giorno conferma che i nostri timori non sono affatto infondati) venga fuori che la pace in Cecenia e' finta.
Intanto, se Ziuganov vince le elezioni presidenziali mercoledì prossimo, dovremo revisionare la strategia e la tattica della nostra lotta, perché la sua vittoria ci metterebbe nelle nuove o, meglio, nelle ormai dimenticate condizioni di prima. Non posso escludere che tutti antimilitaristi, democratici e liberali, tutti quelli che preferiscono Diritto e Libertà, dovranno passare alla clandestinità.
COLLABORAZIONE CON ALTRE ORGANIZZAZIONI ANTIMILITARISTI
Ho già sottolineato più di una volta che da più di cinque anni il nostro più importante e, per cosi' dire, "naturale" alleato e' il Comitato della Madri dei Soldati di Russia. I suoi leader erano tra i fondatori dell'ARA, oggi molti di loro sono militanti dell'Associazione.
Un'altro alleato e' l'Azione Giovanile Antifascista (l'AGA), istituita un anno fa. I suoi militanti partecipano alle nostre iniziative, molti si sono iscritti all'ARA e al Partito Radicale.
D'altro canto, a cominciare dalla primavera scorsa abbiamo stabilito stretti contatti con una serie di partiti e di organizzazione, associandoci al "Comitato organizzativo delle azioni antimilitaristi in tutta la Russia". Si tratta delle associazioni "Memorial", "Jabloko", del Partito Federale "La Russia Democratrica", del Gruppo Promotore della campagna contro la guerra delle organizzazioni senza scopo di lucro della Russia, dell'associazione "Demokraticeskaja perspektiva", del Club degli Elettori dell'Accademia delle Scienze Russa (CEAS) e altri. In particolare vorrei parlare di uno dei più attivi membri del Comitato organizzativo, dell'Associazione Memorial, nella cui sede si svolgono le riunioni del Comitato e che aiuta molto il Partito Radicale e l'ARA prestandoci la loro sala delle riunioni.
La prima e la più grande manifestazione, realizzata dal Comitato Organizzativo, e' stato il comizio contro la guerra del 6 aprile in Piazza Puskin. I mass media ne hanno parlato molto, sopratutto per il fatto che al comizio sono intervenuti alcuni famosi politici tra cui Grigorij Javlinskij, Aleksandr Lebed', Mikhail Gorbacev, Galina Starovojtova.
Adesso stiamo cercando di stabilire stretta collaborazione con il partito di Egor Gaidar, "La Scelta Democratica della Russia", forse la più coerente forza politica liberale e antimilitarista. Sara' difficile realizzare su larga scala la campagna di mobilizzazione dei cittadini e per l'approvazione di una legge democratica sul servizio alternativo civile e per altre urgenti riforme riguardanti l'esercito.
LA CAMPAGNA DI ISCRIZIONE
Alla fine del 1995 all'Associazione erano iscritti 84 membri e 62 aderenti. Nei primi mesi del 1996 abbiamo fatto poco per trovare nuovi iscritti: il primo febbraio 1996 c'erano solo 16 membri e 28 aderenti. Pero' in febbraio, dopo l'inizio della campagna di iscrizione appoggiata dal Comitato delle Madri dei Soldati, la situazione e' cambiata. Gli interventi alle riunioni di consultazione, organizzate dal Comitato delle Madri dei Soldati a Mosca per i genitori delle future reclute, l'organizzazione dei seminari settimanali dell'ARA per gli obiettori di coscienza, interventi alla radio "Ekho Moskvy" ("L'Eco di Mosca") - tutto questo ci ha portati all'attuale situazione: il numero degli iscritti per il 1996 e' cresciuto più di 5 volte (94), quello degli aderenti - più di 10 volte (284).
Purtroppo nemmeno questa cifra basta per permetterci di realizzare le nostre iniziative.
Inoltre, non siamo soddisfatti della "presenza territoriale" dell'ARA. La maggior parte degli iscritti sono di Mosca o della regione di Mosca. In estate scorsa, a Celiabinsk alcune decine di persone si sono iscritti all'ARA durante la riunione organizzata dall'Associazione delle Madri dei Soldati della regione di Celiabinsk. Intanto nessuno di loro si e' iscritto per il 1996. Le uniche "eccezioni" fuori Mosca sono le città di Jaroslavl', Lipezk e Vladimir, dove dopo le riunioni dell'aprile scorso abbiamo circa 80 nuovi iscritti.
Senza dubbio, l'attuale situazione si spiega sopratutto dall'assenza dei regolari contatti tra il "centro" e gli iscritti da altre città. Per colmare questa lacuna abbiamo cominciato a distribuire la newsletter "Antimilitarist". Il primo numero, dedicato alla preparazione del Primo Congresso, e' stato pubblicato nei primi di giugno. Purtroppo, non e' una panacea, sopratutto per la mancanza di finanziamento per distribuirla regolarmente per posta.
E' evidente il bisogno di cambiare la struttura dell'Associazione. Va cambiato lo Statuto che dovrebbe facilitare l'organizzazione dei gruppi locali dell'ARA in diverse regioni, cellule autonome di militanti, capaci di realizzare le iniziative dell'ARA e di organizzare la campagna di iscrizione nelle regioni. Il nostro obiettivo e' di avere 500 membri e 2000 aderenti. E' chiaro, pero', che per raggiungerlo tutti quanti e non soltanto i cosiddetti "dirigenti" dell'ARA dovrebbero fare tutto il possibile, diventando veri e propri agitatori politici e propagandisti dell'Associazione Radicale Antimilitarista.
COSA SI POTREBBE FARE DOPO IL CONGRESSO
Secondo me, finito il Congresso, membri, iscritti, militanti e aderenti all'ARA dovrebbero concentrarsi su queste iniziative:
1) Collaborando con i deputati democratici della Duma di Stato che partecipano all'elaborazione del disegno della legge sul servizio alternativo civile, lottare per l'approvazione di una legge che soddisfi gli interessi delle reclute e le nostre esigenze.
2) Allo stesso tempo continuare il lavoro per istituire una struttura e stabilire una stretta collaborazione politica con altri partiti e associazioni, creare un rete di militanti in altre città per essere pronti per la primavera 1997 a raccogliere firme per indire il referendum sul disegno della legge sul servizio alternativo civile e, probabilmente, su disegni di altre legge e su emendamenti alla legislazione in vigore.
3) Collaborare con altre forze antimilitariste, con la minoranza democratica, liberale e antimilitarista dell'attuale Duma per formulare dopo le elezioni presidenziali la comune strategia di lotta contro la guerra in Cecenia.
4) Cercando nuovi alleati e nuovi mezzi, continuare tra le reclute la campagna di informazione sul loro diritto costituzionale all'obiezione di coscienza senza aspettare l'approvazione della legge sul servizio alternativo civile; invitare gli obiettori a partecipare alle iniziative dell'ARA e del Partito Radicale.
5) Fare tutto il possibile per creare una rete locale dei gruppi dell'ARA in diverse città russe e per convincere la gente a iscriversi all'ARA e al Partito Radicale, perché soltanto in questo modo avremo la possibilità di realizzare qualsiasi iniziativa politica.
Grazie.
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* Si tratta del Parlamento pro-comunista, guidato dallo speaker Ruslan Khazbulatov.