a tutti coloro che sono coinvolti o hanno dato origine in vario modo a "via Cavour 68".
antonio bacchi, marco perduca, matteo mallardi, antonio castaldini, matteo mecacci, mauro vaiani, massimo moretti, stefano bartali, roberto rogai, piero zazzetta, ilaria paoletti, sonia bortoli, fioravante scognamiglio, giovanni gori, daniela giglioli, edo taddei, alessandro biagiotti, mirella benzoni, rosa a marca, sandra neri, ennio bazzoni, vittorio camerini, guido carrai, pierina cecconi, mauro chiostrini, maria grazia macconi, roberto manciagli, elisabetta parenti, patrizio tronci, carlo serafini, alessandro ulivi, gino masini, patrizia piombanti, gianluca pancani, alessandro garzi, carlo amaduzzi, franco aste, alessandro calamai, romano capanni, massimo peruzzi, leonardo cipriani, valerio giannellini, filippo panti, barbara vallini, katia moscano, andrea bachi, daniela de nuzzo, fabio santini, olivia ceccarini, donatella poretti, filippo de martino, alessandra impallazzo, david bedarida, marco affatigato, angelita bonugli
...................... ho dimenticato qualcuno?
Firenze, 9 agosto, 1996
C'è un elemento di riflessione che ho notato che molto spesso -ultimamente con più frequenza- sfugge a molti di coloro che, in diversi modi e con diversi contributi, hanno dato origine -e contribuiscono- a quello che, per semplificare, chiameremo "via Cavour 68".
La "sede" è politica, legata allo svilupparsi e all'annodarsi del "pianeta radicale". Alcune cadute su questa impostazione, sono frequenti, specialmente per alcuni di voi che, o hanno "investito" in Agorà o, oltre a questo, più o meno vi collaborano.
Sfondo delle porte aperte nel ricordarvi che la proprietà di Agorà Telematica è politica, e sfondo altrettante porte nel ricordare a voi che l'elemento di aggregazione che ci ha consentito di incontrarci, stimarci, stabilire rapporti di fiducia, e investire soldi e tempo, è politico. Certamente i soldi non hanno colore, e quando abbiamo deciso di mettere le nostre quote nella Toscana Telematica srl abbiamo fatto più di un pensierino al lievitare dell'investimento, ma si è sempre trattato di un investimento legato ad un fenomeno politico: un investimento, quindi, da gestire managerialmente nell'ambito di una prassi, una presenza, un'attività e una presenza politica.
Una logica, questa, che ha spinto alcuni di noi ad investire ulteriormente anche per l'apertura di Radio Radicale e per la creazione di una struttura di servizio e di supporto all'autofinanziamento (creazione di materiale e casa editrice e distributrice: che oggi sta diventando il riferimento nazionale in materia).
Una logica, ancora, che ci ha portato a far sì che, a costo zero o quasi per i beneficiari, si riuscisse a creare un minimo di struttura di collegamento telematico nella nostra regione: quella struttura che, ricordo, ci fa essere tra i più pronti e dinamici nell'ambito del pianeta radicale. Potrei continuare con l'elenco di cosa siamo rispetto alla struttura nazionale e transnazionale di riferimento, ma credo che, anche per esperienza sul campo, che tutti abbiate capito.
Le difficoltà ci sono, e ognuno nell'ambito delle proprie conoscenze e dei propri coinvolgimenti, le conosce, ma non sono difficoltà abbandonate a se stesse. Sono situazioni difficili su cui tutti stiamo lavorando, per risolverle in positivo o per tagliarle.
Fin qui, tutto è chiaro e conosciuto.
Il problema nasce dalla constatazione che il pianeta radicale sta vivendo una crisi che, per quanto io possa ricordare, non abbiamo conosciuto in precedenza. La differenza rispetto ad altri momenti di "solitudine politica e consolidamento di regime", è che questa volta il nostro leader non può da solo risolvere le difficoltà che abbiamo di fronte, così come ha sempre fatto in passato, consentendo ad ognuno di noi di aspettare o il coniglio del suo cappello o il rilancio di quanto sembrava impossibile (ricordate i 35 mila iscritti al Pr?). Mi rendo conto che è quasi impossibile aiutare Pannella se non nel modo in cui lui lo pretende. Nello stesso tempo, però, sono cosciente che le sue pretese diventano "morbide" di fronte ai dati di fatto. Il leader è lui, e lo dimostra nella capacità e nella lucidità di analisi e di tenuta ai vari canti di sirene, ma noi esistiamo, "via Cavour 68" esiste e può essere funzionale alla politica solo se esiste, senza che uno dei suoi elementi che la compongono comprometta l'esis
tenza degli altri.
In questa situazione, molti di voi, quasi tutti, avete abbandonato l'attività politica militante, mettendovi, credo, in una sorta di limbo in attesa di migliori momenti.
Ebbene io sono qui a ricordarvi che questi migliori momenti non ci saranno se non sarete voi a determinarli. Non solo, ma che tutto quello che c'è in via Cavour 68, potrà continuare ad esserci solo se c'è un'attività politica militante, e i soldi per farla. Se non ci sono iniziative politiche (tavoli, stand, manifestazioni, dibattiti, confronti, polemiche, progetti di legge, etc...) tutta via Cavour 68 non ha senso, compresa Agorà Telematica e compresa l'Aduc. Tutto vive in funzione di una dinamica di presenza e iniziativa politica.
Se qualcuno di noi crede che Agorà Telematica abbia invece un limite proprio per "via Cavour 68", non ha capito o crede in qualcos'altro. Agorà Telematica, anche nazionale, esiste se c'è un'anima politica che le dà energia, altrimenti -e io tra questi- chi la conduce e le consente di esistere sarebbe meglio si mettesse a fare l'omino d'affari in senso stretto: ma questo è un'altra cosa che, per quanto mi riguarda, non suscita i miei diretti interessi.
Altrettanto vale per l'Aduc. Se volessimo farla diventare un'associazione di consumatori all'inglese o all'americana, probabilmente avremmo anche le capacità per farlo, e lo spazio in Italia è terrificantemente aperto e disponibile. Ma l'Aduc, oltre che come lobbie di pressione politica e d'informazione, è stata concepita come luogo per finanziare parte di una sede e parte di alcune persone che consentono l'esistenza della struttura, oltre che come canale di informazione e divulgazione di strutture e servizi di supporto di un pensiero politico pragmatico (consumerismo, antiproibizionismo, ..) che sono alla base del nostro essere radicali.
Quanto sta succedendo in questi giorni non credo sia solo legato allo stupido fenomeno delle ferie "tutti in agosto", ma sia un primo consolidamento di una situazione che finora ci è passata sulla testa, ma che ora, invece, ci vede coinvolti anche con precise responsabilità.
Capisco le difficoltà di molti di voi (una politica con un leader carismatico implica, come immediata conseguenza, anche vuoti legati agli umori del leader). Ma nello stesso tempo ritengo che di fronte alle difficoltà, il metodo peggiore sia quello di mettersi in attesa. Esiste una quotidianità del nostro esistere a cui non possiamo venir meno, proprio se vogliamo che tutto quello che abbiamo messo in piedi in via Cavour 68 non vada per conto suo. La politica, l'iniziativa e la presenza politica, è la risposta.
ciao
Vincenzo