PARTITO RADICALE
ARPA - associazione radicale pensiero e azione
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COMUNICATO STAMPA
PER PERMETTERE AL BURUNDI DI NON SPROFONDARE NELLA TRAGEDIA BISOGNA GIUDICARE, GIUDICARE SUBITO I CRIMINI DEL RUANDA.
La violenza e la paura sono ormai integrati nella cultura politica degli Hutus e dei Tutsis. Due popoli di montagna che vanno dal Ruanda al Burundi, due popoli il cui nemico principale e' la paura. Gli Hutus hanno paura dei Tutsis ed i Tutsi hanno paura degli Hutus. Dove sia la verita' nessuno lo sa'!
Ed e' in questo contesto tragico di violenza incontrollata e di disorientamento che un'osservazione si rende necessario ed anche qualche raccomandazione;
l'obbiettivo principale da raggiungere e' affermare la coerenza della comunita' internazionale evitando di far pervenire alle diverse fazioni dei segnali e dei messaggi ambigui o contraddittori;
testimoniare che il Ruanda ha conosciuto, tra l'aprile ed il luglio 1994, un terribile genocidio inimmaginabile nel XX secolo;
testimoniare che questi massacri hanno potuto aver luogo in presenza ed a volte ai margini dei soldati occidentali presenti per assicurare la sicurezza e la partenza degli europei;
testimoniare anche che questa piaga continua con gli assissinii per vendetta e con gli assassinii dei testimoni che potrebbere divenire "gli accusatori" in un ipotesi di "giustizia internazionale".
Questa giustizia tanto attesa ed indispensabile per una ricostruzione, ma che si urta - dopo due anni dai misfatti - ad innumerevoli difficolta' materiali difficilmente immaginabili: nessun mezzo di comunicazione, nessun mezzo per spostarsi nel paese - sprovvisto di trasporti in comune -, nessun materiale di ufficio, nessun aiuto in materia di polizia scentifica, di investigatori...magistrati inesperti, magrado la loro volonta' ed una motivazione straordinaria.
Una giustizia che non viene resa neanche dal Tribunale Internazionale per il Ruanda, istaurato dall'ONU, che in mancanza di contributi - dagli Stati facenti parte - si orienta verso dibattiti di procedura ed eccezioni dilatorie.
La coscienza della comunita' internazionale deve assicurare l'esercizio di una giustizia serena ed equa per poter giudicare gli assassini. Questo e' l'onore di un sistema di diritto universale che e' necessario costruire e che rappresenta un progresso considerevole dei diritti della persona umana.
Bisogna giudicare, giudicare subito prima che altri drammi ci inorridiscano. Non possiamo piu' dire che non lo sapevamo.
Lucca, 29 luglio 1996 Marco AFFATIGATO
segretario