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Comunicato stampa dell'ARA
Da diffondere immediatamente
Mosca, il 23 dicembre 1996
Stamattina al Palazzo della Giustizia la Corte municipale di Mosca, presieduta dal giudice Irina Vereschaghina, ha esaminato il ricorso in cassazione di Aleksandr Sereghin, iscritto all'ARA e al Partito Radicale, condannato il 24 ottobre scorso dal giudice Ivan Ivanov (La Corte Intermunicipale Ceremushkinskij) a due anni di prigione con differimento dell'esecuzione della condanna secondo l'articolo 80 del Codice Penale ("evasione dal reclutamento").
L'ordinanza della Corte Municipale di Mosca dice: la sentenza della Corte Intermunicipale Ceremushkinskij va disdetta perche' essa contraddice alla legge; il caso Sereghin va chiuso perche' nelle sue azioni manca la fattispecie di reato. Nel suo intervento all'udienza della Corte di Mosca il procuratore A.V.Grigorov ha invitato i giudici a disdire la sentenza di Sereghin e di assolverlo, spiegando che la Corte Cheremushkinskij aveva violato il diritto di A. Sereghin all'obiezione di coscienza, garantito dalla Costituzione art. 59 comma 3.
Ricordiamo che la primavera scorsa Aleksandr Sereghin aveva rinunciato al servizio militare e aveva chiesto alla Commissione di reclutamento di sostituirlo col sevizio alternativo civile. Nel maggio scorso la Corte Intermunicipale Cheremushkinskij rinuncio' di soddisfare la sua querela contro le azioni illegittime della Commissione di reclutamento, che aveva rinunciato di mandare la recluta a fare il servizio alternativo civile in conformita' all'articolo 25 della legge "Sull'obbligo di leva e sul servizio militare". Allo stesso tempo la Procura aveva dato l'autorizzazione a procedere contro A. Sereghin (causa penale, art. 80 del Codice penale della FR) perche' non si era presentato al Punto di raduno per essere mandato nell'esercito.
In relazione alla decisione della Corte di Mosca il Segretario dell'ARA Nikolaj Khramov ha dichiarato: "La decisione di oggi e' il secondo caso di quest'anno quando viene assolto l'obiettore di coscienza. Nel primo caso si trattava del trionfo di Vadim Hesse il 13 marzo scorso a Noghinsk. La saggia decisione dei giudici e la posizione responsabile presa dal procuratore Grigorov provano che nonostante molti casi di violazione della legge da parte dei Commissariati Militari e addirittura da parte dei giudici regionali, la Giustizia e la Legge inevitabilmente trionferanno per ogni obiettore di coscienza.
Vediamo che la Russia sta diventando uno stato di diritto. E' rimasto solo un "delinquente" che aspetta la sentenza per le sue convinzioni - si tratta del nostro compagno di Ekaterinburg Denis Jazykov. Sono convinto che anche i giudici degli Urali, come i loro colleghi moscoviti, dimostreranno il senso di responsabilita'. Invito loro a fare Giustizia e a ristabilire il Diritto nei riguardi di Denis. Speriamo inoltre che anche i giudici regionali in tutti casi seguano il Diritto e non i cliche' militar-patriottici dell'ormai passata epoca totalitaria - come quelli dimostrati dal giudice Sakhno alla Corte Gagarinskij di Mosca venerdi' scorso, quando la Corte aveva rinunciato di realizzare il diritto del nostro compagno Aleksandr Jakovenko all'obiezione di coscienza.
Inoltre, e' evidente anche un'altra cosa: fino a quando non sara' adottata una democratica e civile legge sull'obiezione di coscienza, il cui disegno ormai da due anni viene insabbiato in seno al Comitato della Duma per la Difesa, l'imprescrittibile diritto dei giovani cittadini all'obiezione di coscienza sara' nuovamente conteso dai "Prishibeevy" dal Commissariato militare e dai "Ljapkin-Tjapkin"(*) regionali.
I deputati dovrebbero finalmente capire che un anno fa li abbiamo eletti non perche' difendessero gli interessi dei "direttori rossi"(**), ma perche' il Parlamento della Russia democratica adottasse le leggi democratiche di cui la societa' ha bisogno".
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Per ulteriori informazioni:
tel. (095) 923 9127
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Nota del traduttore:
* Sottufficiale Prishibeev e giudice Ljapkin-Tjapkin - personaggi satirici di Gogol' e Chekov.
**"direttori rossi" - grande numero dei direttori delle fabbriche e dei grossi enti, iscritti o simpatizzanti al PC.