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Conferenza Antimilitarismo
Adamo Pasquale - 8 ottobre 1996
MINE

[il manifesto] 1-Ottobre-1996

ARMI Al bando le mine anti-uomo

- ROMA Cinquecento morti alla settimana, 26.000 ogni anno. Tante le vittime

delle mine anti-uomo che, sparse in tutto il mondo, possono uccidere anche

50 anni dopo la loro posa. E le esplosioni - denuncia l'associazione

"Campagna italiana per la messa al bando delle mine" - stanno

paradossalmente aumentando con il ritorno della pace in alcune zone teatro

dei piu' cruenti scontri di questi ultimi anni: i profughi

dell'ex-Jugoslavia muoiono tornando nelle loro case per le mine li' lasciate

dai serbo-croati o dai bosniaci; tante le mine sulla via del ritorno dei

profughi in Angola; numerosi i morti anche a Ghoma, dove i profughi

ruandesi - dice Nicoletta Dentico, coordinatrice nazionale della Campagna -

"trovano le mine persino dietro la porta di casa". In vista della

Conferenza mondiale di Ottawa, in Canada, che si aprira' il prossimo 3

ottobre e alla quale parteciperanno piu' di 40 paesi che in ambito ONU hanno

preso posizione a favore della messa al bando definitiva delle mine,

l'associazione ha lanciato ieri una serie di proposte al governo italiano

affinche' arrivi all'appuntamento con una "posizione chiara". Le

dichiarazioni del ministro degli esteri Dini che, sabato scorso,

all'assemblea generale dell'Onu, ha annunciato l'impegno italiano nel

rinunciare alla produzione e all'esportazione delle mine anti-uomo, viene

infatti ritenuto dall'associazione un significativo passo avanti. Ma non

basta. Occorre - dice ancora Dentico - "formalizzare la decisione di

sospendere definitivamente la produzione e l'esportazione di mine

anti-persona con un atto legislativo di totale messa al bando, che vieti

inequivocabilmente anche l'uso di questi ordigni, ed il trasferimento di

tecnologie da parte delle aziende italiane a ditte estere". Secondo

l'associazione, infatti, le tre industrie italiane produttrici di mine

(Valsella di Brescia, Tecnovar di Bari e la Sei, ex Misar, con sede a

Brescia), pur avendo sospeso la produzione in Italia, "stanno molto

probabilmente continuandola oltre frontiera". Cio' sarebbe possibile grazie

alle licenze di produzione italiana di mine anti-uomo concesse all'estero.

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prosit caro buscardini :) ed al mio caro amico marco ricordo che il pesce a Napoli non puzza, profuma!

profuma perche' abbiamo il sole piu' sole che c'e', il mare piu' mare che c'e' e..... soprattutto perche' finalmente avete chiuso la sede del partito radicale :)))))))))))

 
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